Eduardo Ambrosio


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Io e la Politica a Terzigno

TERZIGNO

LA POLITICA a Terzigno

In data 1° gennaio 1999, alcuni intellettuali di Terzigno scrivevano al Presidente della Repubblica On. Oscar Luigi Scalfaro e p.c. al Capo del Governo On. Massimo D'Alema e al Ministro degli Interni On. Rosa Russo Iervolino esponendo la sconcertante realtà amministrativa di Terzigno e proponendo un'originale proposta operativa per tentare una qualche via d'uscita.

La missiva, di cui è possibile visionare copia, presentava un sorta di laboratorio politico in questi termini:
Il fenomeno della mancata sostituzione del materiale umano - dato il modo di fare politica nel Meridione d'Italia, ove si è avvertita la diffusa mentalità monarchica, anche dopo i tragici eventi bellici (vedi, ad esempio, i sindaci monarchici a Napoli: Lauro, e a Terzigno: Giordano) - ha portato ad una sostanziale continuazione della concezione della politica, il cambiamento è consistito nella semplice trasformazione dello STATO-PARTITO in STATO-PARTITI con una graduale, sistematica e concordata (consociativismo) occupazione di tutte le parti dello Stato (lottizzazione) da parte di tutti i partiti politici, ottimamente legittimati dallo strumentalizzato voto popolare.
Nello specifico di Terzigno, a partire 1913 (
autonomia) non si è mai formata una classe dirigente in grado di gestire la politica in modo efficiente e al sevizio della comunità. Nemmeno in seguito alla veloce trasformazione sociale degli anni Settanta del '900 da agricola a terziaria si è avuto un cambiamento. Anche la famiglia, legata alla roba (mastrodongesualdesca), è avulsa dal pubblico, dal collettivo.
Il continuo ricorso al commissariamernto rivela la pochezza della classe politica tutta volta al
paternalismo, sudditanza, il favore al posto del diritto, il voto di scambio, ecc. e per niente aperta al nuovo come il Parco Vesuvio o il respiro europeo.
Tale mentalità politica estendendosi in orizzontale,
non ha permesso la formazione di una nuova classe politica, anche li professionisti si sono adeguati; l'esigua opposizione non è stata capace di formulare alcuna alternativa, anzi ha tentato di utilizzare, senza successo (non è chiara la buona fede!), gli stessi argomenti favorendo così il potere. Gli sparuti intellettuali si sono marginalizzati un po' per l'incapacità di decifrare il reale e, soprattutto, per il rifiuto di immischiarsi in situazioni di collusione con poteri alternativi (Negli Anni Novanta, ad esempio, si fecero promotori di una iniziativa in campo economico: tentaree di costituire una Cassa rurale, ma la Federazione delle Casse rurali di Salerno negò ogni possibilità in quanto il territorio di Terzigno è, a priori, a rischio).
Siccome, alla luce della nuova legge dell'ordinamento comunale (il sindaco eletto dal popolo), necessita una classe politica capace, competente ed efficiente in grado di mettere in moto dinamiche di sviluppo diversificate e relative alle specifica peculiarità del territorio; a Terzigno più che mai, per determinare standard minimi di civiltà (Zero politico), occorre una ridefinizione dello sviluppo che deve passare attraverso una razionalizzazione del territorio, la realizzazione dei servizi primari, ecc., per poi procedere (far politica) a sviluppare le specificità del territorio orientate e supportate da una comune vocazione.
C'è una soluzione!
Il progetto consiste nella creazione di un gestione burocratica (commissario, segretario, ecc.) per un periodo di 5 anni (meglio 10), con il mandato di azzerare la situazione attraverso la concretizzazione delle necessità minime di una comunità civile (strutture sociali, disegnare e definire l'assetto urbanistico, generare nel sociale il latitante senso del rispetto della legge, ecc.); per queste necessità (appunto lo Zero) non occorre l'interpretazione politica, ma la semplice applicazione delle leggi ordinarie. Ciò, ci si augura, azzererà la tradizionale e deleteria intenzione politica (non avendo potere, non si può favorire e quindi si spezzano i legami) e favorirà la nascita di cultura sociale capace di esprimere una classe dirigente vergine.
- La storia ci insegna che nelle società ove si è sviluppata una qualche forma di
assolutismo (Francia, Italia del Nord, ecc.) si è quasi estirpato dal tessuto sociale il feudalesimo, la dipendenza; al contrario, ove non si è sviluppata (Spagna, Mezzogiorno, ecc.) resiste fortemente nel tessuto sociale il feudalesimo mentale (mentalità delegante che produce servilismo, mafia, camorra e quant'altro).

Insomma la proposta non è altro che un
assolutismo controllato dallo Stato, finalizzato a succhiare dal tessuto sociale quanto di vecchio e obsoleto, appunto la mentalità delegante e la dipendenza dal politico si turno, causa prima dell'immobilismo sociale.

Queste considerazioni sono la sola risposta che la cultura, incapace di produrre consenso (perché propone al cittadino il rispetto della legge al posto dello scambio su tutto), sa dare in una realtà, quella di Terzigno e del Meridione in genere, devastata da una gestione politica da sempre incapace ma che, in ogni clima è riuscita, riesce e riuscirà sempre a polarizzare un consenso totale.
E' necessario
uno scossone innovativo (rivoluzionario), che, purtroppo, difficilmente avverrà spontaneamente per cui è necessario osare con IDEE-FORTI (ad esempio quella qui proposta), frutto non dello sterile connotato ideologico, ma di una serena e rigorosa analisi dei reali bisogni; compito, quest'ultimo, degli intellettuali (unici capaci di mediare necessità e moralità), finora, latitanti nella contesto politico italiano. Purtroppo anche la nuova legge elettorale comunale non ha prodotto come nei comuni di Napoli e Salerno effetti stabilizzanti.

A conferma della necessità di idee - forti è l'evento verificatosi nel maggio '97: nell'ambito di manifestazione governative volte ad avvicinare i cittadini alle Istituzioni, furono invitati in Parlamento giovani studenti che, assisi al posto dei parlamentari col titolo di "onorevoli ragazzi", rivolgevano interpellanze a ministri, deputati e senatori, apposta convocati. Ad ogni risposta l'onorevole di turno chiedeva se il giovane, che aveva posto la domanda, era soddisfatto o meno; ebbene tutti si dichiararono "pienamente soddisfatti". Come è possibile fare politica NUOVA in una realtà dove I GIOVANI si dichiarano pienamente SODDISFATTI!?

Queste riflessioni, ampiamente dibattute nell'ambito della società civile, hanno portato a conclusioni ancora più radicali per cui, se non è praticabile la quanto proposto, e in uno con quanti ancora pensano che è possibile uscire dal tunnel, si chiede provocatoriamente la REVOCA DELL'AUTONOMIA AMMINISTRATIVA DI TERZIGNO, che, per quanto concessa sin dal lontano 1913, non si è realizzata nemmeno nella cosa più elementare: la costruzione di una casa comunale. Manco a parlare di tutto il resto.

Fiduciosi di un'attenta analisi della presente, gli scriventi, che ancora pensano ad uno sviluppo civile, caldamente salutano.
Terzigno 1° gennaio '99.


LA
RISPOSTA (SEGRETARIATO GENERALE DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA - SERVIZIO AFFARI GENERALI - DIVISIONE SOLIDARIETA' SOCIALE prot. AGS/ 57474 - VI/cg dell'11 febbraio 1999, a firma del Capo della Divisione: dott. Stefano MALLIO) :
"DESIDERO ASSICURARE LORO CHE QUESTA SEDE SEGUE CON PARTECIPE ATTENZIONE IL DIBATTITO SUI TEMI DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE ATTUALMENTE IN CORSO IN MOLTI COMUNI DEL PAESE, NELL'AUSPICIO CHE, ANCHE ATTRAVERSO UN'IDONEA REVISIONE NORMATIVA, POSSANO ESSERE SODDISFATTE LE GIUSTIFICATE ATTESE DI TANTI CITTADINI MORTIFICATI DALLA DIFFICILE SITUAZIONECHE SI TROVANO AD AFFRONTARE".

L'oggi politico (
la cosiddetta "Seconda Repubblica") nazionale e locale richiama il clima precostituzionale del '46-'48. Allora, il passaggio tra il PRIMA e il DOPO fu tutto un fervore di radicale annullamento del passato. Fervore tanto intenso e formale che, spesso, non permise di riconoscere CHI era il PRIMA e CHI era il DOPO. Personaggi discutibili, grazie al voto di MASSA, si riciclarono nella nuova visione politica.
Il PRIMA era distruzione, bombe, morti, lacerazioni personali e sociali per cui l'attenzione era tutta volta al superamento della diffusa precarietà, ciò può giustificare quei discutibili riciclaggi.
Soprattutto nel Meridione, sopravvisse quasi per intero la logica politica precedente anche se vestita di nuovo, ad avvalorare la tesi è la
vittoria, nel Sud, della Monarchia nel Referendum Istituzionale, per cui molte amministrazioni locali meridionali restarono di fede monarchica (Lauro a Napoli) più avanti il ruolo di sindaco sarà occupato da ex podestà (rigorosamente democristiani - Catapano a Terzigno).
L'invocato cambiamento non può prescindere dalla TOTALE sostituzione degli attuali "POLITICI" (politicanti), indubbiamente è essenziale la formulazione di regole nuove (già sufficientemente definite per la politica locale e in discussione per quella nazionale) che permettano controllo e trasparenza, ma molto ancor più essenziale resta la necessità del RADICALE AZZERAMENTO UMANO, altrimenti si rischia di cadere nello stesso ERRORE del '46-'48 cioè si verificherà inevitabilmente la SALDATURA tra il PRIMA e il DOPO. Oggi, però, non avremmo scusanti!

L'attuale classe politica nazionale può, attraverso l'ultima spiaggia di un rigoroso "Governo Istituzionale", solo formulare le nuove regole e poi SCOMPARIRE; a livello locale, invece, la stessa è, già abbondantemente, ALLA FRUTTA (teoria dello ZERO POLITICO).
Le nuove formazioni politiche non potranno in alcun modo somigliare ai vecchi partiti, cosiddetti ideologici (l'ideologia è stata una cambiale che l'elettore ha firmato in bianco al politico), alla meglio riciclati con nomi e simboli nuovi (purtroppo questa è la spinta più forte, dura a morire), ma
MOVIMENTI di OPINIONE capaci di aggregare su PROGRAMMI POLITICI e di sviluppare idee originali per la soluzione concreta dei problemi sociali, economici, ecc.
Per la formulazione e diffusione di idee valide basta una penna e un foglio di carta (oggi computer, internet, ecc.) e non i complessi ed elefantiaci apparati dei partiti, che, per mantenersi, sono costretti ad assicurarsi una forza elettorale stabile, procurata attraverso la squallida pratica clientelare. A sua volta, la clientela per rimanere fedele alla "idea" (del tutto interessata) diventa sempre più sanguisuga e ingoia miliardi (pratica molto simile al "consenso" del fascismo).

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Data la totale similitudine con quanto detto dieci anni fa si propone di inviare la seguente nuova istanza, alla quale si attendono adesioni (si può utilizzare la mia e-mail visibile nell'Home Page del sito):

non prodotta per le insistenze dei politici in campagna elettorale - aprile 2010, sarebbe il caso di riproporla...?

Al PRESIDENTE della REPUBBLICA ITALIANA On. GIORGIO NAPOLITANO
PALAZZO del QUIRINALE
00100 ROMA
e, p.c., Al PRESIDENTE del CONSIGLIO dei MINISTRI On.
SILVIO BERLUSCONI
PALAZZO CHIGI
00100 ROMA
e Al MINISTRO degli INTERNI On.
ROBERTO MARONI
PALAZZO VIMINALE
00100 ROMA


Esimio Presidente,
siamo cittadini di Terzigno, comune del vesuviano in provincia di Napoli di circa 17.000 abitanti, dopo un riverito saluto Vi sottoponiamo la situazione
confusa e sconcertante della nostra realtà amministrativa.
Premesso che in data 1 gennaio 1999 abbiamo già inviato a codesta Presidenza (
in carica l' On. Oscar Luigi Scalfaro) una missiva, che alleghiamo in copia e che resta la base dell'istanza perché tutto è rimasto inalterato, a cui seguì regolare risposta, prot. AGS/ 57474 - VI/cg dell'11 febbraio 1999, a firma del Capo della Divisione: dott. Stefano MALLIO, che pure alleghiamo in copia.

Dopo oltre un settennio siamo a dire le stesse cose con qualche, se è possibile, aggravante in più:
l'Amministrazione eletta nel 1999, dopo la Commissione Prefettizia, è stata sostituita, nel 2004, da una della stessa parte politica (centrodestra) che, agli inizi del 2006, pensa bene causa "l'impossibilità ad operare" di cambiare schieramento (centrosinistra); ovviamente l'operazione provoca un forte disorientamento nelle file della maggioranza che con lunghi strascichi si dissolve, alla fine di ottobre 2006, con le dimissioni del Sindaco ed il conseguente ennesimo commissariamento del Comune. Nelle nuove elezioni, viene eletto, un rocambolescamente un altro Sindaco, che, puntualmente, dopo meno di due anni, viene sfiduciato, altro commissariamento e ancora elezione: viene eletto lo stesso Sindaco, attualmente in carica.
Non è difficile immaginare che tali eventi hanno determinato un completo immobilismo nella vita amministrativa con pesante aggravamento delle condizioni di vivibilità dall'assenza di servizi, all'ordine pubblico, ecc.

Essendo convinti, per le devastazioni socio-politiche citate, che le future elezioni, non esprimeranno mai una classe politica capace di amministrare, pensiamo,
quale parte intellettuale senza alcuna possibilità di consenso, che il problema non è la capacità o meno dei politici ma proprio l'elettorato tutto che, per le divisioni, le clientele, ecc., non è in grado di esprimere una classe politica, insomma siamo al serpente che si morde la coda.

Da queste considerazioni chiediamo di cercare nelle more del diritto di individuare una formula che metta, dopo una lunga pausa, lo sfortunato e impreparato elettorato in condizioni di rappresentarsi degnamente.
Noi suggeriamo, come già fatto nelle missiva del 1999, di
progettare un'amministrazione burocratica (sul modello commissario straordinario per i rifiuti o per il terremoto) per almeno cinque anni (meglio dieci), la quale provvederà alla ordinaria amministrazione (già sarebbe tanto) in modo limpido applicando seriamente la legge e a fornire la cittadina dei servizi essenziali.

A nostro avviso, una tale soluzione permetterebbe
ai cittadini di Terzigno di educarsi ad un minimo di legalità, di sganciarsi dalle ataviche appartenenze ed esprimere finalmente una idonea classe dirigente.
Fiduciosi di una qualche considerazione della presente, speranzosi in un deciso e fruttuoso intervento dell'Autorità Vostra, da sempre attenta e sensibile alla sfortunata nostra realtà, salutiamo affettuosamente.

Terzigno, .. ........ 2010



I CITTADINI DI TERZIGNO

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