Eduardo Ambrosio


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LETTERATURA E STORIA

STORIA > DIDATTICA E LAB.

DIDATTICA DELLA STORIA

GLI STRUMENTI ESSENZIALI:


LA LETTERATURA IN STORIA


Nell'analisi della letteratura (importante perché lettura piacevole e quindi più diffondibile) come fonte storica (chiaramente molto differente dalle altre per il particolare linguaggio e perché dipendente dal progetto dell'autore), bisogna affrontare il ruolo dell'élite culturale (sociologia della letteratura).

Essa è utilissima per lo storico grazie alla capacità di:
- rappresentare la storia sociale (Annales di II e III generazione) cioè di sviluppare, accanto alla valutazione quantitativa quella qualitativa;
- presentare bene e articolatamente la componente demografica e le sue modificazioni;
- sviluppare, grazie all'elaborazione, la storia della mentalità, terreno altrimenti difficoltosissimo perché a causa delle sue peculiarità (codici, stereotipi, ecc.) e particolari fonti (proverbi, dicerie, tradizioni, ecc.), sfugge all'analisi quantitativa;
- trattare la famiglia in luce diversa e, allo scopo di far uscire dall'isolamento in cui la famiglia è lasciata insieme ai suoi problemi, accanto all'approccio quantitativo che ne considera solo l'evoluzione nelle forme patriarcale o nucleare, rileva con il romanzo (I Malavoglia, ecc.) la storia delle relazioni e dei ruoli permettendo l'analisi del comportamento di ognuno verso gli altri;
- conoscere la storia urbana attraverso il tema della città, la cui la bibliografia, mentre è esaustiva per le città medioevale e moderna, è deficitaria per la contemporanea (a causa dell'approccio ancora quasi esclusivamente politico), in cui, considerando le trasformazioni urbane, si materializza la città che pulsa ed esplode nei momenti di rottura (guerre, disastri, ecc.) dove la città si attiva con tutti i suoi abitanti e brilla di luce propria, un'unità che funziona autonomamente dove sorgono paure e fobie collettive ed emerge come soggetto la folla (i bombardamenti accomunano tutti gli strati sociali in un unico bisogno e luogo: il ricovero).

Il connubio storiografia e letteratura è particolarmente fecondo sul tema della guerra, soprattutto per quelle mondiali in quanto totali con coinvolgimento dei civili (non solo al fronte ma anche in casa).

Nella specificità di Napoli, i romanzi (da Serao in poi) propongono il tema della città con i suoi luoghi chiusi (vicolo, bassi, ecc.), i personaggi della guerra del popolo come il reduce (Napoli milionaria di Eduardo) che non ha ascolto quando tenta di raccontare la guerra, condizione comune a tutti i reduci e deportati: questa non volontà di ascoltare mostra un processo di rimozione del ricordo anche di quello recente perché in tutti c'è la necessità di rimuovere il ricordo imbarazzante del fascismo, data la forte corresponsabilità dell'intera società civile.

Quasi tutta la produzione letteraria della guerra, valutabile storiograficamente, non è napoletana ma alleata soprattutto americana, per cui abbiamo una rappresentazione di Napoli vista dagli altri e precisamente dai vincitori
(che hanno sempre e comunque considerato prima Napoli poi il resto d'Italia terra di conquista).

La letteratura d
ell'immediato dopoguerra ('45-'55) si riconosce in Curzio Malaparte (il suo "LA PELLE" è bollato dall'amministrazione laurina come il libro della vergogna di Napoli) e nei maestri del neorealismo che escono dal luogo chiuso e investono spazi aperti. Limiti di questa produzione sono l'assenza, in tutti gli autori, della speranza (di riscatto, Napoli è condannata nella sua indolenza) e la condanna della civiltà contadina che, per la sua immobilità e arcaicità, blocca la civiltà per cui, anziché essere oggetto di studio per capire storia e origini, va superata. Ciò ha determinato il disamore per questa letteratura persino negli ambienti della sinistra.

LABORATORIO
Nei romanzi "
Gesù fate luce" di Domenico Rea - dove si coglie lo sviluppo del contrabbando anche se visto come una sorta di mito donchisciottesco: la ricerca di avventure "fuori dalla propria casa e dalla patria" sfidando il freddo e il gelo per cercare di sopperire, anche solo in minima parte, a quelli che erano i bisogni primari - e "Clotilde fra le due guerre" di Elena Canino si evidenzia la critica situazione del dopoguerra a Napoli, città presa come modello anche in ambito internazionale come "Napoli '44" di Norman Lewis e "La Galleria" di John Horne Burns. Quest'ultimo vede Napoli come un'imperscrutabile fanciulla che raccoglie in sé il vecchio ed il nuovo e diventa crogiuolo di tante culture e tradizioni. L'autore, attraverso la narrazione, ci mostra l'aspetto sociale e, in particolare modo, la vita di una famiglia che pur vivendo in condizioni agiate sopporta i disagi quotidiani di quei difficili anni. Il Lewis con l'esempio di Lupo, un uomo che viveva alla stregua di Robin Hood, ovvero rubava ai ricchi per dare ai poveri, ma che finisce col rimanere ferito cercando di sfuggire alla polizia, propone, oltre alla durezza della situazione sociale, in parallelo il mondo delle credenze popolari cercando di rappresentare come, la gente, in particolari momenti critici si affidi completamente a quelli che sono i miti religiosi rischiando talvolta di perdere di vista la realtà.

Da tanto si capisce che la letteratura in qualsiasi forma rappresentata, nonostante i limiti imposti dal linguaggio e dall'attendibilità, riesce ad entrare più facilmente nell'immaginario collettivo per cui è un valido
mezzo di diffusione molto più dell'arido testo storico (le moderne telenovellas).
La
letteratura è come una fotografia della storia e come tale può mettere in rilievo alcune cose tralasciandone altre o fissare contemporaneamente tutti i particolari secondo il preciso progetto dello scrittore/fotografo.

Essa è influenzata dalla storia a cui è strettamente legata non a caso, ad esempio, nella rivoluzione industriale al sorgere di una nuova figura sociale:
il proletario, nasce la letteratura socialista.

MATERIALE:
4 STRALCI DAI ROMANZI:
1) "
NAPOLI '44" DI NORMAN LEWIS,
2) "
LA GALLERIA" DI JOHN HORNE BURNS,
3)"
CLOTILDE" DI ELENA CANINO,
4)
"GESU' FATE LUCE" DI DOMENICO REA.


ALCUNE INDICAZIONI LETTERARIE PER I VARI NUCLEI TEMATICI:

- METELLO, 1955, DI V. PRATOLINI: 1898-1902, CONCEZIONE ANARCHICA E SOCIALISTA, ORGANIZZAZIONE PARTITO E SINDACATO, SCIOPERI, LOTTE VIOLENTE, GOVERNO PELLOUX (1888-1900).

-
BERCCHE E LA GUERRA, 1914, DI L. PIRANDELLO: GRANDE GUERRA, GERMANIA DA MODELLO DI ORGANIZZAZIONE A SINONIMO DI DISTRUZIONE.

- G
ENTE D'ASPROMONTE, 1930, DI C. ALVARO: CONDIZIONI SU FINE '800 - PRIMI '900, SOGNO EMANCIPAZIONE SOCIALE DELLA PLEBE, FAIDE, CONCEZIONE GIUSTIZIA.

-
FONTAMARA, 1930, I. SILONE: DITTATURA FASCISTA, CONDIZIONE VITA CONTADINI, LA SOCIETA' IN TEMPO DI DITTATURA, L'OPPOSIZIONE AL REGIME.

-
CRISTO SI E' FERMATO AD EBOLI, 1944, DI C. LEVI: CONDIZIONE DEL SUD, L'OPPOSIZIONE AL REGIME, LE PROCEDURE E GLI APPARATI.

-
IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI, 1963, DI G. BASSANI: FASCISMO E LEGGI RAZZIALI, DEPORTAZIONI, LAGER.

- LA RAGAZZA DI BUBE, 1940, DI C. CASSOLA: RESISTENZA, PARTIGIANI, RICOSTRUZIONE.

-
LA CIOCIARA, 1957, DI A. MORAVIA: ANNI '43 - '44, GUERRA, ALLEATI, LA LIBERTA' (A CARO PREZZO).

-
LA CALIFFA, 1964, DI A. BEVILACQUA: DOPOGUERRA, BOOM ECONOMICO, POLITICA, CHIESA, L'ESSERE E L'AVERE.



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