Eduardo Ambrosio


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MODERNIZZAZIONE E IDENTITA’ NAZIONALE

STORIA > NOVECENTO > ITALIA, LA REPUBBLICA


MODERNIZZAZIONE E IDENTITA' NAZIONALE:

IL CASO ITALIANO

La MODERNIZZAZIONE è l'insieme di processi che investono produzione e innovazioni con interazione di persistenze antiche e che non vuol dire affatto democrazia anzi spesso l'opposto.

Essa ha come modello di riferimento la GRANDE TRASFORMAZIONE (lo sviluppo non è necessariamente il progresso) i cui periodi cruciali sono: l'età giolittiana, la ricostruzione, il boom economico, la crisi del '68 con le lotte studentesche, la crisi del '69 con le lotte operaie.

L'APPROCCIO METODOLOGICO considera: - la storia sociale, quella italiana; - la storia locale, quella di Napoli; - la microstoria, più adatta per delineare aspetti economico - sociali; - la storia comparata che permette il confronto con situazioni simili.

La MODERNIZZAZIONE dello Stato deve necessariamente fare i conti con il problema della
IDENTITA' NAZIONALE che, in crisi per la particolare genesi, si sviluppa attraverso:
-
l'ipotesi di nazione democratica, anche se la monarchia sarà per il Sud una struttura metatemporale che supera la repubblica (esito referendum istituzionale);
- confronto di idea nazione/patria, prospettata dal ceto politico prodotto dalla Resistenza, Stato liberale monarchico e Stato fascista, imperialista e guerrafondaio alla ricerca continua del consenso di massa;
- il problema della "invenzione della memoria" (i mass media la costruiscono con trasmissioni tipo "come eravamo");
- discontinuità guerra e resistenza, l'élite resistenziale rimarrà un ceto politico limitato e mai na-zionale;
- comparazioni con il caso tedesco (forte nonostante tutto), il caso inglese (ha una precisa collocazione, produce il WELFARE STATE, gestisce la decolonizzazione), il caso francese (collaborazionista in guerra con una resistenza veramente nazionale, supera il travaglio del dopoguerra nel passaggio dalla 4^ alla 5^ repubblica);
- l'influenza della collaborazione internazionale con un appiattimento sulla posizione americana, molto mitizzata;
- il rapporto con le culture dei partiti che esprimono identità collettive rivolte altrove (il PCI guarda all'URSS più che allo Stato italiano);
- l'idea dell'Europa, rivolta, però, solo agli USA.

La
MODERNIZZAZIONE della ECONOMIA, che ha subìto interruzioni nel processo, mai una vera e propria cesura, si attua principalmente dal '45 al '60, il modello sarà improntato sulle esportazioni, sull'industria siderurgica, sui forti investimenti al Sud, sulle migrazioni e si evolve con:
-
una tipologia del modello economico postbellico: riduzione della figura del bracciante, fine della cultura della cascina o villaggio, rapporto sociale privilegiato (la famiglia, dopo la migrazione, resta tale anche nella cultura urbana in quanto essa, ricomponendosi, facilita l'adattamento);
- lo sviluppo dei consumi: genesi della società di massa ( il boom con immagini simbolo come la "ve-spa");
- la cultura della casalinghità (o post mondina), dove non trova posto la donna operaia, la donna è la consumatrice che sceglie i consumi (analisi del destinatario del messaggio pubblicitario cronologicamente: famiglia - casa, giovani - oggetti firmati, giovanissimi - giochi videogames);
- l'emigrazione/immigrazione sarà selvaggia, per l'assenza dello Stato, senza sedimentazioni, l'emigrato è dimenticato; il welfare state solo nella scuola con una massiccia alfabetizzazione (indispensabile per lo sviluppo industriale) e nella sanità (si partorisce in ospedale);
- il processo di terziarizzazione in cui si elimina il lavoro autonomo, si sviluppa lo stato ed il pa-rastato con clientele politiche e dipendenza della società da partiti o sindacati, la profonda trasforma-zione, gestita soprattutto dalla DC, non determina l'unità nazionale, non c'è cultura di solidarietà (il nostro comportamento verso gli extracomunitari è lo stesso che fu riservato a noi emigranti).

La
MODENIZIZZAZIONE delle MICROISTITUZIONI: la famiglia, preposta all'interazione pubblico e privato, registra:
-
mutamenti nella sua struttura, anche se non è l'urbanizzazione che evolve ruoli e strutture;
- uno sviluppo nucleare, il nucleo originario si allarga con numerosi intrecci;
- un'affermazione coniugale, intima con la donna centrale anche nella gestione dei servizi pubblici (lei "caccia le carte") e nei rapporti con lo Stato (la sua dose critica è sempre molto limitata);
- la presenza/assenza dello Stato assistenziale, la famiglia, in sostituzione, sviluppa rapporti amicali e parentali (in ospedale si provvede all'assenza dell'assistenza infermieristica con l'amico o il parente).

Il tutto sviluppa la famiglia ed il FAMILISMO che determina una coscienza civile volta molto più al privato che al pubblico.

Da rilevare che solo la cultura cattolica, portando la donna fuori casa, in parrocchia, ha determinato una, pur se minima, interazione con il pubblico; per contro non è più visibile la donna che, nelle occupazioni operaie, lotta da protagonista come le mondine.

La
MODENIZZAZIONE del MEZZOGIORNO, dal '45 importatore consumistico della produttività del Nord, conia nuove categorie di lettura sia per la difficile modernizzazione senza sviluppo che per i peculiari rapporti istituzionali deputato - prefetto - notabile così riassumibili:
- l
a nuova storiografia con la crisi della categoria dell'arretratezza da valutare non in modo indistinto alla Gramsci, ma attraverso l'individuazione delle differenze territoriali: distinguere i "molti" Mezzogiorno;
- l'influenza del mercato che ha inserito elementi dinamici nell'economia del Sud;
- l'agricoltura del sottosviluppo;
- élite urbane (il Sud non è solo campagna ma anche realtà e luoghi urbani) e intervento dello Stato;
- il ruolo della struttura familiare (il familismo, soprattutto nei piccoli centri di provincia, sviluppa una morale contraria allo spirito pubblico) tra persistenza e mutamento.




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