Eduardo Ambrosio


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1° quaderno, tomo 2: Pillole di storia: "PRESENTAZIONE"

TERZIGNO > CENTENARIO dell'AUTONOMIA > Pubblicazioni relative al CENTENARIO

CENTENARIO della Autonomia Comunale di
TERZIGNO
RISCOPRIRE LE PROPRIE RADICI PER RAFFORZARE L’IDENTITA’


...dal 1° quaderno, tomo1...

A conclusione dei quaderni, vengono inserite, dopo l'illustrazione delle attività previste dal programma,
Pillole di storia di Terzigno', curate dal cittadino Eduardo Ambrosio, ermeneuta
(
quale sorta di agenzia di viaggi anziché nello spazio, nel tempo e speranzoso che la morte ci trovi vivi).
Mentre gli articoli su Terzigno, dell'inizio programma, come già indicato, sono reperibili sempre presso:
Eduardo Ambrosio tel. 081 827 45 21 - cell. 338 388 69 44 e-mail: eduardoambrosio@virgilio.it


Nel 1° quaderno tomo 1 (il precedente) viene proposto:
- il
programma completo e quello specifico iniziale (Dicembre 2012 e Gennaio 2013),
- il
coordinamento e la gestione del progetto

nel 1° quaderno tomo 2 (questo) viene proposta la: - "PRESENTAZIONE" del lavoro storico

Nei successivi quaderni, verranno proposti, insieme ai programmi dei periodi: - nel 2° tomo 1 febbraio, nel 2° tomo 2 marzo, nel 3° aprile, nel 4° fino al 22 giugno, i capitoli:

nel 2° tomo1: LA CITTA’: Identificazione del territorio cittadino, l’attività cittadina, manifestazioni e feste religiose, archeologia, monumenti e siti importanti, museo Emblema.

nel 2° tomo 2: TERZIGNO DALLE ORIGINI AL SEICENTO: Il territorio, La denominazione “ Terzigno”, nascita della cittadina.

nel 3°: LA FONDAZIONE DI ORIGINE RELIGIOSA DEL ‘700: La necessità di sviluppare una città, la parrocchia, i parroci e i doni
della Chiesa dell’Immacolata Concezione, le altre parrocchie e rispettivi parroci di Terzigno, Le altre chiese di Terzigno.

Tutto il lavoro suindicato sarà realizzato anche in cartaceo, con una pubblicazione (la prima di fine marzo 2013 circa) che comprende i contenuti dei quaderni: 1° (in due tomi), 2° (in due tomi) e 3°.

nel 4° quaderno (probabile seconda pubblicazione cartacea), infine:
-
LO SVILUPPO DI TERZIGNO NELL’OTTOCENTO: La partecipazione alla grande storia, distruzione e ricostruzione.
-
TERZIGNO NEL NOVECENTO: La nascita del Comune autonomo, gli amministratori del Comune di Terzigno fino ad oggi, i primi anni della autonomia amministrativa (il primo dopoguerra), gli anni Trenta, I terribili anni Quaranta.
-
GLI ANNI RECENTI - RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI





Presentazione

a mio padre,
a mia madre,
a Raffaele
e alla mia terra:
Terzigno


I
l presente lavoro vuole essere soprattutto una risposta alle numerose richieste che mi giungono di continuo da parte di giovani studenti di Terzigno sulla storia del proprio paese; poi, per ogni terzignese, può rappresentare un'occasione di identità e storia delle radici, in cui riconoscersi e corroborarsi al fine di partecipare attivamente al progetto del futuro di Terzigno (non esiste una gomma capace di cancellare il passato, al contrario, ogni penna può scrivere il futuro).

Pertanto, mi sono attivato per ordinare, unificare ed assemblare quanto si conosce (in parte già pubblicato) su Terzigno, riferendo anche delle varie fonti esistenti. Nella stesura sono stati inseriti opportuni e continui riferimenti alla grande storia in cui si è sviluppata Terzigno e qualche timida riflessione su questa nostra realtà sospesa tra un preciso passato, identificabile in una cultura contadina caratterizzata dai suoi lenti e armoniosi ritmi sviluppo e un incerto e indecifrabile futuro, identificabile in una cultura a vocazione terziaria ma che non riesce a staccarsi da quella contadina a causa di una trasformazione avvenuta, a partire dagli anni Settanta del '900, in modo repentino saltando l'indispensabile fase di sedimentazione del presente.

È necessario, al fine di definire la vocazione della nostra comunità, ripensare (anche con l'occasione del presente lavoro) e pianificare lo sviluppo di Terzigno tenendo presente che uno società contadina è spontaneamente caratterizzata da alcune specificità: individualismo, fedeltà alla tradizione, spiccato senso della proprietà - 'a rrobb', 'o lemmet', ecc - insomma affermazione del privato; al contrario, uno sviluppo terziario necessita indispensabilmente di una marcata presenza del pubblico con servizi e organizzazioni condivise e collettive: aree pubbliche, mercati, associazioni, ecc. Non è possibile, in assenza di razionali programmazioni capaci di coniugare vecchio e nuovo, uno sviluppo terziario in una mentalità contadina, situazione che, oltre a negare ogni identificazione e appartenenza, genera disordine e sottosviluppo.

PUBBLICO e PRIVATO
La battaglia del web (www: World Wide Web), fra gli hacker (produttori dei virus) e il sistema, è vecchia in USA di almeno due secoli. Ci riporta al 1804, quando due uomini chiamati Lewis e Clark partirono per ordine del presidente Jefferson per esplorare e mappare l'immensa terra americana. Percorsero duemila chilometri e la loro più grande sorpresa fu vedere che in quell'oceano di terra americano, dai Grandi Laghi fino al Pacifico, non c'erano un solo steccato, un muretto, un cancello, una barriera, qualcosa che definisse e quindi escludesse, il territorio.
Dove tutto sembrava appartenere a tutti, gli stessi esploratori si trasformavano in colonizzatori e in proprietari, dando corpo all''assunto marxista: la proprietà è un furto!
Chi aveva sognato l'accessibilità all'intero territorio, chi credeva di potervi galoppare senza barriere, soffriva la parcellizzazione della terra come negazione della libertà americana.
La stessa cosa sta accadendo nella
Terra Nova della Rete Internet.
E qui, nel classico duello fra il contadino\allevatore, il rancher, che cinta il proprio campo (dalle nostre parti: 'o lemmt'), e gli indiani (meglio i pellerossa) prima e i cow boy più tardi che rivendicavano il diritto di transitare a piacere, che si riproduce la quotidiana, silenziosa, furibonda lotta fra un WWW sempre meno vergine e coloro che vogliono hack, abbattere con l'accetta, spalancarla. Come individui, nella solitudine della propria missione o ormai sempre più organizzati in gruppiu di hacktivist, gli attivisti.
È la quotidiana lotta tra privacy trasparenza, tra pubblico e privato, contro chi nel web vuole abbattere ogni forma di protezione o confine.


Una Città di qualunque dimensione, quale ente nella sua autonomia territoriale, deve avere la sua personalità non solo giuridica, ma soprattutto morale: promuovendo attività di ogni tipo, onora la sua gente, si mostra degna della stima e dell'affetto dei propri cittadini e provoca, infine, cercando di fare bene il bene, l'altrui simpatia attirando l'attenzione dei forestieri che, per la cortesia dei suoi abitanti, la visitano e ne apprezzano il grado di civiltà raggiunto.


LA MEMORIA NELLA EPOCA CHE VIVIAMO
Nella nostra epoca è molto evidente l'ostracismo per la memoria, anzi decisamente si avverte ostilità e incapacità a rapportarvisi, nonostante che istituzioni, enti, associazioni, o anche singoli cittadini, non mancano di adoperarsi in proposito suscitando e/o alimentando la pratica del ricordare, e tuttavia con risultati che rischiano di essere al di sotto delle aspettative e della necessità.
Oggi è necessario un ritorno alle origini come premessa per un nuovo impegno nello sforzo di decifrare la realtà contemporanea, al fine di comprenderla, modificarla e orientarla. Compito arduo da compiere con umiltà e generosità per essere prezioso e fruttuoso.
A chi altro, infatti, spetterebbe il questa incombenza? A tecnici, a uomini di chiesa? A tutti quelli che consapevolmente o inconsapevolmente, esprimono un'idea, quale che sia, si comportano in un certo modo: gli uomini di cultura.
Anche i negatori sono intellettuali: lo scetticismo e il prassismo l'utilitarista sono visioni del mondo che hanno un'immediata, talvolta tragica, ricaduta sulla realtà e sulla storia, fin negli aspetti più semplici e banali della vita.
Lo scettico nega la verità e, con essa, la moralità: nell'orizzonte dello scetticismo tutto è lecito, tutto è possibile, tutto è giustificabile. Lo stesso discorso vale per gli apostoli della concretezza e della praticità come valore assoluto, i quali dovrebbero ammettere, ad esempio, che si potrebbe rivelare pratico eliminare vecchi e poveri per risolvere problemi economici di una società in crisi.
Del resto non possiamo ricordare "per legge" (come le varie celebrazioni o commemorazioni), occorre, piuttosto, ancorare il tutto ad un concetto ed ad una pratica forti, dotati di una spinta incontrovertibile. E questo sembra che possa/debba essere il "diritto alla memoria", e la considerazione di questa come "
bene comune". Comunicare e trasmettere di generazione in generazione la memoria, non avulsa dal contesto storico - in cui c'è un prima , un durante e un poi - significa assicurare e garantire a tutti e per tutti l'esercizio e la fruizione di un diritto.
Il
primo diritto è quello di avere diritti, che è il "bene comune" e si realizza nei diritti funzionali all'esercizio dei diritti fondamentali e al libero sviluppo della personalità; pertanto vanno salvaguardati e sottratti alla logica distruttiva del breve periodo.
La memoria richiama il passato, ma in realtà riguarda il presente e, soprattutto, il futuro, e dunque, destino e progettualità, decisioni che impegnano da qui e per sempre il nostro modo di esserci e di vivere il mondo che ci circonda e nel quale abiteranno i nostri figli.
L'attuale sviluppo delle scienze umane, delle dottrine politiche ed economiche (sempre più rinchiuse nelle accademie e incapaci di dialogare con la società, talvolta ridotte a spettacolo fra gli spettacoli), mostra una sorta di bancarotta del pensiero. Proprio nel momento in cui tutto il mondo rinasce l'esigenza profonda di ritornare a interrogarsi su quale sia il senso della vita, lo scopo ultimo del mondo o, sul terreno della dimensione esistenziale, sui destini dell'umanità. Anzi si materializza un pensiero laico sostitutivo di quello religioso inteso come strumento d'interpretazione dei fini ultimi della vita, sempre più anemico per questi ultimi e, inaspettatamente, vitale nei mille rivoli di una società dello spettacolo, inquieta e smarrita, che non sa più distinguere fra studiosi autentici e imbonitori. Non sarà facile districarsi. Ma è un buon inizio cominciare a discutere, confrontare orientamenti, formazioni e tradizioni diverse in un periodo storico nel quale i momenti di incontro sono rari, nei quali al dibattito e, se si vuole, alla polemica, si è sostituito un dialogo fra sordi o, meglio fra chi non vuol sentire. Bisogna invocare l'autonomia della prassi come garanzia della libertà, del pensiero come dell'azione. Non ci si può, con il rifugio nell'assoluto irrazionale, affidare a più o meno insidiosi uomini della provvidenza o adorare una presunta oggettività della realtà, delle scienze, imprigionandosi, di fatto, in un mondo privo di creatività, originalità, di libertà.
Adoperiamoci, magari a cercare e trovare, consci che per tutti esiste uno specifico linguaggio, i modi di comunicare più giusti e appropriati: "
chi non sa comunicare, o comunica male - afferma Primo Levi - in un codice che è solo suo o di pochi, è infelice, e spande infelicità intorno a sé. Se poi comunica male deliberatamente è un malvagio".

Sicuramente, infine, Terzigno - al contrario dei comuni viciniori, è senz'altro un nome bello e originale (purtroppo solo questo!) - non può prescindere dalla sua tradizione contadina: in ogni dove si identifica il toponimo col vino, proprio questa peculiarità deve essere il fulcro intorno al quale si deve modellare il futuro della nostra cittadina.

Un nome di terra e soprattutto di fuoco, che scende dal monte e furente, come acqua di un torrente in piena o come pioggia impetuosa che cala dal cielo, ripetutamente straripa per la valle fecondando le zolle della fertilissima terra terzignese.
Pur essendo il più vesuviano dei paesi, Terzigno stranamente non ha l'appellativo "vesuviano".
L'aria, il respiro degli alberi, quel sapore di brezza che, nelle sere d'estate, viene dai boschi penetrano nel terzignese, lasciando una traccia indelebile per tutta la vita, qualunque sia il percorso che si compirà.
Chi cresce accanto al Vesuvio non riesce a staccarsene, conscio di gioie (pietre, lapillo, piperno, vigneti, frutta, aria, fiori, panorami, ecc.) e dolori (distruzione, colate laviche, esplosioni, ecc.) che da esso provengono, resta segnato, nel bene (creatività, giovialità, intraprendenza, vulcanicità, ecc.) e nel male (indolenza, pressappochismo, incoerenza, ecc.), dalla sua magica emanazione.
Indimenticabili, per chi vive a contatto col Vesuvio, sono le numerose scalate e particolarmente quelle notturne per poter essere in cima all'alba ed assistere allo spettacolo unico del sole che sorge.


Il vino in termini qualitativi - rigide norme di produzione, specificità del sito, qualificato imbottigliamento, ecc - e non più quantitativi ('o carr' 'e vin') sta conquistando, nella società contemporanea nazionale e internazionale, una nicchia sempre più ampia. Dopo le colpevoli distrazioni del dopoguerra, quando in tutta Italia si incentivavano le colture specifiche attraverso la riforma verde, si deve recuperare il tempo perduto e imboccare decisamente, attraverso una forte presenza dell'ente pubblico e corpose incentivazioni, la strada della cooperazione con l'unico obiettivo di elevare, razionalizzare e migliorare la produzione di questa nostra unica e, storicamente, molto celebrata "ricchezza".
"Tutte le cose sono figlie della terra" (Eraclito).

Nell'appendice del centenario sono riportate
DUE SQUISITE RIFLESSIONI SUL SIGNIFICATO DI CITTA'.

Al fine di promuovere una sempre maggiore identità e appartenenza alla comunità cittadina, colgo l'occasione per invitare il lettore a fornirmi ogni sua conoscenza (foto, storie, tradizioni, detti, indicazioni di località e nomi - 'o strangianom' - e quanto altro in suo possesso su Terzigno) per poterla inserire nelle future edizioni (é auspicabile un aggiornamento annuale come un'agenda o un almanacco) del presente lavoro, che vuole rappresentare un modesto contributo allo sviluppo sociale, civile e culturale della nostra Terzigno.



Istruzioni per l'uso:

-
I vari capitoli contengono ulteriori collegamenti soprattutto foto (ai quali si accede direttamente cliccando sul nome sottolineato).

- Le note, presenti in tutti i capitoli, sono evidenziate con questo sfondo.

VESIONE ORIGINALE





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