Eduardo Ambrosio


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STORIA DELLE DONNE

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STORIA DELLE DONNE

Sommario:
- PREMESSA
- I PRIMI PASSI DELLA DONNA NEL NOVECENTO

- Il voto alle donne
- La questione femminile in Italia
-
STORIA DELLE DONNE: Premesse e linee guida per un percorso possibile
-
LE TAPPE DELL'EMANCIPAZIONE
- Il Fascismo e il Nazismo arrestano l'emancipazione femminile
-
IL MOVIMENTO PER LA LIBERAZIONE FEMMINILE
- Conclusione

PREMESSA

Definire la donna e tracciare un suo percorso storico autonomo nei diversi contesti sociali è una
cosa assai difficile,questo perché la subordinazione della donna all'uomo è millenaria e investe
non solo la sfera familiare,ma anche quella delle relazioni sociali,politiche ed economiche;per
un arco di tempo lunghissimo,dunque non è stata considerata,né si è considerata,un soggetto
autonomo in grado di creare eventi.Per questo è solito dirsi che la storia delle donne sia l'ombra
dell'altra storia, quella che troviamo nei libri e i cui protagonisti sono esclusivamente uomini.Il filo
conduttore nella riflessione sulle donne è la constatazione di una disuguaglianza tra i sessi,di una
discriminazione fondata sulla diversità biologica che vede il sesso femminile in una condizione
di inferiorità rispetto a quello maschile; giudizio che ha origine già in tempi assai remoti,quando un
filosofo greco di nome Aristotele stabilì che lo spazio attribuito alla donna è per natura inferiore
rispetto a quello dell'uomo.Questa discriminazione è assai forte anche ai nostri giorni,basta pensare
ai luoghi comuni che ancora oggi condizionano il nostro linguaggio e il nostro modo di
pensare: "sesso forte/sesso debole; principio attivo maschile/principio passivo femminile,etc.".Si
pensa che alla base di questa disuguaglianza ci siano anche interpretazioni mitologiche:c'è un mito
persiano, antecedente a quello biblico,in cui si narra che la creatrice del mondo sia stata una donna la
quale ha poi dato alla luce un gran numero di figli.Questi uomini,spaventati dalle straordinarie doti
riproduttive della donna, la uccidono. Quindi è la capacità ,esclusivamente femminile, di procreare
che spaventa l'uomo. La donna, nel pensiero maschile, è sempre legata a questa potenzialità di vita:"il
corpo della donna con il suo potenziale per la procreazione è stato nei secoli un campo di
contraddizioni: uno spazio investito di potere e di profonda vulnerabilità;una figura sacra e
l'incarnazione del male", essa è dunque ora la madre che genera la vita,ora la seduttrice libertina e
amorale. Nella Genesi, Eva induce Adamo in tentazione e diventa responsabile della loro cacciata dal
Paradiso; nella mitologia greca, Pandora, creata da Zeus, viene mandata fra gli uomini come
dispensatrice di mali e dolori. Nell'antica Roma però, il ruolo femminile era tutt'altro che
negativo: infatti era la donna che,all'interno della famiglia,si occupava dell'educazione e istruzione
dei figli, della cura della casa,e del culto sacrificale alle divinità protettrici della famiglia.La matrona
romana godeva di grande rispettabilità e in essa era riconosciuta una delle più alte espressioni di
virtù.
Il Cristianesimo e la Chiesa cattolica hanno sviluppato attraverso i secoli la duplicità e
l'ambivalenza insite nell'immagine femminile:la donna è la Vergine e Madre di Cristo,figura del
riscatto e della redenzione,ma è anche creatura del peccato e strumento del diavolo:"Ho visto donne
scelleratissime, nelle ore più buie della notte,insieme con le altre della loro risma,usare gatti neri per
ottenere prodigi che non poterono mai negare E il diavolo stesso si mostra loro,sotto forma di un
animale nerissimo, e con quello perfino congiacciono.", diceva l'inquisitore Fernando Gui ne
"Il nome della rosa" ,celebre romanzo che racconta i soprusi del tribunale inquisitorio.In quegli
anni migliaia di donne furono processate per delitti fantastici e impossibili e perseguitate perché
ritenute delle streghe.
L'inferiorità biologica, psicologica e sociale delle donne sancita dalla società maschile,poteva essere
impugnata solo dalle donne stesse:i due momenti che favoriscono il sorgere di una coscienza
femminile sono rappresentati dall'affermarsi della borghesia e del pensiero illuministico e dalla
rivoluzione industriale. In seguito la Rivoluzione Francese deluse parecchio le aspettative femminili:
infatti sulla base delle teorie di Rousseau, le quali affermavano che solo il maschio,possidente e
capofamiglia poteva essere considerato come cittadino,la donna viene esclusa dal diritto di voto.
E' in questi anni che la voce femminile comincia a sollevare il problema delle "pari
opportunità", ma è solo nel Novecento,e più precisamente negli ultimi vent'anni,che la donna prende
coscienza della sua identità e diventa soggetto della storia alla pari con l'uomo.



I PRIMI PASSI DELLA DONNA NEL NOVECENTO

Negli ultimi anni del diciannovesimo secolo sorge in America il cosiddetto "MOVIMENTO
FEMMINILE", portato avanti dalle suffragette,chiamate così perché rivendicavano il diritto di voto
alle donne. Le associazioni che meglio rappresentano il carattere del movimento femminile
sono: "Il Consiglio Internazionale Delle Donne",sorto in America nel 1889 e "L'Alleanza
Internazionale Pro Suffragio", sorta in seno allo stesso Consiglio Internazionale.Ambedue le
Associazioni hanno diramazioni anche in Italia:"Il Consiglio Nazionale Delle Donne Italiane",nato
nel 1903 a Roma e "L'Alleanza Femminile Pro Suffragio",sorta subito dopo ,anch'essa a Roma.
Il movimento femminile italiano si preoccupò soprattutto del problema centrale della ricostruzione
della famiglia; infatti, nei tre grandi congressi organizzati dal Congresso Nazionale Delle Donne
Italiane(1908;1914;1923),le discussioni e i lavori si incentrarono sul tema della rivalutazione della
famiglia e delle riforme giuridiche,economiche,morali che questa implica.Il movimento femminile
realizza una rapida ascesa nel ventesimo secolo e riscontra un successo notevole presso le classi
dirigenti; ciò è dovuto principalmente a una maggiore sensibilizzazione e ad un maggiore senso
morale che la donna porta in tutte le riforme dell'attività sociale e politica.Nel 1910 la Conferenza
Internazionale dei Movimenti Femminili,riunita a Copenaghen,in ricordo di un gruppo di operaie
vittime di un infortunio sul lavoro,aveva lanciato "La giornata mondiale della donna",fissandola per
l'otto marzo di ogni anno.


Il voto alle donne

Già negli anni che precedono la prima guerra mondiale,in alcuni piccoli stati come la Finlandia, la
Norvegia, la Danimarca, le donne godevano di alcuni diritti politici;però le suffagette realizzarono i
primi successi solo dopo la prima guerra mondiale:nel 1918 le donne inglesi ottennero
il diritto al voto che, in seguito fu esteso anche agli altri stati europei.Nei primi trent'anni
del secolo assistiamo a delle piccole vittorie femminili in campo politico:
nel 1929 la Finlandia nomina una donna "ministro degli affari esteri",
Nel Belgio viene eletta la prima donna-deputato alla Camera;nel 1930 in Canada,
abbiamo una donna in Senato.La condizione della donna nell'Europa nazi-fascista non era delle più
felici; infatti in questo periodo i salari femminili vennero ridotti alla metà di quelli maschili.In Italia
la situazione era anche peggiore:nel 1927 le donne vennero escluse dall'insegnamento della storia e
della filosofia; nel 1938 un decreto legge stabilì che negli impieghi pubblici e privati solo il 10% dei
posti di lavoro poteva essere riservato alle donne il cui ruolo era quello di accudire la casa e di
generare figli da offrire alla patria.Le nostre organizzazioni femminili si occuparono di molti aspetti
della condizione della donna come la sua posizione sul lavoro,nella famiglia,nell'istruzione.Sotto
lo stimolo delle nostre femministe,dall'unità d'Italia fino all'avvento del fascismo,vennero
presentate in Parlamento numerose proposte di legge sul voto alle donne,ma non ebbero successo.
Dopo la caduta del fascismo,che aveva arrestato anche il movimento di emancipazione femminile,
il problema si ripropose con la proclamazione della Repubblica:un primo grande risultato si ottenne
nel 1945,quando un decreto di Umberto Savoia riconobbe alle donne il diritto di voto.
Tutte queste conquiste affermano in modo sempre più profondo il principio della collaborazione
spirituale dei sessi, ritenuto ormai essenziale all'incremento della civiltà moderna.



La questione femminile in Italia

L'Italia ha raggiunto l'unità solo nel 1861: prima di allora, dalle Alpi alla Sicilia, era frazionata in
un mosaico di stati e staterelli talvolta persino ostili tra loro;un simile stato di cose non facilitava
certo la diffusione della coscienza femminile.Nel nostro paese, quindi, la lotta per l'emancipazione
della donna si accese in ritardo rispetto al resto dell'Europa,anche perché la rivoluzione industriale
vi giunse solo verso la fine del secolo scorso;ma quando anche l'industria italiana dovette contare
su un'alta percentuale di manodopera femminile la "questione donna" cominciò a interessare un po'
a tutti.Ai primi nuclei femminili organizzati aderirono in un primo tempo le donne della borghesia
alle quali si affiancarono successivamente le masse femminili cattoliche e socialiste.Tra queste
ultime, sostenute dal partito socialista, si distinsero in modo particolare Giuditta Brambilla,Carlotta
Clerici e Anna Kuliscioff;un notevole contributo alla divulgazione della condizione femminile, da
secoli relegata in uno stato di assoluta inferiorità, giunse dal romanzo autobiografico "Una donna"
di Sibilla Aleramo.Nel 1910 le rappresentanti delle associazioni femminili italiane parteciparono al
primo Congresso Internazionale Femminile di Copenaghen, durante il quale l'otto marzo fu
dichiarato giornata nazionale della donna.Anche le nostre suffraggette, tuttavia dovettero attendere
ancora dei decenni prima di ottenere il diritto al voto.Questo infatti venne riconosciuto solo nel
1945 da un decreto di Umberto di Savoia, ultimo re d'Italia.In realtà, una proposta in tal senso era
già stata fatta nel 1912 durante il governo Giolitti, che aveva concesso proprio in quell'anno, il
diritto di voto a tutti gli uomini maggiorenni;ma il nostro Parlamento aveva bocciato tale proposta
per paura dell'avanzata del partito "clericale" di ispirazione cattolica.Nonostante tutte queste dure
lotte,però,possiamo affermare con certezza che la vera parità dei sessi sia stata raggiunta solo sulla
"carta":cioè la stabilisce la legge ma non l'opinione pubblica;non è raro,infatti,notare persone
stupirsi nel vedere una donna guidare un aereo,una nave,…L'antifemminismo è ancora
vivo,dunque,presso larghi strati della società,persino in coloro che -a parole- si proclamano
favorevoli alla parità.



STORIA DELLE DONNE: Premesse e linee guida per un percorso possibile
La storia delle donne, sul piano storiografico in dimensione epistemologico, è iniziata da circa 20 anni su scala mondiale, in Italia si registra uno sviluppo della ricerca molto interessante, anche se, per ogni analisi storica, resta grande la difficoltà nella traduzione didattica.
Lo statuto epistemologico codifica lo stretto rapporto tra storia e politica delle donne, cioè la storia nasce come conseguenza del movimento donne. Le prime ricerche tendono a dimostrare la presenza attiva delle donne nella storia, come rendere visibile ciò che era nascosto, dimostrare la presenza soprattutto nella storiografia. Paradossalmente proprio in occasione di significative emancipazioni (ad es.: l'accesso all'istruzione con il positivismo) la donna viene maggiormente occultata storiograficamente, come se avesse sottoscritto lo scambio emancipazione - occultamento. Negli Anni Settanta, dopo l'occultamento, la ricerca mira a definire l'alterità, l'irriducibilità al genere maschile: specifico femminile (I^ fase). Compaiono libri come "Resistenza taciuta" del '76, in cui si cerca di definire non il contributo delle donne alla Resistenza ma il contributo della Resistenza all'emancipazione femminile, "La signora del gioco" e "Compagne" del '77. La storia delle donne Š visibile solo nella storia "nuova" mentre gli scritti degli anni Settanta sono caratterizzati da una limitazione epistemologica perché si ritaglia uno spazio - donna a parte (respiro corto), prima forte denuncia della parzialità della storia generale.
Questa rottura permette grossi sviluppi negli Anni Ottanta: la ricerca comprende il bisogno di amalgamare la storia generale per evitare il rischio di segmentare la donna, e configura nuove categorie di analisi, insieme a razza, classe, ecc., la donna (il genere) come presenza indispensabile per comprendere. Uomo e donna in relazione per comprendere la storia (strumento euristico). La ricerca francese, mentre nega l'espressione "storia delle donne" perché separa e marginalizza, e la dimensione di soggetto (alle donne) perché cristallizza e appiattisce sul piano biologico, propone la categoria del "patronage": rapporto uomo - donna non in contrapposizione ma di reciproca dipendenza, complicità ambigua, il potere maschile come relazione di scambio tra due soggetti anche se ineguali.
La storia generale rivela una nuova luce. Il riflesso delle donne è presente nella storia generale attraverso le reti di solidarietà, il ruolo politico, ecc.. Si utilizza la biografia come trama di riferimento della soggettività femminile e, per non ripartire sempre da zero, si definisce una "GENEALOGIA STORICA FEMMINILE".
Il Femminismo è rifiutato dalle giovani generazioni perché è la contrapposizione al maschio, la Biografia generalizza e mitiga.
Nel tentativo d'interpretare l'attuale dimensione epistemologica e indicare una possibile soluzione, si configurano le nuove categorie di:
- sexual asymmetry, che peculiarmente si caratterizza nel porre l'accento sulla disparità che esiste tra il potere e il valore attribuito a ciascun sesso, e, quale indirizzo della ricerca, dirige "la storia delle donne verso lo studio dei tipi e dei contesti di dissimmetria tra i sessi" e verso la descrizione del "rapporto tra le forme di questa dissimmetria ed altri modelli sociali e culturali";
- rapporti sociali di sesso, che "insiste sul fatto che essi non sono dati naturali ma costruzioni sociali", "la denominazione maschile è una fra le tante espressione di ineguaglianza dei rapporti sociali"; e, quale direzione della ricerca, "...Comprendere i meccanismi e segnare le specificità dei rapporti tra i sessi secondo i sistemi storici. Inoltre è possibile studiare il modo in cui la denominazione maschile si articola con le altre";
- gender, (genere) che sintetizza le due precedenti e con il carattere euristico interpretativo rappresenta un paradigma soddisfacente. Il corretto uso del termine "gender" comporta il rifiuto del determinismo biologico (evitare assolutamente), l'introduzione della dimensione di relazione in cui uomini e donne devono essere definiti in termini reciproci, l'insistenza sul carattere sociale delle distinzioni fondate sul sesso (evitare i coprisesso).

L'indirizzo della ricerca "permette di porre questioni più generali come quella della funzione del gender nell'insieme dei rapporti sociali, o quella del contributo dello studio del gender alla conoscenza storica". Per queste ragioni la nozione di "gender", in grado quindi di modificare più delle altre per il superamento dello schema dominato - dominante, assume il contenuto delle nozioni di "sexual asymmetry" e di "rapporti sociali di sesso". Direzione dell'indagine con "gender" sul piano simbolico e normativo (religione, politica, identità soggettiva, ecc.): storia di genere in un contesto di tempo, luogo, società e vita.
Mentre la ricerca è ricca di pagine bibliografiche, la didattica muove i primi passi.
Rilevante è l'imput istituzionale nella legge attuale sulle "pari opportunità":"...eliminare gli stereotipi..., ... affrontare in termini critici i problemi della donna ...".
La politica delle donne favorisce la loro storia, l'umanità è ancora al maschile: nel parlamento italiano è presente una media del 5/10% di donne contro oltre la metà delle elettrici.
La recente legge sullo stupro, ad esempio, è stata approvata dopo vent'anni di discussione solo grazie all'alleanza orizzontale (senza rispettare la disciplina di partito) delle donne parlamentari. Nel fare le leggi manca quasi del tutto il punto di vista femminile! Vari test su donne in età scolastica rivelano che le stesse non si ritrovano nelle storia.
Il Novecento è il primo secolo in cui la donna è caratterizzante.



LE TAPPE DELL'EMANCIPAZIONE:

1903 - Il deputato Salvatore Morelli sostiene: "la tutela lavoratrici, il diritto di voto, la parità coniugi diritti/doveri"
CIVILTA' CATTOLICA: Iddio scampi le fanciulle da quell'educazione che il deputato Morelli desidera di vedere attuata legalmente al fine di preparare numerose sorelle alla Massoneria.
1904 - Ammissione delle donne alla professione di avvocato - Sciopero Sigaraie Manifattura Tabacchi di Venezia.
1906 - Sciopero "rivoluzionario" tessili e cotoniere di Torino - Richiesta giornata lavorativa di 10 ore.
1911 - Aumento iscritte alla scuola media.
1919 - Tutti al mare con braccia e gambe scoperte; no abbronzatura.
1920 - Licenziamento da tutte le fabbriche.
1927 - Nobel a Grazia Deledda - costumi da bagno con cranio Mussolini (antesignano t-shirts)
1928 - Famiglie prolifiche esentate da tasse.
1930 - Moda: si accetta abbronzatura, leggero trucco e gonne un palmo sopra ginocchi.
1933 - Saga matrimoni: i fascisti perfetti si sposano per costruire una famiglia modello.
1937 - Pacchi-dono e sgravi fiscali a famiglie prolifiche.
Ferdinando Loffredo pubblica "La politica della famiglia" in cui la donna è considerata essere inferiore, meno intelligente dell'uomo, per niente adatta a studio o lavoro che mascolinizza, rende sterili e danneggia la stirpe.
1944-45 - Lotta partigiana.
1946 - Prima chiamata al voto.
1952 - La coppia Fausto Coppi/ Giulia Occhini è la prima sfida alla famiglia. Fascino della motorizzazione, gite e vacanze.
1955 - TV, quiz: il ministro dell'interno vieta il due pezzi.
1957 - Pio XII attacca Segni per mancata tutela moralità (Allasio/Bardot).
1958 - Legge Merlin.
1965 - Mutamento costumi: elettrodomestici, turismo massa (Franca Viola).
1968 - Contestazione: rivalutazione ruolo donna.
1971 - Minigonna, hot pant.
1974 - Divorzio - Fenomeno Brigate Rosse.
1975 - Legge aborto - Maggiore età a 18 anni.
1979 - Presidente Camera dei deputati: Nilde Jotti.
1985 - Elda Pucci sindaco a Palermo - Anna Maria Migllio questore a Terni - Ilda Boccassini procuratore a Milano - Carmelita Russo giudice a Vibo Valentia - Silvia Barecchia vice-presidente Citybank - Antonella Celletti primo pilota Alitalia …
1987 - Ilona Staller eletta in Parlamento
Anni Novanta - Donne della politica, dello spettacolo, delle professioni, dell'arte, della letteratura, della mafia.
2009 - La Regione Campania vara la legge elettorale bisex: le liste devono contenere almeno un terzo dell'altro genere e si esprimono fino a due preferenze, ove la seconda, se espressa, deve essere, pena l'annullamento, dell'altro genere.

Il Fascismo e il Nazismo arrestano l'emancipazione femminile

Nella sua esistenza la donna ha vissuto periodi di conquiste,ma anche momenti di anacronismi.Dai
dati che emergono, la donna del "Nazi-fascismo" ha vissuto una situazione molto difficile.In una
società molto virile, dove l'affermazione della nazione era nella forza dei suoi uomini, la donna è
stata vista quanto mai oggetto, mezzo per raggiungere una certa identità sul piano europeo.
Mussolini, conquistato il potere, incentivò le nascite per avere più soldati,ed è qui ,in questo oscuro
disegno di una mente "folle",che si inquadra la donna di inizio secolo.Il Duce fece della
procreazione un mito,trattando le donne come macchine per la riproduzione,con un obiettivo:
acquistare peso e forza davanti al mondo.Subito dopo la "marcia su Roma", Mussolini con lo slogan
a lui caro :"se le culle sono vuote la nazione invecchia e decade",aveva iniziato una campagna di
incentivazione demografica.Dietro la paterna figura del Duce vi era un Mussolini che ardeva dal
desiderio di costituire un esercito per l'imminente guerra.Strumentalizzando la donna egli creò il
mito della famiglia numerosa provvedendo alle madri bisognose con una fitta rete di moderni nidi
d'infanzia.C'è da dire che in negativo o in positivo che sia,il regime fascista rivaluta la figura della
donna,tenendola apparentemente in considerazione(una circolare del 1937 predicava :"la donna è
stata creata per la maternità"),così seppure non le venne dato il ruolo di "manager" che ha
acquistato solo oggi,ella fu il mezzo,forse il più efficace di allora,per dar valore alla nazione.
Diversa sorte spetterà alla donna nell'epoca Nazista,la quale avrà un ruolo più dinamico,infatti sarà
inserita nella società.Però la suddetta figura della donna è una innovazione apportata al sistema da
parte di Hitler, infatti secondo l'idea nazionalsocialista per la donna vi è un ritorno ad un'arcaica e
umiliante situazione:alla donna è affidato esclusivamente il compito di educare i figli e badare al
focolare domestico,mansione questa che la riporta secoli e secoli più indietro.
Con Hitler, invece, la donna copie il primo passo verso la sua modernizzazione;le donne erano
sempre più presenti nella società,nelle industrie,tanto che mai si era registrato un valore di attività
femminile così alto come in questo periodo.Nel 1939-40 le donne venivano chiamate:"gli angeli
della fabbrica".Beh,rispetto agli umilianti ruoli che la donna doveva ricoprire stando alle ideologie
fasciste e nazionalsocialiste,la donna del periodo nazista ha acquistato una sua identità,è presente
anche nelle industrie belliche assieme all'uomo,a condividere i suoi stessi lavori e le sue stesse
difficoltà.
Questa una vittoria per questa donna che con tanta fatica riuscirà,col tempo,ad evidenziare le sue
capacità, raggiungendo la parità con l'uomo.


IL MOVIMENTO PER LA LIBERAZ. FEMMINILE

La questione femminile nasce con la Rivoluzione Francese,quando le richieste delle donne per
l'uguaglianza con gli uomini furono bocciate;infatti i principi di libertà e uguaglianza sanciti
per il cittadino erano una prerogativa squisitamente maschile. I movimenti femministi cominciarono
a diffondersi nell'Ottocento nei principali paesi europei e negli Stati Uniti quando le donne borghesi
si unirono a quelle della classe operaia rivendicando la loro emancipazione, la parità di salario e un
minore sfruttamento sul lavoro. L'obiettivo primario delle femministe era però quello di ottenere il
diritto al voto; diritto che è stato concesso dopo varie e dure lotte,rese ancora più difficili dalla
opposizione dei movimenti e partiti socialisti secondo i quali le rivendicazioni femminili,rispetto
a quelle della classe operaia,erano di secondaria importanza.
Negli anni '50,finiti ormai gli orrori della guerra,attorno alla donna si costruì un'atmosfera da
favola americana; la donna cambiò visibilmente anche nei costumi:la moda del tempo vedeva
questi angeli dello "spremilimoni"(simbolo dell'irruzione degli elettrodomestici nelle cucine
italiane) in abiti dalla vita stretta e dalla gonna a ruota,abiti femminili senza alcun dubbio,ma per
niente sexy. Le donne si accorsero presto però che la cucina in cui erano state relegate stava
trasformandosi in una stretta prigione.

L'emancipazione quindi non era stata sufficiente:i diritti conquistati con fatica o
concessi dall'uomo non hanno liberato le donne né le hanno affrancate dai ruoli tradizionalmente loro attribuiti.E' da questa constatazione che riparte il movimento femminista negli anni Sessanta. L'obiettivo da perseguire non è più l'emancipazione,ma il sovvertimento delle regole dettate da una società patriarcale fondata sul dominio di un sesso sull'altro.In questo periodo hanno luogo numerose manifestazioni-…qualcuno potrebbe ricordare i clamorosi gesti che i media esaltarono come sintomi di rinnovato disordine: nel 1968 donne americane inscenarono la "sepoltura della femminilità tradizionale" con una fiaccolata al cimitero nazionale di Arlington, dove incoronarono una pecora MISS AMERICA!

Due anni più tardi,donne francesi depositarono ai piedi dell'Arc de Triomphe ,una corona di fiori in
onore della "Moglie ignota del milite ignoto",accompagnata da un'altra su cui si leggeva:"Metà
degli uomini sono donne".Più che sugli eventi pubblicizzati dai media,occorre concentrarsi
maggiormente sui loro effetti politici: così è possibile notare le massicce dimostrazioni che
contribuirono all'imposizione dei cambiamenti nei programmi di sistemi politici.Negli anni '70 e
'80, si sono succeduti interventi di legge per quanto riguarda la questione femminile:nel Regno
Unito, in questi anni,si è resa obbligatoria la retribuzione lavorativa alle donne in maternità;si
sono garantiti i diritti femminili nei confronti di mariti violenti;si è tutelata la privacy della donna
in occasione di processi per stupro;in Italia si è approvata nel 1978 la legge sull'aborto,legge che
consente, in alcuni casi, l'interruzione della maternità. L'influenza politica del femminismo non
rimase circoscritta all'interno dei confini nazionali,ma le organizzazioni internazionali inserirono i
diritti delle donne nei loro programmi. L'emergere del femminismo come forza politica,forse ha
provocato significative ridefinizioni di schieramenti politici: fu coniato il termine "gender gap",con
il quale si indicava lo spostamento delle donne verso forze politiche più liberali o di sinistra.In
numerosi paesi il comportamento elettorale delle donne e la loro identificazione di parte furono
accompagnati da una crescente partecipazione politica e dalla creazione di istituzioni formali
ufficialmente delegate a promuovere gli interessi femminili.-

Secondo Carla Lonzi, scrittrice di testi sulla Rivolta Femminile, sostiene che il problema delle donne
è stato impostato male in quanto esse devono diventare soggetto autonomo operando una vera
rivoluzione simbolica:
"La donna non va definita in rapporto all'uomo. L'uomo non è il modello a
cui adeguare il processo della scoperta di sé da parte della donna."Lo scoglio che la donna non può
superare e da cui non può prescindere è quello della differenza sessuale: "la differenza è un principio
esistenziale che riguarda i modi dell'essere umano quella tra uomo e donna è la differenza di
base dell'umanità".



Conclusione

Per quanto riguarda la questione femminile analizzata finora abbiamo potuto notare che, rispetto a qualche decennio fa, la donna ha conquistato posti d'importanza in tutti quei campi che precedentemente erano riservati esclusivamente agli uomini.Quella della donna è stata una lotta per la parità dei diritti umani,diritti che,purtroppo però, in alcuni paesi non sono ancora tenuti in considerazione (vedi le donne afgane).Tuttavia la donna di oggi è una donna di successo, una persona in carriera che qualche volta trascura la casa e la famiglia in nome della sua realizzazione personale; questo ci appare un po' come una contraddizione con quello che doveva essere il suo obiettivo principale e cioè quello di affermare la propria identità senza però rinnegare il suo ruolo.
Ai giorni nostri la figura femminile viene vista quasi come una merce, basta pensare alla sua funzione di "oggetto sessuale" nell'industria della pubblicità o a quella di "Venere muta" nel mondo della moda o ancora a quella di soubrette nel campo dello spettacolo.Insomma questa è una donna molto diversa dalle suffragette che lottavano per affermare i diritti delle donne, è una donna disinteressata che mira a una lotta per la sopraffazione dell'uomo e non per la collaborazione e per l'uguaglianza dei diritti. L'errore più grande della donna moderna è quello di voler a tutti i costi assomigliare all'uomo, quello di volerlo sostituire,quello di voler sovvertire i ruoli. Noi vorremmo che si accettasse finalmente il concetto di biodiversità fra gli esseri: l'uomo e la donna sono diversi per natura e la loro diversità è stata stabilita da un'entità superiore,la quale ha assegnato alcuni ruoli a uno e altri all'altra.Durante i secoli l'uomo ha cercato di sopprimere la voce femminile calpestandone la dignità e ora è la donna che lotta per sopravanzare l'uomo;nessuno dei due esseri ha capito che, per lo sviluppo e il benessere della società,c'è bisogno di collaborazione; occorre che, una volta per tutte,uomini e donne decidano di camminare gli uni accanto alle altre. Questo è il profilo generale delle donne occidentali;per quanto riguarda l'educazione in materia di uguaglianza e democrazia in paesi come Israele, Giordania, Palestina, Marocco sono state passate in rassegna varie esperienze importanti le quali,però,appaiono limitate e non comportano un'attuazione comune. Tra le proposte concrete, emerge quella relativa all'attivazione di un comitato di coordinamento e di controllo per scambiare esperienze, riflettere sul materiale esistente e potenziare la formazione e la sensibilizzazione del personale educativo.Il fatto che le donne ancora oggi ignorino i propri diritti impone l'obbligo di un'alfabetizzazione giuridica e, in merito a questo è stato proposto:
" l'alfabetizzazione attraverso centri giuridici per le donne.Per tale iniziativa è necessario disporre di materiale giuridico divulgativo, pedagogico e diversificato e inoltre c'è bisogno di campagne di sensibilizzazione che portino queste donne alla conoscenza di sé;
" la rete mediterranea di donne giuriste che dovrebbe studiare,divulgare a livello internazionale e lavorare sul materiale giuridico; analizzare gli stereotipi sessisti nei testi giuridici e sensibilizzare, nell'ambito professionale, i poteri costituiti e i professionisti.
La ricerca è in piena espansione,ma, per il suo pieno esito è necessario che essa goda di un riconoscimento formale; per tale scopo sarebbero necessari l'inserimento in rete dei centri di ricerca già esistenti, il consolidamento finanziario e istituzionale di tali centri e l'attivazione di unità universitarie o posti universitari che abbiano come scopo la formazione multidisciplinare degli studenti. Altri progetti complementari mirano all'incentivazione dei progetti Med-donne che hanno come scopo quello di aumentare la partecipazione,l'influenza e il contributo delle donne nella sfera dei diritti umani e in quella del sociale.Le donne sono state fino ad ora, le parenti povere dei programmi di cooperazione, è giusto dunque che adesso l'Unione Europea rafforzi questi programmi sia sul piano qualitativo che quantitativo.Occorre che il forum delle donne partecipi al comitato di controllo e che il tema della donna sia inserito nella realizzazione di tutti gli altri forum.
Rispetto alla partecipazione politica delle donne,si è potuto constatare il bisogno di istituire dei meccanismi per potenziare la partecipazione attiva delle donne in tutti i campi.Allo stesso modo,è stata confermata l'importanza della partecipazione femminile all'elaborazione delle dichiarazioni che riguardano il ruolo della donna sia a livello regionale che internazionale.Sappiamo che l'uguaglianza è un fattore necessario che però non si può ancora definire una realtà;anche se la collettività femminile è diventata protagonista, non gode ancora di sufficiente riconoscimento.




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