Eduardo Ambrosio


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Gem. saggezza, Diete, Sarno e...

Gentile Eduardo Ambrosio,
Con la presente Le scrivo innanzitutto per congratularmi con il suo lavoro sulla storia di Terzigno e più in generale per il sito che ho trovato interessante soprattutto per le ricerche che ogni tanto svolgo in rete sulla storia della mia famiglia.
Nel capitolo riguardante l'Ottocento (http://ambrosioe.altervista.org/Ottocento.html ) Lei cita come terzignese Vincenzo Niutta e come suo ultimo discendente Alfonso Paternò di Montecupo.
Ad onor del vero e per una più completa e corretta trascrizione Le segnalerei gentilmente, pregandoLa di correggerla, che l'informazione non è del tutto corretta poiché allo stato ci sono ancora tre discendenti maschi diretti di Vincenzo Niutta oltre a me, cioè l'attuale duca e marchese Ugo, suo figlio Gustavo e suo nipote Enrico (che è mio padre).
Cordialmente
F. - Roma
4 aprile 2009


Chiarissimo Professore, sono un suo vecchio alunno, nonché suo compaesano.
Ciò che mi spinge a scriverla è la mia immensa ammirazione nei suoi confronti, per il suo grande senso di appartenenza a questa terra e per il grande entusiasmo con il quale si dedica alle attività culturali e sociali.
Viste le ultime vicende che stanno "crocifiggendo" il nostro paese, e in generale l'area vesuviana, non ho potuto fare a meno di consultare proprio la voce "Terzigno", nel suo spazio multimediale, per saperne di più e fare maggiore chiarezza su ciò che l'ha portato sull'orlo del baratro.
A mio avviso la sua introduzione alla pagina contiene uno dei più suggestivi e completi quadri del nostro territorio, ma ciò che ha colpito maggiormente la mia attenzione è stata la parte conclusiva, nonché esortazione ad una "resurrezione", una rinascita. Voglio riportarle qui proprio la suddetta frase:
"[...] e, nonostante le tante mortificazioni a cui sei costretta, risorgerai. Resisti, sii forte, sei di fuoco!"
E' proprio qui che il mio senso di orgoglio verso la mia, la nostra cittadina sembra spegnersi e affievolirsi insieme con il lento spegnersi del fuoco che ha animato Terzigno in tutto l'arco della sua storia. Non si vedono altro che cittadini con volti spenti, rassegnati e quasi come condannati al patibolo da un governo che sembra infischiarsene della terra che Plinio ha definito "incantata"; "il più bel possedimento del popolo romano" secondo Cicerone; e di una terra che ha stregato il sommo Leopardi.
Ciò che vorrei chiederle, a questo punto, è se siamo ormai tutti senza speranza, se cioè il fuoco che ha arso l'animo dei terzignesi si è spento definitivamente; o esiste ancora un barlume di speranza, che possa portare Terzigno a risorgere e mostrare orgogliosa il suo nome nel mondo.
In attesa di un Suo gradito riscontro.
Distinti saluti
M. R.
13 ottobre 2010

Gentile Prof. Ambrosio,
ho da poco appreso l'esistenza del vostro sito internet di informazione storico filosofica.
La prima sensazione che ho avuto nel leggere i vostri articoli è stata una profonda soddisfazione. Non vi nascondo, infatti, che nel corso degli anni del liceo in cui ho ricevuto i vostri insegnamenti sono sempre stato estremamente curioso di visionare il vostro archivio storico e che, sebbene voi abbiate sempre manifestato la vostra completa disponibilità nel fornire documenti di approfondimento a chi li richiedeva a lezione, non sempre ne ho fatto richiesta. Forse per non apparire troppo "secchione" alla classe o per evitare che quei documenti potessero diventare oggetto di interrogazione.
Per questo in alcune occasioni ho preferito approfondire da solo a casa gli argomenti trattati a lezione per colmare la curiosità che si risvegliava dopo i vostri racconti.
Quando si parlava di Napoleone , di Indipendenza , di Garibaldi, di Fascismo e altro mi sorprendeva la vostra capacità di relazionare eventi cosi lontani a proverbi, motti o aforismi estremamente conosciuti e utilizzati nella nostra epoca.
Capivo dai vostri racconti che la storia non era solo una sequela di eventi freddamente descritta dai libri (in alcuni casi in modo estremamente triste e noioso quasi come fosse un elenco) ma una cosa "viva", una cosa vicina perché creata da uomini e donne con sentimenti e pensieri. Non si trattava di dei irraggiungibili o di gloriosi miti irripetibili.
Erano semplicemente uomini, come noi.
La prima cosa che ho fatto quando ho letto il vostro sito è stata prendere i vecchi quaderni di appunti e notare che parte delle nozioni riportate nel web erano gia mie, le avevo gia conservate e molte di queste le ricordavo perfettamente.
Vedete Prof io non so se il ruolo dell'insegnante è difficile per tutti. Forse lo è solo per chi si preoccupa di risvegliare l'animo degli studenti o forse lo è per chi si preoccupa e non ne è capace... in ogni modo Prof sappiate che voi siete nel gruppo degli insegnanti che hanno stimolato la mia curiosità e la mia voglia di apprendere.
Con stima.
D. S. C. - IV anno CdLS in Farmacia, Unisa. - Diplomato nel 2007 C L. S.
18 ottobre 2010

egr.prof. sono un socraticamente ignorante m.m.g. pensionando di firenze. Al liceo scientifico pieno di scienze esatte pensavo di diventare professore di matematica,poi mi sono iscritto a medicina e ho tentato per 37 anni di fare il consigliere di buonsenso cercando di far capire che la medicina non è scienza e tantomeno statistica,che si può prendere benissimo l'influenza, che il colesterolo è un nostro compagno di viaggio, che l'osteoporosi è una malattia rara ma che se resta tale nell'immaginario colletivo porta pochi soldi all'industria farmaceutica ed a qualche luminare. Per questo ricordando con sommo affetto il mio prof. di storia e filosofia di allora:Prof. Benvenuti, che accanto all'8 a storia fu costretto a darmi 4 in filosofia ho deciso di incominciare a scoprire l'umanità da un altro punto di vista.Mi scuso per il disturbo ma la e-mail di un suo allievo mi ha fatto venire il prurito ai polpastrelli.
A B. - Firenze
3 novembre 2010

Buongiorno sig. Eduardo!
Cercando, su internet, un commento ad una frase che ho sentito alla radio - Dov’è uno che si affatichi Col peso che noi abbiamo portato- sono arrivato al suo sito.
Qualche settimana scorsa, altrettanto mi ero “imbattuto” con il suo sito e così mi ci sono ritrovato.
Non ho ancora visionato il sito ma mi è presa subito molta ansia - è il mio carattere: di fronte a qualsiasi attività umana di saggezza, di altruismo e soprattutto per l ”uomo”, mi emoziona come un bambino di fronte ad una bella scoperta- cosi ho avuto il bisogno di salutarla e ringraziarla, ancor prima di conoscerla e farmi un'idea della sua Persona.
L.S. – Sant’Antonio Abate -
3 novembre 2010

Egregio professore
sono interessato a conoscere la data della costruzione del cimitero di terzigno.dal suo sito ho letto la sua interessante storia del mio paese e la ringrazio per la sua nobile fatica.
sono nato a terzigno nel lontano 1924 e ,ai miei tempi,ho partecipato da protagonista ad alcuni eventi.se crede può accontentarmi.graie e cordiali saluti.
Dr. A.G.
3 novembre 2010


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