Eduardo Ambrosio


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Il Rinascimento

UNIVERSITA' > LEZIONI SVOLTE IN ANNI PRECEDENTI > FILOSOFIA

IL RINASCIMENTO

L'Umanesimo (PICO DELLA MIRANDOLA) alimenta il Rinascimento, che segna, in antitesi al medioevo, l'inizio dell'età moderna.

Con le iniziali timide teorie copernicane (non la Terra al centro dell'universo, ma il sole), sarà l'uomo, al centro della conoscenza e misura delle cose, il quale, abbandonando le predefinite verità dei padri (gli universali - l'ha detto Aristotele o la Sacre Scrittura, ecc. e così è), osa capire con le sue capacità razionali (nasce la scienza) .

Il periodo sarà un'esplosione di sapere nei più svariati campi, insomma una folla di voci popolerà questa epoca, ovviamente ne citeremo solo una parte.

L'uomo nuovo osserva, sperimenta, verifica, dimostra:
- con la filologia (Valla) si analizza tutto il sapere, denunciando numerosi falsi (emblematica la falsa donazione di Costantino) e inesattezze.
- in politica, Erasmo da Rotterdam afferma la necessità di dividere l'ordine legale (le leggi, lo stato) dall'ordine morale (la religione); e, con il Principe, Machiavelli teorizza lo Stato laico, dove per governare il fine giustifica i mezzi anche estremi come l'omicidio;
- in geografia, dopo le contestate rivelazioni del grande viaggiatore Marco Polo, il geografo Colombo, sulle rive dell'Atlantico, convinto che il mondo non finisce alle colonne d'Ercole, vuole salpare per l'alto mare aperto per dimostrare la sfericità della Terra, ma scopre un mondo nuovo;
- invenzione della stampa (la prima grande veicolazione della cultura, una sorta di antenata di Internet);
- in religione, Lutero, denuncia la corruzione della Chiesa e ne nega l'autorità: afferma la giustificazione per fede e l'unica autorità è la Sacra Scrittura senza intermediari (La Chiesa gerarchica);
- in architettura, viene scoperta la prospettiva;
- in filosofia, si cerca di attingere dal sapere antico qualche elemento umanistico: con il neoplotinismo Cusano afferma la "dotta Ignoranza"; il neoplatonico Ficino sviluppa l'accademia e la copula (Cristo o demiurgo) ; ancora Pomponazzi con un neoaristotelismo.

Logicamente, toccò alla filosofia, grazie alla funzione che le è propria e pienamente autonoma rispetto alla teologia (nel medioevo era sua ancilla), il compito di tradurre in concetti ben definiti la nuova concezione dell'uomo e delle cose, le nuove prospettive e i nuovi ideali che andavano maturando nella coscienza dell'uomo del rinascimento e dell'epoca moderna.


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