Eduardo Ambrosio


Vai ai contenuti

Menu principale:


PICO E L'UMANESIMO

FILOSOFIA

PICO DELLA MIRANDOLA

Uno dei personaggi più interessanti e inquietanti del Rinascimento è Giovanni Pico, conte della Mirandola
Ricchissimo (almeno dieci volte più del nostro Berlusconi) e bellissimo, con il cervello di dieci premi Nobel, era un uomo geniale. Dall'esame del DNA fatto dopo la riesumazione (del 26 luglio 2007) si è accertato che aveva un cervello superiore alla norma (1770 cc.) ed era alto 188 cm.
Umanista, filosofo, cultore di cabala, avversatore dell'astrologia. Spese la metà del suo patrimonio in libri. Per tutta la sua breve vita, morì a 31 anni
(avvelenato con l'arsenico - pratica molto diffusa, nel Quattrocento furono avvelenati papa Innocenzo VIII, Lorenzo de' Medici, Poliziano - probabilmente per gelosia da Piero, figlio di Lorenzo de' Medici) ha cercato la conoscenza, il vero dono divino, la cosa più importante della vita di un uomo, ovunque essa porti. A 23 anni pubblicò le 900 tesi, una summa di proposizioni dialettiche, morali, fisiche, matematiche, teologiche, magiche, cabalistiche, sia proprie che dei sapienti caldei, arabi, ebrei, greci, egizi e latini e propose di discutere queste tesi in un Concilio dei Saggi (visto come l'occasione per arrivare a qualcosa di più profondo, data la sua ossessiva ricerca della perfezione e del numero perfetto: 900 + 99 = 999 cha alla rovescia diventa 666, il numero del Diavolo) delle tre religioni monoteistiche per rivendicare un Dio unico. Ma il convegno non ci fu mai, e, nel 1487, alcune delle sue tesi (tredici) vennero giudicate eretiche con la messa all'Indice e al rogo del suo libro (mai più ristampato fino al secolo dei Lumi) e Pico condannato da papa Innocenzo VIII. Lorenzo de' Medici gli salvò la pelle, ma non riuscì ad ottenere il perdono del papa.

Lo studioso Carlo A. Martigli ha immaginato in un romanzo molto verosimile che oltre alla 900 tesi Pico avesse scritto 99 conclusioni segrete sulla natura femminile di Dio, come Maria Creatrice. Un segreto che il Vaticano nasconde e avversa dai tempi di Efeso (dove, nel 431 d. C., nel concilio ecumenico, si discusse di cristologia e della natura di Maria e si stabilì che essendo la madre di Dio, e non di Cristo, le venisse attribuita la qualifica di Theotokos e non di Christotokos come volevano i puristi della Chiesa) in poi. E forse non è un caso se pochi giorni dopo avere affermato << Dio è madre>> papa Luciani morì all'improvviso suscitando molti interrogativi. Anche i Hitler si interessò a questi segreti per negare la paternità della Chiesa a Pietro e sostituirlo.

Probabilmente Pico avrebbe voluto presentare al mancato concilio (visto come una grande occasione culturale), anche L'orazione sulla dignità dell'uomo (definito il manifesto dell'Umanesimo), un'opera rivoluzionaria perché fino a quel momento la "dignità" era solo divina.

Pico fu riabilitato dal nuovo papa Alessandro VI che da vero Borgia lo fece in modo fariseo: pur di non ammettere un errore della Chiesa affermò, con un assurdo logico, che quelle tredici tesi rimanevano eretiche, ma non poteva dirsi altrettanto del suo autore.

Anche l'epigrafe sulla tomba è un enigma, che recita:
<<
Sì Ioannes iacet hic Mirandula caetere norunt et Tagus et Ganges foran et antipodes (Qui giace Giovanni Mirandola, il resto lo sanno il Tago, il Gange e forse anche gli antipodi)>>.





Torna ai contenuti | Torna al menu