Eduardo Ambrosio


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DEWEY

FILOSOFIA > NOVECENTO

IL PRAGMATISMO DEWEY

Il Pragmatismo è antintellettualistico ed esalta il valore dell'azione (pragma = azione) contro la teoria, la sua affermazione riguarda quasi esclusivamente le realtà inglese e nordamericana.
Esso si delinea come una filosofia priva di valore speculativo e pretende ridurre la verità all'utilità: vero è per ciascun individuo ciò che egli riscontra utile, cioè le conoscenze che gli servono come strumento politico nella vita. Ogni conoscenza è un'ipotesi che viene messa alla prova mediante l'azione; se essa risulta utile è considerata come vera.

La verità dunque non è assoluta, non è universale, ma è individuale e strumentale.

Vero è ciò che crediamo utile credere e questo principio è applicato da Guglielmo JAMES (1842-1910 - opere: I principi di psicologia, La volontà di credere, Le varie forme dell'esperienza religiosa, Pragmatismo, Un universo pluralistico) anche alla fede religiosa. Tanto il James, che è insieme a C. Peirce (1839-1914) tra i massimi esponenti di questo movimento (che vede nel successo dell'azione il criterio della verità), quanto il Dewey si occupano anche di problemi pedagogici, specialmente quest'ultimo, iniziatore della "scuola attiva" in America.

Giovanni DEWEY (1859-1952 - opere: Studi sulla teoria della logica, Ricostruzione filosofica, Esperienza e natura, Democrazia ed educazione) considera il pensiero stesso come strumento d'azione (STRUMENTALISMO), volto a modificare una situazione esistenziale, a stabilire un'interazione, un'azione reciproca integratrice tra noi e l'ambiente (SPERIMENTALISMO).

La logica è una teoria dell'indagine e l'indagine è la trasformazione controllata e diretta di una situazione indeterminata e problematica in una situazione determinata nelle sue distinzioni e relazioni costitutive.

Il Nostro afferma che l'educazione, processo che non cessa mai, è una continua riorganizzazione dell'esperienza individuale allo scopo di mettere l'uomo in grado di affermare sempre meglio la propria individualità.
L'educazione è ciò che la scuola fa verso il fanciullo e forma le istituzioni sociali verso gli adulti.

In un regime democratico scuola e istituzioni sociali esercitano un'autorità che ha lo scopo di potenziare la libertà individuale. Se dapprima essa si esercita come autorità esterna, deve poi trasformarsi in una disciplina interiore che l'individuo pone a se stesso.

L'educazione quindi deve suscitare qualità attive, iniziativa, indipendenza, ingegnosità e per fare questo non deve seguire il metodo di impartire il sapere bell'e fatto, ma deve fare agire i ragazzi spingendoli a scoprire da se stessi la verità. Così l'uomo si forma la inventività.
Il Dewey concepisce però l'educazione possibile soltanto nella vita in comune, nella quale l'individuo impara a tenere il proprio posto e ad esercitare la sua attività.


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