Eduardo Ambrosio


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LA RIVOLUZIONE RUSSA: Il Bolscevismo

STORIA > NOVECENTO > I PRIMI40 ANNI

La rivoluzione russa del 1917: IL BOLSCEVISMO

La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale, voluta dallo Zar per difendere le posizioni dell' impero, fece ben presto rilevare le arretratezze della società e dello stato zarista e l' impreparazione dell' esercito russo. Inoltre l' allontanamento dei contadini dalla produzione agricola, generò carestia.
Tutto ciò provocò una crisi che sfociò nella famosa Rivoluzione Russa, articolata in due fasi: la prima nel febbraio e la seconda nel ottobre del 1917.

Il movimento che prese il nome di "Rivoluzione di febbraio" ebbe inizio il 7 marzo 1917 con lo sciopero degli operai, a cui si collegarono gli scioperi di altre fabbriche e manifestazioni di massa contro la guerra.
I manifestanti divennero padroni della città e si organizzarono in un Soviet (consiglio) di operai.
Nel frattempo la Duma, sebbene formalmente sciolta, nominò un governo provvisorio, presieduto dal principe
L'VOV (15 marzo); nello stesso giorno lo Zar Nicola II abdicò e così cessò di esistere il potere zarista.
Al
governo provvisorio, che aveva intenzione di ristabilire l'ordine e di continuare la guerra, si contrappone il Soviet di Pietrogrado (costituito dai rappresentanti dei partiti della sinistra).
Il 16 aprile rientrò dalla Svizzera il
capo dei Bolscevichi Lenin, il quale espose le "Tesi di Aprile", secondo cui la borghesia russa era incapace di portare a termine il "processo" rivoluzionario, per cui indicava la necessità di passare subito ad una fase più avanzata della rivoluzione, sostituendo al governo provvisorio un governo dei Soviet.
Si intensificò così lo scontro sociale e la protesta contro la guerra, animata dai bolscevichi. Accettando le Tesi di Aprile i bolscevichi, decisero di passare all' azione nella notte tra il 6 ed il 7 novembre (
iniziava così la rivoluzione di ottobre), occupando militarmente Pietrogrado e conquistando il Palazzo d' Inverno (sede del governo provvisorio).
Lo stesso giorno dell' insurrezione il "
Congresso panrusso dei Soviet" costituì un nuovo governo (Sovnarcom: soviet dei commissari del popolo) presieduto da Lenin e che comprendeva anche Trotzkij come ministro per gli esteri e Stalin come ministro per le nazionalità.
Il nuovo governo sovietico subito si diede da fare emanando i primi decreti che richiedevano:
ai belligeranti, immediate trattative di pace; la ripartizione della terra tra i contadini poveri;
l'esproprio senza indennizzo della grande proprietà terriera;
la creazione di una polizia politica incaricata a stroncare i movimenti controrivoluzionari: la "CEKA".
Ci volle un mese perché la rivoluzione dilagasse nel resto del paese, ma verso la fine di novembre Mosca fu conquistata.L' uscita dalla guerra consentì all' Armata Rossa (esercito sovietico guidato da Trotzkij) di concentrarsi nella guerra civile interna, contro le "armate bianche" anticomuniste, attive in Ucraina e in Estonia, appoggiata dai paesi dell'Intesa, perché scosse dalla paura di una possibile estensione della rivoluzione in altri paesi. Di conseguenza il governo sovietico affidò al partito bolscevico un sistema di gestione autoritaria dall'alto e militarizzata, dell'economia e della società.
Questo frangente fu detto "
comunismo di guerra"che portò: ad un razionamento degli alimenti; a requisizioni forzate delle eccedenze granarie; alla militarizzazione della produzione industriale e addirittura all' imposizione del lavoro obbligatorio.
L'economia sovietica subì, grazie alla "
guerra civile", un notevole crollo e il "comunismo di guerra" suscitò molto spesso agitazioni popolari da parte di contadini, operai e militari.
Questa situazione NEP" (nel 1921), in cui lo stato conservava il monopolio del sistema bancario, del commercio estero e dell' industria ma liberalizzava la produzione ed il commercio dei prodotti agricoli; tutto ciò consentì al paese di fuoriuscire da quella fase di carestia in cui era venuto a trovarsi.
Una volta ottenuta la pacificazione del paese, il 30 dicembre 1922 venne costituita la "
Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche".
Il 21 gennaio 1924 Lenin morì e sorse un altro problema: quello della sua successione. Tra i possibili successori, quello che godeva di maggior autorità era
Trotzkij sostenitore di una "Rivoluzione Permanente" e intenzionato a farla estendere a livello mondiale. Gli si contrappone però Stalin, il cui scopo politico era, invece, quello di consolidare il socialismo in un paese solo, senza impegnare l'U.R.S.S. per ulteriori guerre per "esportare" la rivoluzione.
Il successore sarà Stalin mentreTrotzkij venne prima espulso dal partito, poi esiliato e successivamente assassinato in Messico (nel 1940).
Stalin attuò una politica di consolidamento del regime comunista che contrappose alla NEP, in favore di un grande sviluppo impegnato il paese. Però, questo
"sforzo" produttivo fu possibile in seguito al potere assoluto assunto dal Partito Comunista in ogni settore dell'economia, della cultura e della società.
All'interno dello stesso partito comunista e del paese si affermò, successivamente,
il potere autocratico di Stalin, lo "Stalinismo" (un misto di culto della personalità del capo e di autoritarismo).
Fu questo uno dei periodi di alta tensione, soprannominato
"periodo delle purghe", in cui si diede luogo ad epurazioni e fucilazioni, in cui trovarono la moralmente e politicamente. Altri oppositori furono invece condannati alla deportizione nei campi di lavoro forzato (i Gulag).
Entro la fine del 1938 l'opposizione era stata quasi del tutto eliminata. Però non tutto andò per il meglio. Si potè, infatti, assistere ad un vero e proprio "
disastro delle campagne", in quanto gli effetti della collettivizzazione dell'agricoltura sotto Stalin, furono alquanto disastrosi; non si poteva far funzionare le fattorie collettive senza la meccanizzazione.

La rivoluzione russa del 1917 ha le sue premesse nelle conseguenze della rivoluzione del 1905 dove lo Zar riuscì a sedare la rivolta concedendo le libertà politiche e una assemblea rappresentativa che in seguito a varie modifiche divenne un docile strumento del governo.
Questi anni e quelli che seguirono furono varate numerose riforme ma tutte di stampo conservatore; la situazione all'indomani della prima rivoluzione era di 30.000 famiglie di nobili, alcuni proprietari terrieri e 13 o 15 milioni di famiglie di contadini che vivevano di stenti. Intanto le agitazioni nelle campagne continuavano. Lo Zar per tenere sotto controllo tutta la Russia iniziò un processo di panrussia e cercò di centralizzare tutti gli apparati statali tentando di diminuire la corruzione.
La Russia come tutte le altre nazioni all'inizio del Novecento cercò di avviare un processo di industrializzazione cercando di sviluppare la rete ferroviaria e di attirare i capitali stranieri, quelli che arrivarono furono soprattutto francesi e permisero di creare centri industriali come a Mosca, a Pietroburgo, nel Caspio e negli Urali. In questo periodo gli operai erano circa 2 milioni su 100 milioni di abitanti, presto il loro senso di malessere si aggiunse alle proteste contadine che sfociarono nella rivoluzione del 1905.

La situazione politica in Russia era interpretata da:
il fronte antizarista costituito dai liberali espressione dei proprietari terrieri che volevano uno stato costituzionale;
i socialisti espressione della piccola borghesia divisi in socialisti rivoluzionari e in socialdemocratici, seguaci della dottrina di Marx, a sua volta era diviso in menscevichi (riformisti) e bolscevichi che desideravano andare al potere mettendosi a capo della lotta contadina e operaia.
I
bolscevichi non condividevano la riforma agraria e ciò determinò una frattura interna che portò alla scissione formale con il congresso di Praga del 1912 e alla nascita della socialdemocrazia, chiamato bolscevico che si trasformerà poi in comunista.
Lenin che guidò il partito in questo periodo era molto vicino alla dottrina di Marx, era convinto che la rivoluzione socialista si potesse affermare solo nel paese nel quale si era verificato un accumulo di capitale, ma la Russia era la più arretrata d'Europa, Lenin pensava che ogni volta che il nuovo vinceva sul vecchio era una vittoria per i contadini e operai ed è per questo che appoggiò il dissenso borghese. Nell'imminenza della guerra criticò particolarmente l'interventismo socialista e al congresso dei 12 partiti socialisti europei propose che la guerra imperialistica si trasformasse in guerra civile. Gli avvenimenti del 1917 e il crollo del sistema zarista spinse Lenin a pensare che si potesse saltare la fase capitalistica e trasformare la rivoluzione democratico-borghese in rivoluzione socialista.

In questo periodo rinacquero i
soviet come organismo dei deputati degli operai, dei soldati e dei contadini.
La guerra contribuì ad aggravare le condizioni della popolazione. Alla vigilia della guerra la zarina desiderava l'alleanza filotedesca mentre la classe borghese quella con Francia ed Inghilterra interessati agli investimenti stranieri, i commercianti desideravano con la guerra assorbire l'impero Ottomano e conquistare gli sbocchi al mar Nero, mentre la popolazione subiva le drammatiche conseguenze.
La discordia serpeggiava tra gli operai che negli anni della guerra fecero più di 3000 scioperi,l'atmosfera della campagna era simile a quella del 1905. L'esplosione complessiva si ebbe però tra gennaio e febbraio del 1917.
Il 23 febbraio gli scioperi si trasformavano in rivolta, i rivoltosi non ebbero neanche il tempo di arrivare a marciare su Mosca che, come già detto, lo
zar Nicola II abdicò a favore del comitato della Duma che assunse poteri provvisori. Ma il malcontento saliva soprattutto alimentato dai bolscevichi che desideravano la repentina uscita dalla guerra della Russia e radicali riforme sociali che saranno poi realizzate da Lenin mediante un'elaborazione di un modello di società nuovo.
I soviet chiedevano una cessazione della guerra e una riforma agraria. Lenin approfittando di un'amnistia ritorna in Russia e, nelle
citate TESI DI APRILE, nega ogni collaborazione con il governo della duma, affidando tutto il potere ai soviet, a cui sarebbe seguita la nazionalizzazione delle terra e la loro distribuzione ai soviet dei contadini.
La Duma in seguito ad una sconfitta inferta dalle truppe tedesche dichiarò i bolscevichi fuori legge perché filotedeschi.
La situazione era disastrosa sia dal punto di vista economico che militare c'era bisogno di un governo dittatoriale capace di ristabilire l'ordine. In agosto si verificò il colpo di stato militare che fallì grazie all'apporto fondamentale dei bolscevichi.
Il 10 ottobre il partito centrale ordinò di dare inizio all'insurrezione armata. Il 24-25 ottobre le forze bolsceviche occuparono i punti chiave della città ordinando al governo di arrendersi. Nacque così il nuovo stato che con i decreti di novembre (
nazionalizzazione del territorio) determineranno un nuovo corso della storia.
All'indomani delle elezioni i bolscevichi presero solo 9 milioni di consensi, poiché Lenin era determinato nel suo progetto sciolse tutti gli altri partiti imponendo la dittatura del comunismo. Il 10 luglio 1918 fu emanata la
costituzione della Repubblica Socialista Federativa Sovietica che nel 1922 si chiamerà Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche impostata su una struttura a piramide: dai soviet locali a quelli provinciali fino al Consiglio dei commissari del popolo, istituzioni che dureranno fino al 1991.
Per i bene del paese c'era bisogno di una pace immediata e a tutti i costi che si risolse nel Trattato di Brest-Litovosk con la cessione della Finlandia, dei paesi baltici, delle terre polacche, dell'Ucraina.

I paesi occidentali erano preoccupati di cosa stesse succedendo in Russia perché oltre a temere il mancato riconoscimento dei debiti contratti dai precedenti governi temevano il divampare della rivoluzione ed è per questo che finanziarono le forze antirivoluzionarie in Russia e in tutta Europa.

Gli antirivoluzionari diedero vita all'Armata Bianca che trovò una forte opposizione dell'Armata Rossa i cui scontri portarono all'indipendenza della Polonia mediante il riconoscimento di vasti territori. Per evitare altre azioni di questo tipo si ebbe la costituzione della Terza Internazionale con l'intento di coordinare le azioni dei partiti rivoluzionari contro i propri governi. Si ebbe così la divisione in socialisti riformisti e rivoluzionari.
Con questo nuovo sistema i contadini producevano il minimo indispensabile e alle città arrivavano scarsi approvvigionamenti, il governo ordinò la requisizione forzata dei generi alimentari alla quale i contadini cercavano di opporsi organizzandosi in bande contro le quali era necessario l'esercito. Era ormai finito il comunismo di guerra (1918-20) era suonata l'ora del NEP.
IL comunismo di guerra che aveva salvato la rivoluzione stava conducendo la Russia al disastro.
Fu necessaria una nuova politica economica (le banche furono unificate sotto i soviet). Lenin si era reso conto che l'arretratezza industriale non avrebbe consentito l'applicazione concreta della collettività, allora cerco un momentaneo compromesso tra il nuovo e il vecchio, giungendo a una liberazione regolamentata del sistema economico, che permise la ripresa del commercio tra le campagne e le città. Ma favorì nello stesso tempo lo sviluppo dei proprietari privilegiati nei confronti dei quali si ebbe un indurimento dei tributi. Il padrone nonostante tutto rimaneva lo stato che possedeva il controllo delle grandi industrie e delle attività bancarie.

Nel 1922 nasceva l
'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), democrazia sociale basata sull'uguaglianza tra i cittadini, il riconoscimento del diritto al lavoro, all'assistenza sociale,all'istruzione.
All'apice del potere apparentemente nelle mani dei soviet c'era l'Ufficio politico composta da 4 membri e su tutto primeggiava il partito. L'abbandono della rivoluzione universale permise alla Russia di riprendere i suoi rapporti commerciali con i paesi europei.
Alla morte di Lenin si ebbe una dura lotta per la successione spuntata da Stalin, con il quale ritorniamo ad una concezione marxista del socialismo, realizzabile solo in seguito allo sviluppo di forze tecnico-produttive.
Questa nuova politica era decisamente contraria ai piccoli proprietari terrieri. Ogni opposizione veniva pagata con l'uccisione, la deportazione, le purghe staliniane. Nonostante l'agricoltura ebbe un certo sviluppo era al di sotto delle sue potenzialità, mentre l'industrializzazione subì uno sviluppo che la rese seconda solo agli Stati Uniti. Venne particolarmente trascurata quella leggera. Il governo di Stalin venne denominato
stalinismo inteso come un insieme di burocratismo, autoritarismo e culto del capo illuminato.

La dittatura di Stalin sarà smascherata dal rapporto Kruscev, negli Anni Cinquanta, che la considerò come il prezzo pagato per la distruzione del sistema feudale.



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