Eduardo Ambrosio


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IDEALISMO E ROMANTICISMO

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IDEALISMO E ROMANTICISMO

Il pensiero dell'Idealismo non accetta l'esistenza di cose fuori dal pensiero ed afferma che tutto proviene dall'attività creatrice del soggetto. L'idealismo è oggettivo (storico) se l'idea è trascendente e quindi garante di una vera interiorità (Platone) ed è soggettivo (moderno) se l'idea è posta dal soggetto pensante e perciò coestensiva al mondo, non più vera interiorità (Cartesio, Kant, Schelling ed Hegel).

La
prima forma compiuta di idealismo è quella platonica, dove l'idea immateriale è una realtà sostanziale autonoma e assoluta nei cui confronti il mondo sensibile non è che privazione di essere, insufficienza e limitazione. Anche il Neoplatonismo presenta una visione idealistica in cui l'emanazione, in una progressiva diminuzione di spiritualità, dall'Uno, vero essere assolutamente spirituale, giunge fino alla materia che è il non - essere, l'assoluta negatività ontologica.

Nella fase moderna, dopo le premesse cartesiane e kantiane, finalmente, Fchte pone nel soggetto pensante in una forma assoluta il centro di ogni attività non solo pensante, ma anche creatrice. Poi, con Schelling ed Hegel l'idealismo perviene alla coincidenza di soggetto e oggetto, di essere e pensiero, di razionale e reale; infine, la sintesi hegeliana può considerarsi la forma più compiuta di idealismo con la totale risoluzione della realtà nel concetto e della storia a sviluppo dello spirito.
L
'Idealismo si riallaccia al Romanticismo che, in antitesi all'Illuminismo, sorse in Germania tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo e maturò in un clima prolifico di reazione spirituale contro le ambizioni napoleoniche miranti ad un riordinamento europeo nel quale si sacrificavano le ragioni della nazione tedesca. Il Pangermanesimo, movimento a carattere nazionalista o imperialista aspirante ad unificare le genti di origine tedesca, non si limitò a polemizzare con il cosmopolitismo illuministico - napoleonico ma si sviluppò in un forte nazionalismo storico e culturale con definizioni sulla "purezza della razza" e sul destino "metafisico" del popolo tedesco a guidare, sopra tutti gli altri popoli, il mondo. La prima espressione compiuta del pangermanesimo è attribuita a Fchte ed alla sua teoria sulla superiorità della razza tedesca, alla quale è affidata la missione di formare "il vero Impero del diritto" (il drammaturgo austriaco Grillparzer, nel condannare le esaltazioni irrazionali del nazionalismo, profeticamente affermò che era fatale il passaggio "dall'umanità alla bestialità attraverso la nazionalità" malintesa).
La Germania, fin dai tempi di Klopstock, si era irrigidita contro il classicismo di marca francese e gli eventi politici favorirono, poi, l'orientamento anticlassico letterario e artistico. Ciò spiega, in gran parte, perché nel decennio 1771-1781 si verificasse la grande scossa dello
STURM UND DRANG e sia, poi, incominciata la più grande "rivoluzione romantica".

Lo Sturm und drang fu un movimento letterario preromantico sorto in Germania nel 1770, il nome gli derivò dal titolo di un dramma di M. Klinger. Fu un movimento di reazione al prevalere dell'Illuminismo da parte degli spiriti tedeschi che dal razionalismo degli scrittori e pensatori di Francia non vedevano risolti i problemi umani proposti dai tempi nuovi alla classe più attiva, cioè alla borghesia intellettuale. Il movimento rifiutava le regole della poesia classicista e propugnava la "poetica del genio", rivendicando i diritti del sentimento e della fantasia e l'assoluta libertà creativa del poeta tutti principi che furono ripresi e codificati dal Romanticismo.

Il
Romanticismo ebbe il centro di irradiazione in Germania, dove ebbe anche il più ampio e profondo sviluppo, grazie alla natura dello spirito tedesco, perennemente inquieto e scontento della realtà, proteso alla vita del sentimento, della fantasia, del sogno. Tuttavia l'immagine di questa Germania, non solo è poco nota, ma contrasta con quella, ben più nota, militarista e aggressiva. Nel suo insieme la Germania si presenta come una nazione dal doppio volto: ora la patria dei grandi poeti, dei musicisti e dei filosofi, ora la patria dei "signori della guerra", dei demoniaci ideatori dei Lager, delle camere a gas, del genocidio degli Ebrei e delle teorie farneticanti della razza superiore. Il Romanticismo, con le sue vaste ramificazioni in tutte le attività dello spirito, è il frutto più cospicuo della Germania, che però degenerando aprì la strada al militarismo, al mito della razza superiore.

Il
termine romantico viene usato per designare uno stato d'animo di nostalgia per ciò che è lontano, indefinito, di tensione verso l'infinito. Forte, nel Romanticismo, è il senso della nazione con il rifiuto del cosmopolitismo di stampo illuministico e del concetto di uomo cittadino dl mondo; ogni Nazione è come una grande individualità, come un'anima che contraddistingue la sua peculiare identità: lo "spirito del popolo", formatosi attraverso le vicende storiche vissute da quel popolo. Il passato è patrimonio prezioso che deve essere conosciuto a fondo, perché una nazione abbia piena e forte coscienza della sua identità. Tra le epoche che suscitano più interesse per i romantici vi è innanzitutto il Medioevo (periodo forte della storia germanica), da essi considerato come il fulcro in cui si sono formati i popoli e le letterature europee.

Nel campo socio - politico si ebbero eventi destinati ad imprimere un nuovo corso alla storia. Tra gli entusiasmi degli intellettuali più illuminati appartenenti a tutte le nazioni europee, nel 1789, scoppiò la Rivoluzione Francese. Rapidamente, però, essa prese una piega che colse tutti di sorpresa: nel 1792 venne abbattuta la monarchia e proclamata la Repubblica, nel 1793 il re venne condannato al patibolo ed inizio il Grande Terrore che produsse vittime a migliaia; la ghigliottina divenne sinistro simbolo di morte che poneva fine alle grandi speranze filantropiche, umanitarie e pacifiste, accese dal secolo dei "lumi"; l'ascesa napoleonica, culminata nel 1805 con la proclamazione dell'Impero, con le sue campagne militare mise a ferro e a fuoco l'Europa, sconvolgendo l'assetto sociale e politico del vecchio continente e instaurando un nuovo dispotismo, fece crollare tutte le residue speranze illuministiche. La Rivoluzione, cominciata in nome degli ideali illuministici della libertà, della fraternità e dell'eguaglianza, era degenerata nella violenza e nel terrore, scatenando istinti e passioni che gli illuministi si erano illusi di poter reprimere ed eliminare. Napoleone, poi, in nome della libertà dei popoli dall'oppressione dei tiranni, aveva ridotto in schiavitù questi stessi popoli. Ci si accorse che sotto le belle formule giacobine e napoleoniche di libertà, fraternità ed uguaglianza si nascondevano ben altri fini di sopraffazione e di dominio; si comprese che gli ideali illuministici erano delle pure e semplici astrazioni, ben lontane dal tradursi in pratica. Perciò, al primo entusiasmo subentrò presto la delusione e quindi uno stato d'animo d'avversione all'Illuminismo: nacque così il Romanticismo. Oggi, la critica riconosce un valore positivo alla Rivoluzione, alla politica napoleonica ed alla stessa Restaurazione che, dopo i rivolgimenti tumultuosi e violenti degli anni precedenti, diede comunque un assestamento all'Europa.

Il Romanticismo, quindi, non fu una semplice opposizione all'Illuminismo perché non vi è una totale cesura: molto diversa è, senz'altro, la concezione della vita, della natura, dell'uomo, della storia, della poesia e dell'arte in genere, ma, nel campo politico e sociale, molte idee illuministiche si ritrovano nel Romanticismo, anche se diversamente e più profondamente motivate. Il Romanticismo rifiuta l'intellettualismo, l'astrattezza dell'Illuminismo, ma, al tempo stesso, si impegna, nella sua forma più progressiva, a calare nella realtà gli ideali politici e sociali illuministici, adattandoli alle condizioni particolari dei singoli popoli e rivelando un maggiore realismo e senso storico. L'opposizione, quindi, fu quella del figlio verso il padre, del figlio che si sente diverso.


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