Eduardo Ambrosio


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SISTEMA DEI PARTITI ED ELEZIONI

STORIA > NOVECENTO > ITALIA, LA REPUBBLICA

SISTEMA DEI PARTITI ED ELEZIONI NELL'ITALIA REPUBBLICANA


Il periodo '46-'48 è caratterizzato da una transizione accelerata per i forti mutamenti esteri e il processo si concentra, per la definizione di Stato e partiti (repubblica dei partiti), nel dibattito all'Assemblea Costituente, dibattito che proseguirà nonostante l'estromissione, nel maggio '47, delle sinistre da governo producendo, causa un certo equilibrio numerico e la paura della sconfitta di entrambi i poli, una carta costituzionale eccessivamente equilibrata con "CONTRAPPESI" istituzionali (Corte Costituzionale, ecc.), molto voluti dalla DC, poi dalla stessa snobbati in quanto GABBIE, e poco dalle sinistre, poi dalle stesse molto usati per arginare il potere della DC e centro.

La FORMA del SISTEMA POLITICO e del SISTEMA dei PARTITI, definita all'interno e a lato del dettato costituzionale, si fissa su un rigido PROPORZIONALISMO e un forte GARANTISMO (equilibrio dei poteri) che sarà la caratteristica dominante del nuovo assetto (centralità partito = immobilismo).

Il DIBATTITO storiografico sulla Costituzione è diviso tra un giudizio di FECONDO COMPROMESSO e uno di ARRETRAMENTO (debole cultura democratica) rispetto alla Resistenza, ed è aperto e variegato per quanto riguarda l'attuazione, in quanto:
-
appena varata viene congelata perlomeno fino al 1953;
- le prime applicazioni sono solo quelle dei principi:
nazionalizzazioni (ENEL) e unificazione della scuola media ('62-'64), statuto dei lavoratori e regioni ('70);
- non si attua una vera DEFASCISTIZZAZIONE dello Stato.

Il SISTEMA dei PARTITI in Italia fino agli Anni Ottanta può essere esaurientemente descritto nelle seguenti formule POLITOLOGICHE (da notare che i politologi rappresentano più degli storici l'immagine dell'Italia all'estero):
-
bipolarismo imperfetto (Galli), la DC con il monopolio del potere assicura impunità e il PCI è un'eccezione per la mancata alternanza;
-
pluralismo polarizzato (Sartori) o estremizzato, vi sono spinte estremistiche (dal PCI a sinistra) che alzano sempre più il tono rivendicativo sicuri di non dover mai affrontare le richieste da governanti, la formula va in crisi con la secolarizzazione, la legittimazione e la distribuzione;
-
pluralismo centripeto (Farneti), dal '65 i partiti si omologano al centro per ridurre le distanze ideologiche;
IL POTERE NON VUOLE POLITICA NELLA SUA BASE (DC CON POCA PRESENZA NELLE SEZINI PERIFERICHE, PCI GRANDE MOVIMENTO DI BASE).

Negli Anni Settanta, l'analisi dei partiti rimanda al tema di fondo del dibattito POLITOLOGICO: il CASO ITALIANO (Italia, paradigma ECCEZIONALISTA), come anomalia nel quadro delle democrazie occidentali, per la diversità comunista.
Il PCI, isolato dal '45 al '54, si caratterizzerà come garante della repubblica, per una strategia dell'obesità senza scopo politico, per il legame con l'URSS e per la forte struttura partitica: il mito di Stalin e Stalingrado si ripresenta per ogni generazione saltano (perdita di memoria) i guasti dell'URSS (negli Anni Novanta si è ancora una volta presentato il mito), il PCI ha riconosciuto tali guasti sempre a posteriori, l'élite evita di parlarne per non deludere le masse della base.
Ipotesi CONTROFATTUALE: nel '57, il PCI taglia con l'URSS si sarebbe realizzata in Italia l'alternanza.

La specificità italiana è ottimamente esemplificata negli studi sul sottosistema parlamentare:
-
sopravvivere senza governare, le leggi si fanno in commissione con poca trasparenza;
- il ceto politico parlamentare si sente frustrato perché esautorato dai decreti legge, né si delinea un vero
CONSOCIATIVISMO ma solo confusione di ruoli.

P
er Bobbio, l'Italia ha coniugato governi instabili e parlamenti inefficienti, si sono prodotte troppe leggi ripetitive e limitate, solo MICROPROVVEDIMENTI di facile accordo, che hanno bloccato le riforme strutturali, esempio esauriente la mancata riforma della scuola o elettorale (caoticamente e solo in piccola parte mutata coi referendum).

Si può dare una spiegazione complessiva incentrata sulla dimensione della cultura politica determinata dalla formazione dell'OPINIONE o somma di atteggiamenti degli individui del sistema (dipendente dalla fiducia nella democrazia, sondaggi sulla soddisfazione per la democrazia e sulla fiducia verso i connazionali vedono l'Italia all'ultimo posto tra i paesi della UE), monopolizzata da cattolici nel Nord - Est e dai comunisti al Centro:
-
l'Italia nella morsa del particolarismo e degli "APRIORISMI ideologici", l'attenzione è per il minimo privato (basso continuo);
-
il Mezzogiorno area residuale o "base produttiva del consenso"?, caratterizzata da un formalismo amorale e niente sviluppo del pubblico, nel Nord, invece, è più forte lo spirito pubblico - associativo;
- ma l'arretratezza non è un dato "naturale": gli studi negli anni Settanta sulla costruzione del sistema (sostanziale dualismo economico pubblico - privato) di potere DC, sviluppo di cl
ientele di massa attraverso l'ex notabilato per un codice di significazione complessiva.


Elezioni: tratto fondamentale dell'anomalia italiana.

L'analisi parte dall'individuazione degli elementi di specificità che sono la:
-
alta affluenza alle urne, oltre il 90%, determinando un voto immaturo (negli Stati Uniti la percentuale non va oltre il 20-25%, bisogna chiederlo per votare e i partiti sono solo macchine elettorali che si vitalizzano solo in occasione delle elezioni poi scompaiono);
-
continuità, dal 1953 al 1987 si sono avuti solo piccoli spostamenti di voti provocando un "immobilismo sussultorio", non fa testo lo spostamento di voto più visibile del periodo '46-'53 in quanto la fase dell'impianto dei partiti è ancora incognita;
-
diversificazione territoriale del voto: Nord - Est bianco o DC, Centro rosso o PCI, Sud disgregato bianco con voto mafioso (e di scambio), Nord - Ovest (il triangolo industriale) unica realtà con sviluppo di opinione politica.


QUANTE ITALIE ELETTORALI: quattro, cento, due?

Illuminante è la interpretazione della tipologia persuasiva o motivazione del voto:
- di opinione, elusiva e con voto libero;
-
di scambio, nel Sud e per il posto;
- d
i appartenenza (ideologica), nel Centro - Nord.
Nei referendum, dove è quasi nulla la possibilità dello scambio, il Sud vota pochissimo: un grafico sulle percentuali di voto allo schieramento governativo per comparti geografici per la camera dei deputati (dal 1876 al 1987) vede il Mezzogiorno costantemente in testa.

Le
TENDENZE ELETTORALI degli Anni Ottanta e la centralità del tema delle riforme istituzionali hanno determinato una politica spettacolo e personalistica (Craxi), segni concreti della riforma istituzionale, la crisi già strisciante della DC e del PCI (non attrae più i giovani), il pentapartito con riduzione del bipolarismo, una lieve modernizzazione con i governi laici (Spadolini, Amato, ecc.) e una minore evidenza nel voto di appartenenza.

La
FASE di TRANSIZIONE (1990-1994) registra la DESTRUTTURAZIONE dei partiti e la conseguente modificazione dei processi di mobilitazione: prima DC e PCI, quali partiti integratori di massa, facevano politica porta a porta con propri sindacati e specifiche organizzazioni, ora si utilizza la TV, l'immagine, ecc.; assistiamo alla evoluzione dalla democrazia bicefala alla prospettiva popolare (nascono i due poli) ed alla affermazione dei nuovi soggetti (uomini nuovi).



TABELLE, RUSULTATI E ULTIME LEGGI ELETTORALI

Molto confusamente e in modo improprio (referendum) si è giunti all'attuale legge elettorale (IN SEGUITO RIPORTATA) del 1993 (ottima sintesi dei difetti della proporzionale e della maggioritaria), ed alle elezioni politiche del 1994, il cui esito ha prodotto molte perplessità per quanto riguarda la sua necessità.


ALCUNE TABELLE ESPLICATIVE:

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TAB.1- Risultati percentuali in Italia per l'Assemblea Costituente e per la Camera dei deputati (1946-1987):

anni > 1946 1948 1953 1958 1963 1968 1972 1976 1979 1989 1987
VOTANTI 89,1 92,2 93,8 93,8 92,9 92,8 93,2 93,4 90,6 89,0 88,7
ASTENUTI 10,9 7,8 6,2 6,2 7,1 7,2 6.8 6,6 9,4 11,0 11,3
BIAN.+NULLE 6.6 2,0 4.3 2.7 2.9 3,4 3.0 2,6 3,7 5,0 4,2
ESTREMA SX - - - - - - 1,3 1,5 2,2 1,5 1,7
PSIUP - - - - - 4,5 1,9 - - - -
PCI 19,0 31,0 22,6 22,7 25,3 26,9 27,2 34,4 30,4 29,9 26.6
PSI 20,7 ^ 12,7 14,3 13,9 14,5 9,6 9,6 9,8 11,4 14,3
PSDI - 7,1 4,5 4,6 6,1 ^ 5,1 3,4 3,8 4,1 3,0
PR - - - - - - - 1,1 3,5 2,2 2,6
VERDI - - - - - - - - - - 2,5
P. d'AZ/PLI 5,9 2,5 1,6 1,4 1,4 2,0 2,9 3,1 3,0 5,1 3,7
DC 35,2 48,5 40,1 42,4 38,3 39,1 38,8 38,7 38,3 32,9 34,3
UDN/PLI 6,8 3,8 3,0 3,5 7,0 5,8 3,9 1,3 1,9 2,9 2,1
BNL/MONARC. 2,8 2,8 6,9 4,8 1,7 1,3 - - - - -
UQ/MSI 5,3 2,0 5,9 4,85 5,1 4,4 8,7 6,1 5,3 6,8 5,9
ALTRI 5,8 2,3 2,7 1,5 1,2 1,5 0,6 0,8 1,8 3,2 3,3



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TAB.2- Percentuali di voto allo schieramento governativo per comparti geografici.

CAMERA DEPUTATI:

MEZZOGIONO ITALIA
1876 78,6 70,2
1880 72,4 60,5
1895 73,9 58,4
1900 70,8 52,3
1904 64,1 50,9
1909 70,5 54,4
1924 80,1 65.0
1948 64,1 61,6
1953 45,7 49,2
1958 50,7 51,8
1963 59,4 58,7
1968 58,4 55,6
1979 60,3 57,9
1983 61,0 56,4
1987 64,9 57,2

fonte: Ministero Interni


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TAB.3- Mutamenti nella composizione dello elettorato del PCI tra il 1975 e il 1987: gruppi di età:

Età - anni 1975 1987
18-25 + 13,3 - 2,9
26-35 + 0,9 + 2.2
36-45 - 2,4 - 0,2
45-55 - 3,9 + 3,6
56-65 - 4,7 - 0,2
OLTRE 65 - 3,1 - 3,0

La tabella è costruita in modo analoga alla tab. 1
fonte: per il '75 ricerca "otto nazioni"; per il 1987. rilevazione annuale dell'osservatorio politico italiano



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TAB.4- Camera: confronto tra elezioni politiche del 1994 e del 1992 (sistema proporzionale)

ELEZ. POLITICHE DEL 1994 1992
LISTE AMMESSE ALLA LISTE NON AMMESSE ALLA LISTE %
RIPARTIZIONE DEI SEGGI % RIPARTIZIONE DEI SEGGI * %

FORZA ITALIA 21,01 PANNELLA RIFORMATORI 3,51 DC 29,66 PDS 20,36 FEDERAZIONE VERDI 2,70 PDS 16,11
ALLEANZA NAZIONALE 13,47 PSI 2,19 PSI 13,52
PARTITO POPOLARE IT. 11,07 RETE 1,86 PRI-PSDI-PLI 9,96
LEGA NORD 8,36 ALLEANZA DEMOCRATICA 1,18 LEGA LOMBARDA 8,65
RIFOND. COMUNISTA 6,05 ALTRI 3,55 RIFOND. COMUN. 5,61
PATTO SEGNI 4,68 MSI 5,36
FEDERAZ. VERDI 2,77
RETE 1,86
LISTA PANNELLA 1,24
ALTRI 5,16

I dati del '94 sono tratti da Camera dei deputati, i deputati della XII legislatura. servizio prerogative e immunità, in cui viene riportato l'elenco dei deputati proclamati nella seduta del 15 aprile 1994. I dati del 1992 sono ricavati da "l'Unita'" del 30 marzo 1994.
*: non hanno conseguito il 4% nazionale dei voti validi espressi, pari a 548.836.



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TAB. 5 - IL VOTO PER COMPARTI (1987 - 1994) - CAMERA DEI DEPUTATI (dati percentuali)

ANNO PDS RIF.C. RETE VERDI PSI LAICI DC/PPI L.PANNELLA LEGA FORZA IT. MSI/AN.

ZONA NORD OCCIDENTALE (MAGGIORE OPINIONE): PIEMONTE, LOMBARDIA E LIGURIA

1994 15,1 5,6 1,5 2,4 1,5 1,2 14,3 5,3 19,1 35,8 6.3
1992 13,0 5,7 1,9 3,2 12,7 9,2 33,0 1,6 20,1 - 3,8
1987 24,4 - 3,4 15,0 9,7 30,4 - 2,9 - 4,3

ZONA NORD ORIENTALE (EX ZONA BIANCA): VENETO, TRENTINO ALTO ADIGE E FRIULI VENEZIA-GIULIA

1994 11,4 4,4 0,3 3,9 1,6 0,5 13,3 0,3 18,9 22,7 9,1
1992 9,3 3,4 2.0 3,5 10,7 7,2 29,9 1.1 16,5 - 3,8
1987 18,4 - 3,6 15,1 8,1 41,0 - 2,3 - 4,5

ZONA CENTRALE (ZONA ROSSA): EMILIA ROMAGNA, TOSCANA, MARCHE E UMBRIA

1994 35,1 8,5 1,1 2,7 2,2 1,4 12,9 3.0 3,5 17,2 11,5
1992 31,0 8,4 0,9 2,7 12,0 9,0 22,7 1,2 5,4 - 4.6
1987 42,1 - 2,5 12,7 6,7 26,6 - - - 4,5

ZONA MERIDIONALE(SCAMBIO-CLIENTELARE): LAZIO, ABRUZZO, MOLISE, CAMPANIA, BASILICATA, PUGLIA, CALABRIA

1994 21,5 7,2 0,9 3,1 3,1 1,4 16,3 3,9 - 15,0 23,2
1992 14,9 5,2 0,8 2,5 16,2 9,0 36,8 1,2 0,4 - 7,6
1987 23.9 - 1,7 14,2 8,9 38,8 - - - 7.5

NOTA: IL RISULTATO DEL PATTO SEGNI E' INCLUSO IN QUELLO DEL PPI; PER "LAICI" S'INTENDONO NEL 1992 E 1987 LE PERCENTUALI DI PRI, PSDI E PLI, E NEL 1994 IL VOTO DI ALLEANZA DEMOCRATICA;


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DIAGRAMMA ESPLICATIVO SU POLITICA E FIDUCIA

1 - fiducia nei concittadini (indice = 100), 2 - soddisfazione per la democrazia 1986 (%), 3 - % di persone che dichiarano che la maggior parte dei propri connazionali sono molto o abbastanza degni di fiducia negli anni 1976, 1980, 1986)

nazione |1- fiducia concittadini |2- soddisfazione per democrazia |3- molto o abbastanza fiducia connazionali

ITALIA 35 30 | anni > 1976 1980 1986
ITALIA SETT. 55 70 73
ITALIA CENTR. 48 52 60
ITALIA MERID. 40 51 53
ITALIA INSUL. 30 48 50

GRECIA 50 55 - 75 72
PORTOGALLO 62 54 - - -
SPAGNA 66 54 - - -
FRANCIA 68 50 82 83 81
IRLANDA 70 56 86 84 82
BELGIO 75 50 90 86 83
GRAN BRETAG. 77 54 92 94 91
OLANDA 80 63 92 94 91
GERMANIA 83 84 98 96 94
LUSSEMBURGO 85 80 93 96 92
DANIMARCA 88 78 85 84 98

Fonte: R. INGLEHART, VALORI E CULTURA POLITICA NELLA SOCIETA' INDUSTRIALE, Cit. P. 36

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LA LEGGE ELETTORALE IN VIGORE DAL 1993


La tanto invocata ma mai realizzata riforma istituzionale ha surclassato anche le elezioni politiche del 2001 dove si votò ancora all'interno del vecchio schema istituzionale. Apparentemente si svolse una competizione di due poli ma in realtà fu solo grazie ad una maturazione politica dei partiti italiani che riuscì a simulare una elezione diretta del premier.
La novità consisteva esclusivamente nella anomala e complessa legge elettorale che (ottenuta non da una serena riflessione politica ma a colpi di referendum) è in vigore dal 1993.
Le caratteristiche principali di questa legge elettorale del 1993 si possono sintetizzare in alcuni concetti chiave:
- Scorporo, è il meccanismo di tutela dei partiti minori, i voti che sono serviti ad un candidato per conquistare un seggio uninominale vengono sottratti nella quota proporzionale al partito con cui il candidato ha dichiarato il collegamento; - Lista civetta, serve a neutralizzare l'effetto dello scorporo e penalizza le liste minori, i candidati dei due poli maggiori sono collegati a liste "finte" per evitare che vengano sottratti i voti al partito nella parte proporzionale; - Soglia di sbarramento, per partecipare alla ripartizione del 25% dei seggi alla Camera un partito deve raccogliere almeno il 4% su scala nazionale, chi non supera questa soglia, e non conquista seggi uninominali, resta fuori dalla Camera; - Lista bloccata, è la lista dei candidati che partecipano, nella circoscrizione, alla ripartizione della quota proporzionale, gli elettori non possono esprimere preferenze gli eletti saranno quelli in ordine di lista; - Circoscrizione, l'Italia è divisa in 27 circoscrizioni regionali: la Lombardia ne ha 3, Veneto, Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia 2; i partiti presentano liste circoscrizionali bloccate per partecipare alla ripartizione della quota proporzionale; - Collegio è il luogo dove si assegnano i 475 seggi maggioritari della Camera e i 232 del Senato un collegio della Camera raggruppa circa 120000 abitanti, quello del Senato ne ospita 240000; un collegio ha un solo vincente, ma il perdente senatoriale può essere ripescato.

In prima applicazione, nel 1994 (per i risultati vedi tab. 5), fece registrare la vittoria del centrodestra (FI - CCD - MSI - LEGA con Berlusconi leader) la novità, però, in assenza di riforme istituzionali, fu annullata con il famoso ribaltone di Bossi della LEGA e si scivolò verso le elezioni anticipate.

Nel
1996 la vittoria fu del centrosinistra (ULIVO 45,4%: P. PRODI 6,8%, RI 4,3%, PDS 21,1% e VERDI 2,5% con 284 deputati - Rif. Com. 8,6% con 35 deputati - più altri 5 deputati, con Prodi leader con 324 deputati) anche qui la novità fu annullata dalla rottura con RC, anche se poi, data la particolare situazione internazionale (l'ingresso nell'area EURO) una scissione del CCD, nella quale alcuni suoi parlamentari, grazie ad un'azione dell'ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, si dissociarono e diedero vita all'UDEUR che dal centro destra (POLO 40,3%: FI 20,6%, AN 15,7% e CCD-CDU 5,8% con 247 deputati - LEGA 10,1% con 59 - più 1 libero) passò al centrosinistra, aprendo la strada a nuove maggioranze, ad altri premier (dopo Prodi, D'Alema e Amato), ad altre stagioni.

Certo è difficile pensare che un ibrido (75% maggioritario con collegi uninominali, dove un voto in più agli altri determina la vittoria gli altri vanno perduti, e 25% proporzionale, per rappresentare tutte le forze in campo, con liste di partito predefinite per la Camera e un sistema di recupero dei migliori secondi, su base regionale, per il Senato, dove ogni voto è utile per la vittoria) di legge elettorale, da tutte le parti criticata, possa rappresentare la soluzione.
A maggior ragione nelle elezioni ultime la legge ha prodotto guasti ancora più grandi come, ad esempio: il forte divario dei seggi assegnati pur in presenza di piccole variazioni percentuali dei voti (con circa in 2% in meno i seggi sono risultati inferiori del 30%) o la situazione della mancanza di candidati, per lo schieramento vincente, per coprire tutti i seggi conquistati.
Da considerare, inoltre, che con tale legge potrebbe anche accadere che nessuno dei due schieramenti principali (sono possibili anche altre formazioni) raggiunga la maggioranza assoluta al Senato e, data la indispensabile fiducia al Governo in entrambe le Camere, si potrebbe aprire la strada per il premier di un nome diverso dai due che, nel 2001, hanno messo il loro nome nel simbolo della coalizione (Rutelli nell'ULIVO e Berlusconi nella CASA DELLE LIBERTA').

I numeri della competizione del 2001, che è la XXI Legislatura, sono: 1926 i candidati per i 315 (allo stato si devono aggiungere anche 9 senatori a vita) seggi del Senato, 2895 per i 630 della Camera, 186 simboli ammessi alla competizione (20 esclusi), 475 (75% di 630) di collegi uninominali alla Camera, 232 (75%) Collegi uninominali al Senato, 155 (25% su 630), i seggi proporzionali alla Camera, 83 (25%) i seggi non maggioritari al Senato; 49.457.054 (25.663.060 donne e 23.803.994 maschi) gli elettori aventi diritto al voto.

Risultati
: Voti in percentuale Camera dei deputati e, tra parentesi, del Senato: ULIVO, coalizione composta da DS 16,6, MARGHERITA (Rutelli, PPI, UEUR (Mastella) , ASINELLO, DINI) 14,5, GIRASOLE (VERDI e SDI) 2.2 e COMUNISTI ITALIANI (PDCI) 1,7, totale proporzionale 35,0, 43,7 (38,7) - CASA delle LIBERTA', coalizione composta da FI (Berlusconi) 29,4, AN (Fini) 12,0, BIANCOFIORE (CCD e CDU) 3,2, LEGA NORD (Bossi) 3,9, NUOVO PSI (Bobo Craxi) 0,9 totale proporzionale 49,4, 45,4 (42,5) - LISTA BONINO 1,3 prop. 2,3 (2,0) - ITALIA VALORI (Di Pietro) 4,1 prop. 3,9 (3,4) - DEMOCRAZIA EUROPEA (Andreotti e D'Antoni) 3,6 prop. 2,4 (3,2) - MS/FIAMMA 0,3 prop. 0,4 (1,0) - ALTRE LISTE 1,6 prop. 6,6 (4,3).
Queste percentuali, per il gioco delle quote, garantiscono un'ampia maggioranza in ambedue le Camere alla CASA delle Libertà.

Curiosità
: Tra gli eletti figurano anche 44 inquisiti tra Camera e Senato: 23 di Forza Italia, 9 Casa delle Libertà, 4 CCD, 3 Alleanza Nazionale, 2 Lega Nord, 1 Margherita, 1 CDU e 1 PPI


LA LEGGE ELETTORALE DAL 2006

Nel 2006 la legge elettorale è stata di nuovo modificata, con i regolari passaggi istituzionale, dal governo Berlusconi, con il ritorno al proporzionale senza indicazione di preferenze: lelettore vota solo la lista, i candidati vengono eletti in base alla priorità nelle liste assemblate dalle segreterie dei partiti. Alla coalizione vincente spetta un premio di maggioranza, su base nazionale alla Camera e su basi regionali al Senato.
La competizione dell
aprile 2006, svolta con la nuova normativa, ha visto schierate due coalizioni: una di centrodestra capeggiata da Silvio Berlusconi, in pratica quella uscente, e una di centrosinistra. Il blocco di centrosinistra capeggiato da Romano Prodi ha vinto, anche se di modesta misura: la situazione, grazie al premio, ha determinato una netta maggioranza governativa alla Camera dei Deputati ed una certa confusione al Senato.
Confusione che ha prodotto un ennesimo scioglimento delle camere anticpato e le nuove
elezioni del 2008, dove è risutata ampiamente vincente la coalizione di centro destra di Berlusconi.

Da rilevare che, in queste elezioni, grazie alla nascita del Partito Democratico ci Walter Veltroni seguito da quello della Libertà di Berlusconi, si sono avuti ampi accentramenti in ambedue gli schieramenti con una corposa riduzione dei gruppi parlamentari.
Sicuramente la più grossa innovazione politica degli ultimi anni.






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