Eduardo Ambrosio


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LE ISTITUZIONI

UNIONE EUROPEA


LE ISTITUZIONI EUROPEE

SOMMARIO: LE ISTITUZIONI , I PAESI (più grandi) PRIMA DELL'UNITA', CONSIGLIERE COMUNALE AGGIUNTO



LE ISTITUZIONI

All'origine delle istituzioni vi è la volontà di "porre le fondamenta di un'unione sempre più stretta fra i popoli europei". Con il crescere delle responsabilità, anche le dimensioni e il numero delle istituzioni sono andate aumentando. Nei primi venti anni di esistenza della Comunità, il compito della Commissione era di proporre, quello del Parlamento di formulare pareri, quello del Consiglio dei ministri di decidere e quello della Corte di giustizia di interpretare.

Nel corso degli ultimi venti anni il Parlamento europeo, eletto a suffragio universale diretto, ha acquisito nuovi poteri, è stata creata la
Corte dei conti, la Banca europea per gli investimenti si è affermata come un'importante fonte di finanziamento dello sviluppo economico, il Comitato economico e sociale ha dato la dimostrazione di quanto utili siano la discussione e la cooperazione tra gli interlocutori economici e sociali e, di recente, è stato istituito il Comitato delle regioni, con il compito di dar voce agli interessi e alle diversità regionali.

Queste istituzioni cooperano strettamente e in modo costruttivo, per il bene di tutti i cittadini europei.

Il buon funzionamento dell'Unione europea è affidato a
cinque istituzioni:
- il Parlamento europeo (eletto dai cittadini degli Stati membri),
-
il Consiglio (che rappresenta i governi degli Stati membri),
-
la Commissione (organo esecutivo e titolare del diritto d'iniziativa legislativa),
- l
a Corte di giustizia (che garantisce il rispetto del diritto),
-
la Corte dei conti (che controlla la gestione finanziaria dell'Unione).

Tali istituzioni si avvalgono dell'aiuto di altri organi:
- i
l Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni (organi consultivi che rappresentano le diverse categorie della vita economica e sociale e delle regioni dell'UE),
-
il Mediatore europeo (abilitato a ricevere le denunce dei cittadini dell'Unione nei casi di cattiva amministrazione comunitaria),
-
la Banca Europea per gli investimenti (l'istituzione finanziaria dell'UE),
-
la Banca centrale europea (responsabile della politica monetaria della zona euro).


Il Parlamento europeo
Rappresenta i circa 500 milioni di cittadini dell'Unione europea e le sue funzioni sono analoghe a quelle di ogni altro parlamento:
approvare leggi ed esercitare un'azione di controllo sull'attività del potere esecutivo.
Oggi esso è in grado di adempiere questo suo duplice compito più efficacemente che in passato, perché le sue competenze sono state gradualmente ampliate ed i suoi poteri rafforzati, prima con l'Atto unico del 1987, quindi con il Trattato sull'Unione europea del 1993.
I
seggi del parlamento europeo: Alle prime elezioni quando l'Europa non era ancora composta dai 15 stati oggi presenti, si presentava con un numero minore di seggi, questo perché l'Unione ha riscontrato il bisogno di una maggiore partecipazione degli altri stati.

Il Consiglio dell'Unione Europea
Il Consiglio provvede al coordinamento generale delle attività della Comunità europea, il cui scopo principale è la creazione ed il mantenimento di un mercato interno, vale a dire di uno spazio senza frontiere interne che assicuri le quattro libertà di circolazione (beni, persone, servizi e capitali) cui si è ormai aggiunto compiutamente la moneta unica. Il Consiglio è inoltre responsabile della cooperazione intergovernativa nei settori, da un lato, della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e, dall'altro, della giustizia e degli affari interni (GAI) che comprendono, tra l'altro, le questioni in materia di immigrazione e di asilo, la lotta contro il terrorismo e la droga e la cooperazione giudiziaria.

La commissione europea
Per il suo ruolo e le sue responsabilità, la Commissione europea si colloca al centro del processo decisionale dell'Unione europea. Per certi aspetti, essa è il vero e proprio cuore dell'Europa, dal quale le altre istituzioni traggono gran parte della loro energia e la loro ragione d'essere.

La Corte di Giustizia
Se il diritto comunitario è riuscito ad impiantarsi così in profondità nella realtà giuridica degli Stati membri, ciò è dovuto al fatto che tale diritto è stato concepito, interpretato ed applicato da parte dei cittadini, delle amministrazioni e dei giudici di tutti gli Stati membri come un corpo uniforme di norme che i singoli hanno facoltà di invocare direttamente dinanzi ai rispettivi giudici nazionali. Le decisioni della Corte hanno fatto del diritto comunitario una realtà per i cittadini europei ed hanno avuto spesso importanti ripercussioni sul piano costituzionale ed economico.

La Corte dei conti
Alcuni considerano la Corte dei conti come la "coscienza finanziaria" dell'Unione europea, altri come un "cane da guardia" delle sue casse. In ogni caso, essa garan-tisce il rispetto dei principi etici, amministrativi e contabili. Le relazioni della Corte sono una ricca fonte di informazioni sulla gestione delle finanze dell'Unione europea e un elemento di pressione sulle istituzioni e su quanti hanno, a livello amministrativo, la responsabilità della loro gestione.

Il Mediatore Europeo
Il Mediatore detiene ampi poteri di indagine: le istituzioni e gli organi comunitari sono tenuti, a certe condizioni, a fornirgli tutti i documenti e le testimonianze richiesti; egli può inoltre ottenere informazioni dalle autorità nazionali. Il Mediatore è abilitato a fungere da conciliatore fra i cittadini e l'amministrazione comunitaria. Il Mediatore è abilitato a formulare raccomandazioni alle istituzioni CE e può deferire i casi sottopostigli al Parlamento europeo affinché quest'ultimo possa eventualmente trarre conclusioni politiche dalla posizione assunta dall'amministrazione.




I PAESI (più grandi) PRIMA DELL'UNITA'

Le differenti situazioni economiche, politiche e sociali degli altri maggiori paesi europei prima dell'unità.

Il Portogallo riscontrava in un passato non molto remoto un distacco dall'europeismo, si presentava infatti economicamente e politicamente lontano dalla costruzione di un' Europa democratica e decisa a contrastare la sopravvivenza di nazionalismo e razzismo.
Una breve parentesi del miglioramento delle condizioni si ebbe sotto il governo Pombal nel periodo dell'illuminismo con il definitivo risanamento della situazione nel 1985 dopo la rivoluzione "dei garofani" e dopo la drastica cura di risanamento apportata dal governo Soares e dal socialdemocratico Cavaco Silva .

La Spagna
si presentava in una situazione politica e storica assai simile a quella del Portogallo. Erano presenti molti latifondi e questo era in controtendenza con l'avvenire dell'Europa. La condizione politica era basata sul governo della monarchia autoritaria, innestata da Alfonso XIII di Borbone, che continua ancora con la monarchia parlamentare di Juan Carlos I di Borbone. L'ingresso di Spagna e Portogallo nella Comunità europea è formalizzato alla fine del 1985 e per la volontà mostrata, ai due paesi iberici non mancheranno ricono-scimenti da parte della Comunità stessa.

La Grecia ha avuto per un secolo e mezzo una vicenda politica assai travagliata. È stata sot-tomessa a varie dinastie tedesche e danesi. Questa fase è stata più volte intercalata da mo-menti repubblicani e parlamentari. In questo periodo risultano premi-nenti il quindicennio del governo di destra con Karamanlis e quello di Giorgio Papandreou. L'ingresso della Grecia nell'unione europea giunge in due tappe, nel 1979 e nel 1981, e porta così alla svolta politica avuta nell'ottobre 1981 con la vittoria socialista di Andrea Papandreou.

La Francia è uno dei paesi di punta dell' Europa continentale. Anch'essa passa la sua storia attraverso stadi politicamente non perfetti. Con l'avvento di De Gaulle nel 1958 in Francia nasce un regime semi-presidenziale per arginare la piega presa dalla vita politica e istituzionale del paese. Nel periodo che va dal 1962 al 1974 c'è l'affermarsi del presidenzialismo gollista pompidouiano fondato sul fatto che la maggioranza parlamentare segue lo stesso orientamento politico del presidente, sia sul dato che questi è il capo riconosciuto di tale maggioran-za, obbediente e disciplinata. Dal 1974 c'è la svolta con le elezioni presidenziali (a causa della morte di Pompidou) vinte da Giscard, repubblicano indipendente sul socia-lista Mitterand, con il ridimensionamento dell'UDR e con l'ascesa di Chirac, primo ministro gollista.
La Francia borghese e liberale da questo momento sembra in ripresa e Giscard può muoversi con più scioltezza. Con la vittoria di Mitterand alle presidenziali dell'81 in parlamento i socialisti conseguono la maggioranza assoluta e i comunisti entrano in governo. Nel 1985 c'è la revisione del sistema elettorale maggioritario con la rappresentanza proporzionale: marcia indietro sui provvedimenti scolastici (scuole private) e sull'economia suscitando parecchie irritazioni. Nella primavera del 1990 c'è la nuova vittoria di Mitterand e dei socialisti, ma c'è anche una sostanziale parità delle forze in campo.

Germania, La situazione politica in cui si trovava la Germania non doveva favorire molto il suo avvento nella comunità. Dobbiamo ricordare che sino al 1990 e pochi mesi prime delle votazioni per la comunità la Germania si presentava ancora divisa in occidentale ed orientale, ma nonostante ciò la Germania ha sempre partecipato alle istanze comunitarie anche con le elezioni del 1979 e del 1984 anche se senza grandi successi ed ora è diventato il punto cardine dell'economia della unione. Dobbiamo inoltre men-zionare che la parte orientale si presentava a queste votazioni con qualche handicap, infatti non aveva familiarità con l'idea e la prassi dell'alternanza (la dialettica politica e partitica è nei fatti assai più serrata e complicata, e so-prattutto è fortemente influenzata dalla dimensione federale regionale, importantissima anche in termini elettorali, oltre che della comparsa sulla scena dei verdi e dei neonazisti). Questa parte di Germania ha dovuto imparare prima a comportarsi da nazionale, poi da comunitario, ma ciò è stato superato con gran successo negli anni.

La Gran Bretagna si presentava come il paese modello e battistrada sia sotto il profilo economico - sociale, sia sotto quello politico - costituzionale. Sin dagli inizi del XVII sec. La Gran Bretagna si presentava con un forte parlamento liberale classico fondato sulla responsabilità del governo, sul bipartitismo e sul sistema maggioritario. Nel quadro politico dei dieci anni prima della votazione la Gran Bretagna arriva con un nuovo leader del partito conservatore, la "lady di Ferro", Margaret Thatcher improntando un neoliberismo che solleva l'Inghilterra dai suoi recenti problemi economici riuscendo a risolvere anche parecchi problemi sul piano sociale e politico. Gli ultimi mesi prima delle votazioni segnalano un ulteriore irrigidimento della lady di ferro per tutto ciò che da vicino o da lontano rimanda al processo di unificazione politica d'Europa, dalla concertazione monetaria e finanziaria ai progetti di governo sopra-nazionale. L'Inghilterra, insomma, guarda sì al 1992, ma ritiene pure, con la sua signora - primo ministro, che oltre la scadenza del 1992 non sia realistico né desiderabile andare oltre.





ELEZIONE DEL CONSIGLIERE COMUNALE PER GLI IMMIGRATI

La legge sull'elezione del consigliere comunale aggiunto per gli immigrati, proveniente dalla Convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, fatta a Strasburgo il 5 febbraio 1992 e ratificata dal Parlamento Italiano con legge n.203 dell'8 marzo 1994, stabilisce l'obbligo di porre in opera gli strumenti istituzionali più adeguati a consentire la rappresentanza e la partecipazione dei residenti stranieri alla vita pubblica delle collettività in cui essi si collocano, il tutto in linea con i principi costituzionali italiani.

Esempio concreto di applicazione della legge sopraindicata è il Comune di Pompei (disponibile delibera del Consiglio Comunale, il volantino pubblicitario per l'elezione del rappresentante dei cittadini stranieri residenti in Pompei, nonché la traduzione della Convenzione e della legge n. 203).

Da notizie assunte presso il Comune di Pompei:
E' la prima volta che in Italia l'Amministrazione di un ente locale si appella alle clausole della Convenzione di Strasburgo e apre le porte alla rappresentanza straniera. Se poi i primi portavoce di un'iniziativa simile sono di una città del Sud, l'evento è straordinario. Infatti il sindaco di Pompei (Sandro Staiano) insieme all'assessore alla Trasparenza (Carmen Capolupo) e a tutta l'Amministrazione hanno preso l'iniziativa di indire la
ELEZIONE DEL CONSIGLIERE COMUNALE AGGIUNTO PER GLI IMMIGRATI del COMUNE DI POMPEI.
La cronaca dell'evento: I candidati erano tre: il serbo Milord Jovanovic, 48 anni, di Ozdaci (escluso all'ultimo momento per irregolarità nel permesso di soggiorno); la peruviana Maria Rosa Corvacho, 27 anni, di Lima; il marocchino Anouar Said, 36 anni, di Baghoura.
Gli stranieri residenti a Pompei con la cittadinanza italiana sono 110. Hanno votato 46 elettori, il 29 ottobre 1995 dalle ore 9 alle ore 20 nell'aula consiliare del Comune di Pompei. Ha vinto con 42 voti di preferenza Maria Rosa Corvacho, nata a Lima il 3.2.68, laureata in economia e commercio. Non avrà diritto di voto ma solo di parola nel Consiglio rappresentando così la portavoce degli stranieri.
La signora Corvacho, in una intervista al "Giornale di Napoli", afferma di non avere avuto eccessive difficoltà di inserimento, una volta giunta a Pompei; che i razzisti esistono dappertutto e che non sono mancate persone che le hanno dato dell' "
indios venuta in Italia solo per trovare marito". Dice anche, però, che a volte sono proprio loro, con i loro atteggiamenti e timori di non essere accettati, ad emarginarsi. Afferma di voler essere la portavoce di tutti gli stranieri e far affermare diritti e doveri.

CONCRETA APPLICAZIONE DI TALE LEGGE:

Gli alunni, rivolgendosi alla Amministrazioni comunali sul territorio, potrebbero chiedere, sull'esempio del Comune di Pompei, l'applicazione anche nelle altre realtà della legge in questione, cioè in tutti i comuni verrebbe aggiunto un membro al consiglio comunale con diritto di parola e non di voto.
Pertanto, gli alunni, con l'aiuto dei loro docenti, nell'ambito di un discorso multiculturale mirante alla conoscenza dell'altro ed alla tolleranza verso il diverso (diversità solamente culturale), si candiderebbero ad assistere organizzativamente ciascun Comune, qualora voglia aderire alla Convenzione in oggetto, al fine di portare il proprio contributo per l'affermazione dei sacrosanti diritti di tutti i cittadini del mondo.




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