Eduardo Ambrosio


Vai ai contenuti

Menu principale:


IPAZIA, UNA DONNA

FILOSOFIA

IPAZIA
Scienziata, bella, libera. Prima martire della Ragione

Ipazia era tante cose: astronoma, matematica, musicologa, filosofa, medico e rappresenta l'origine femminile della razionalità come origine femminile della poesia fu Saffo e della filosofia Aspasia.
Visse nel IV secolo d. C. ad Alessandria d'Egitto (dove era nata intorno al 370 d. C., figlia del matematico Teone) e insegnò nella celebre biblioteca (500mila volumi) fino a quando il <<grattacielo>> del sapere antico fu distrutto dalle fiamme appiccate dai soldati romani (verso l'anno 400, anche se varie fonti parlano del 270). Non fu solo scienziata, ma anche sacerdotessa pagana, fondendo i confini tra religione e scienza in maniera diversa da come faceva il Cristianesimo dominante. E per questo motivo fu barbaramente uccisa nel marzo del 415 d. C. Dei sicari del vescovo di Alessandria Cirillo (nemico del prefetto romano Oreste a sua volta amico e protettore di Ipazia) la aggredirono per la strada e la scarnificarono con conchiglie affilate (malgrado l'amicizia con Sinesio, vescovo di Tolemaide, che seguiva le sue lezioni, i fondamentalisti temevano che la filosofia neoplatonica e la libertà di pensiero di Ipazia avessero un'influenza pagana sulla comunità cristiana di Alessandria). I suoi resti furono dati alle fiamme nel Cinerone, dove veniva bruciata la spazzatura. E quel giorno i monaci esultarono con le parole di Sant'Agostino, per il quale la donna è solo <<immondizia>>.

Di lei hanno scritto Edward Gibbon, che ha definito il suo assassinio <<una macchia indelebile>> nella storia del cristianesimo, Mario Luzi, che le dedica il poemetto Il libro di Ipazia, e, ancor prima, Voltaire, Diderot, Leopardi, Pascal, Calvino.
Lo storico della scienza
Adriano Petta, infine, con il romanzo: Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo, ne fa un appassionato racconto.

Ipazia è descritta come bella, intelligente, buona e generosa (la stessa Chiesa la definisce straordinaria) amata da tutti. Erede del pensiero antico, aveva rifiutato di convertirsi al cristianesimo; diceva: "
Se mi faccio comprare, non sono più libera, e non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera".
L'atroce morte di Ipazia è dovuta in quanto donna, la fecero a pezzi nella cattedrale cristiana per rendere quel massacro un simbolo, un sacrificio ma, nello stesso tempo, anche l'annuncio dell'esclusione, nel cammino dei secoli, di metà del genere umano, quello femminile, dal mondo della scienza, dove attualmente solo il cinque per cento dei posti di comando è al femminile.

Il ruolo di Ipazia nella storia della scienza è rimasto misconosciuto, molti ignorano che la scienza sperimentale non ha soltanto un padre, Galileo, ma anche una madre, che visse 1200 anni prima.

Ipazia, unica donna matematica per oltre un millennio, inventò l
'astrolabio, per studiare i cieli, l'aerometro, per misurare la densità dei gas, e l'idroscopio, per esplorare il fondo marino.

Scienziata rispettata dagli uomini, veniva consultata dai politici di tutta l'aria mediterranea e aveva credito presso la corte di Costantinopoli. Insegnava le sue scienze per strada, per portare il sapere tra la gente comune. Sfidò le leggi di ciò che era socialmente accettabile, ma, per essere tutto questo rinunciò all'amore: alle richieste d'amore del discepolo Shalim rispondeva di essere sposata alla scienza, ma che, se anche volesse, quel giorno è la biologia a preservarla: ha le mestruazioni, e non cederà.



Torna ai contenuti | Torna al menu