Menu principale:
UNIVERSITA' > LEZIONI SVOLTE IN ANNI PRECEDENTI > STORIA: IL NOVECENTO
L' ITALIANA QUALE DEMOCRAZIA?
La storia repubblicana, sviluppatasi sul filo dell'antifascismo dal 1943 in forma sì democratica, ma molto variamente connotata sia per la forte conflittualità delle classi sia per la forte diversità geografica, va rigorosamente analizzata nelle sue fasi politiche per una corretta applicazione della storia al presente.
Si possono individuare in ordine cronologico varie DEMOCRAZIE:
Per cercare di interpretare la politica italiana dalla fine del Secolo Breve (1989 -1991), possiamo rilevare che non essendosi più alimentata, per la formazione dei partiti, dai movimenti collettivi di massa, questi ultimi sono improvvisamente esplosi perché le élites istituzionali non sono più riuscite a dar voce alle forze sociali; così queste, come un terremoto, hanno rotto la crosta istituzionale, creato mete, valori e si sono affidate alla guida di leader carismatici.
Movimento studentesco, gli hippy e il femminismo > laicizzazione della società e alle leggi sull'aborto, il divorzio, ecc. Dal movimento studentesco sono emersi piccoli partiti marxisti.
Il nuovo equilibrio si è rotto alla fine degli anni Ottanta con il crollo del muro di Berlino. Molti che votavano Dc per timore di una dittatura di tipo sovietico si sono sentiti liberi. È nato così nel Nord il primo nuovo movimento collettivo, la Lega
Mani Pulite distrugge i partiti di governo, Dc, Psi, Psdi e Pri. Doveva essere il trionfo del rinnovato Pci - Pds, ma, nel 1994, improvvisamente è esploso il movimento di Forza Italia sotto la guida carismatica di Berlusconi.
La Sinistra, invece, dopo il '68, non ha più avuto movimenti, ma solo agitazioni come la pantera, i girotondi, l'onda che non hanno portato alla formazione di nuovi progetti, di nuovi leader: ed è per questo che oggi si trova indebolita.
Le nuove sfide della globalizzazione
Riconquistare un senso di padronanza del nostro destino è una risposta alle tendenze populiste del decennio (1998 - 2008), le quali trasformano la società civile in audience televisiva. La storia non è una prigione, tocca a noi scrivere la nostra.
Ci riusciremo: smentiremo i profeti della paura.
Dagli anni Novanta la globalizzazione ( = intreccio non unione di popoli) propone, con i vertici economici, un modello oligarchico della gestione economica mondiale; il NO-PROFIT (O.N.L.U.S.: Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) risorse Immateriali (capacità artigianali ed artistiche, volontariato, ecc.).
In campo macroeconomico con la globalizzazione si supera anche il concetto di multinazionale e si formano RETI di grandi imprese e, in Italia, la riconversione è vincente con la piccola impresa >DISTRETTO produttivo.
Globalizzazione > glocalismo > meticciati.
Agire localmente e pensare globalmente
È necessario globalizzare dal basso per democraticizzare il processo, non tanto dal punto di vista economico (Euro a esempio), ma da quello umano per la democrazia.
Il "locale" non è una fetta della torta ma un "ingrediente" che la pervade tutta.
"sapienza ambientale" > "Pianeta sociale" "società liquida".
a fragilità dei legami sociali > lo straniero è sempre pericolosamente alle "porte di casa" > "non-persone".
La globalizzazione, infatti, accentua i processi di spoliticizzazione. " cittadinanza globale"