Eduardo Ambrosio


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EQUILIBRIO MONDIALE, GEOPOLITICA E LA BOMBA

STORIA > NOVECENTO > IL DOPOGUERRA

L'EQUILIBRIO MONDIALE, GEOPOLITCA E LA STRATEGIA DELLA BOMBA

Analizziamo il "sistema dell'equilibrio" (balance of power) ed il "sistema bipolare elastico" (prodotto dalla Guerra Fredda) con le rispettive regole (secondo Morton A. Kaplan, 1966).

Il
primo (sistema dell'equilibrio) è un sistema sociale internazionale che non ha come sua componente un sottosistema politico ed è collettivo cooperativo con relazioni multilaterali.,
Benché strutturato su rapporti di forza, la gerarchia non è il principio istituzionale d'ordine; gli attori che ne fanno parte sono esclusivamente attori nazionali (come Francia, Germania, Italia, ecc.).
Devono esserci almeno cinque attori nazionali essenziali perché il sistema possa funzionare ed il ruolo equilibratore o volano (come ad esempio è stata l'Inghilterra) rappresenta una funzione integrativa , che serve a prevenire il predominio di un'alleanza.

Anche il
bipolare elastico è un sistema sociale internazionale che non ha come sua componente un sottosistema politico, ma gli attori che ne fanno parte possono essere sovranazionali (o attori di blocco, come NATO e WTO) o universali (es.: ONU), quasi tutti gli attori nazionali (sicuramente i più importanti) sono compresi nell'organizzazione dell'attore universale (o organizzazioni sovranazionali, in pratica i due blocchi).
Il sistema è gerarchico ma non formalizzato (con varianti solft: egemonia, leadership, influenza), sviluppa
relazioni di tipo stellare o multibilaterale (ogni membro tratta con il centro ed è a pari dignità con gli altri) con una struttura asimmetrica di tipo feudale tra membro egemone e clienti, determina uno scambio protezione/obbedienza con una garanzia unilaterale da parte del membro egemone e un effetto livellatore con una sostanziale eguaglianza tra i clienti (si parla di desovranizzazione o denazionalizzazione).

Il sistema dell'equilibrio presenta le seguenti 6 regole:
1. incrementare le proprie risorse, ma trattare piuttosto che combattere;
2. combattere piuttosto di non poter incrementare le risorse;
3. smettere di combattere piuttosto che eliminare un attore essenziale;
4. opporsi ad ogni coalizione o attore singolo (es.: l'avventura napoleonica) che tendano ad assumere una posizione predominante nel sistema;
5. opporsi agli attori che sottoscrivono i principi dell'organizzazione sovranazionale;
6. permettere all'attore nazionale sconfitto o in difficoltà (es.: la Germania dopo la prima guerra mondiale) di rientrare nel sistema come partecipante accettabile, o agire per portare un attore prima non essenziale in questo ruolo.

Trattare tutti gli attori essenziali come partner accettabili.

Le regole del sistema bipolare elastico sono invece 12:
1. i blocchi fondati su principi di integrazione gerarchica o a gerarchia mista cercano di eliminare il blocco rivale;
2. i blocchi fondati su principi di organizzazione gerarchica o a gerarchia mista preferiscono negoziare piuttosto che combattere, combattere guerre minori piuttosto che grandi guerre e, a certi rischi e costi, combattere grandi guerre piuttosto che perdere l'occasione di eliminare il blocco rivale;
3. tutti gli attori di ogni blocco cercano di incrementare le loro risorse rispetto a quelle del blocco opposto;
4. gli attori dei blocchi che non si fondano su principi gerarchico negoziano piuttosto che combattere per incrementare le proprie risorse, combattono guerre minori piuttosto che perdere l'occasione di incrementarle, ma non intraprendono grandi guerre per questo scopo;
5. gli attori dei blocchi entrano tutti nelle grandi guerre piuttosto di permettere al blocco rivale di raggiungere una posizione di preponderanza;
6. tutti i membri di un blocco subordinano gli obiettivi dell'attore universale a quelli del proprio blocco, in caso di grave contrasto tra questi e quelli, ma subordinano gli obiettivi del blocco rivale a quelli dell'attore universale;
7. tutti gli attori nazionali che non appartengono ai blocchi (i non allineati) cercano di adeguare i loro obiettivi nazionali a quelli dell'attore universale e cercano di subordinarvi anche quelli degli attori dei blocchi;
8. gli attori dei blocchi cercano di allargare la partecipazione al loro blocco ma tollerano la posizione di non membro di un determinato attore nazionale se l'alternativa è quella che l'attore sia costretto a raggiungere il blocco rivale o a sostenerne gli obiettivi;
9. gli attori nazionali che non fanno parte dei blocchi cercano di ridurre il pericolo di guerra tra gli attori dei blocchi;
10. i non membri dei blocchi rifiutano di sostenere la politica di un blocco contro l'altro se non in quanto membri di un attore universale;
11. gli attori universali cercano di ridurre l'incompatibilità tra i blocchi;
12. gli attori universali cercano di mobilitare gli attori nazionali non membri di blocchi contro i casi di grave deviazione, come il ricorso alla forza da parte dell'attore di un blocco. Questa regola, se non controbilanciata da altre, potrebbe portare l'attore universale a diventare il prototipo di un sistema internazionale universale. (Gli USA snobbano le assemblee dell'ONU perché in esse la maggioranza è di attori minori del Terzo Mondo).


LA GEOPOLITICA

La storia è dominata dal conflitto tra le potenze continentali e le potenze marittime.

S
econdo Mackinder (1861-1947) il primato spetta al potere continentale che trae origine da quella gigantesca fortezza naturale insediata nel cuore dell'Eurasia: essa è definita Pivot (perno) Area o Heartland. Da qui si sono irradiate nella storia (a partire dai barbari) le grandi invasioni verso la fascia peninsulare, la "mezzaluna interna" (inner or marginal crescent), soprattutto in direzione dell'Europa. Dopo la scoperta dell'America, gli Stati della mezzaluna interna (o anello marginale interno) hanno occupato la "mezzaluna esterna" (outer crescent): cioè le Americhe, l'Africa subsahariana, l'Australia, rovesciando i rapporti di potenza e determinando la superiorità delle potenze marittime continentali.

Alla fine dell'Ottocento, la costruzione delle ferrovie in Russia e l'espansione industriale della Germania ridanno vigore e prospettiva alla Pivot Area o Heartland. Di qui la necessità per la Gran Bretagna di abbandonare lo "splendido isolamento" dell'età vittoriana: allearsi con la Francia, rompere con la Germania, allestire un esercito e stabilire un asse preferenziale con la "mezzaluna esterna" (cioè gli Stati Uniti).
L'Alleanza transatlantica - cuore della strategia occidentale nella Guerra Fredda - si avvalse di questa visione geopolitica.
A giudizio di Spykman (1893-1943), sono invece le potenze del Rimland (Europa, Medio Oriente, Sud Est Asiatico, Giappone) a provocare i grandi conflitti.
Dal Rimbland sono partiti storicamente gli assalti al potere mondiale (Napoleone, la Germania prima guglielmina e poi nazista, il Giappone, ecc.).

Dopo la Guerra Fredda e la fine della "minaccia" sovietica, gli Stati Uniti stanno rivalutando la visione geopolitica di Spykman, guardano con sospetto e timore al successo della nuova Germania unificata, del Giappone (i suoi storici avversari nella seconda guerra mondiale) e al futuro di grande potenza della Cina: le tre potenze sono tutte comprese nella fascia peninsulare che circonda l'Eurasia (denominata, appunto, Rimland).

Da quanto premesso si possono sintetizzare due teorie, una del potere continentale e una del potere marittimo, le stesse restano comunque binarie.

Per la prima, valutando con Mackinder le varianti Pivot Area o Hertlant (cuore dell'Eurasia e centro propulsore della conflittualità mondiale), Isola del mondo (Asia-Europa-Africa), inner or marginal crescent (Cina, India, M.Oriente, Europa) e outer crescent (Americhe, Africa subsahariana, Australia), si ottiene:

- TESI: chi domina il cuore della terra, domina L'Eurasia e chi domina L'Eurasia, domina il mondo;

- OBIETTIVI: contrastare l'eurasismo, impedire l'unità continentale euro-asiatica e tenere separate Germania e Russia;

- STRUMENTI: ideale geopolitico: la "pace" di Versailles, valorizzazione del ponte atlantico (Mahan);

- SUCCESSO TEORICO CON LA GUERRA FREDDA: indiretta influenza ideologica sulla guerra fredda, sulla dottrina del containment di Truman - Kennan e sull'approccio navalista degli USA.

Per la seconda, considerando con Spykman le varianti Heartland (potenza continentale) e Rimbland (fascia peninsulare e insulare che circonda l'Eurasia, centro propulsore della conflittualità mondiale), si ottiene:

- TESI: chi domina il Rimbland domina il mondo;

- OBIETTIVI: prevenire l'unificazione del Rimbland, impedire che il Rimbland assoggetti l'Eurasia;

- STRUMENTI: basi militari in Europa e in Estremo Oriente, rapporto preferenziale con la Russia;

- RIVALUTAZIONE DOPO LA GUERRA FREDDA: evitare la formazione di una o più egemonie nel Rimbland (ad es.: della Germania, del Giappone e della Cina), opzione strategica del "Russia First" con preoccupazione per l'unità politico-militare dell'Europa.


L'EVOLUZIONE DEL PENSIERO STRATEGICO

LE DUE SCUOLE SULLA "BOMBA"
Gli armamenti nucleari, uscendo dagli schemi convenzionali, hanno condizionato in modo sempre crescente le strategie di difesa e di offesa. Gli attori in gioco perseguono soprattutto la strategia del "secondo colpo" o di replica per un effetto paralizzante, anche se resta poca la credibilità sulla reale possibilità della guerra nucleare, comunque il bisogno di rendere efficace la deterrenza impone una ricerca sempre più sofisticata.

Sull'utilizzo della bomba atomica possono essere distinte due scuole di pensiero:
- per la prima, la WAR AVOIDANCE, le armi nucleari non sono "armi" e hanno pura funzione "dissuasiva", la guerra nucleare è un unico e incontrollabile evento per cui le armi nucleari hanno solo valore strategico (ultima estrema risorsa); target: obiettivi controvalore (città, grandi concentrazioni urbane, aree industriali, ecc.); infine sono deterrence by punishment (deterrenza per punizione) quindi concetto dissuasivo, se fallisce la dissuasione si passa alla massive retaliation (rappresaglia massiccia) o Mutual Assured Destruction (MAD);
- per la seconda, la STRATEGIA DELLA VITTORIA, le armi nucleari sono vere "armi" e possono essere usate in caso di crisi, la guerra nucleare può gestita e l'escalation può essere controllata per cui le armi nucleari possono acquisire un valore tattico (intra-war deterrence); target: obiettivi controforza (basi militari, installazioni, difese strategiche, ecc.); infine deterrence by denial (deterrenza per impedimento) quindi concetto operativo per cui una risposta flessibile (passaggio dal convenzionale al nucleare) con opzioni nucleari limitate (armi tattiche miniaturizzate.




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