Eduardo Ambrosio


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SCHELLING

FILOSOFIA > OTTOCENTO

SCHELLING (1775-1854)

L'IDEALISMO ESTETICO

FRIEDRICH WILHELM JOSEPH SCHELLING afferma in opposizione a FICHTE, dove l'Io pone il Non-Io, che non si può spiegare l'oggetto partendo dal soggetto, il principio fondamentale deve essere concepito in modo da poter dare origine all'uno e all'altro, deve essere identità di entrambi: quindi, non è il soggetto ma l'ASSOLUTO come identità di soggetto e oggetto.
(la filosofia è ancora, come in Fichte, idealismo assoluto)

Il Nostro ritiene che la realtà tutta è una manifestazione dello spirito ed è tutta vivente e incessante attività. Però, mentre Fichte deduce la natura dallo IO
(anche se, critica S., non chiarisce come in un processo razionale l' IO si snatura, perde coscienza nell'antitesi, determinando così un passaggio irrazionale), lo S. mostra come l' IO sorge dalla natura (ANTITESI), essendo essa stessa spirito, ma ancora inconsapevole. Dunque il fondo della realtà è natura e spirito al tempo stesso, IDENTITA': poi, la natura si evolve, passando dai gradi inferiori ai gradi superiori sino a che lo spirito diventa consapevole di sé stesso, o, come dice poeticamente lo S., si sveglia (TESI).
Si nota qui una qualche influenza del positivismo nella concezione della natura dello S., visibile soprattutto nella fase più matura.

Egli chiama POTENZE i vari gradi della evoluzione naturale: 1° PESO, 2° LUCE, 3° ORGANISMO e in quello più complesso, l' umano, lo spirito acquista consapevolezza.

Lo spirito, che è in tutte le cose e che tutte le costituisce, considera però la natura come altra da sé, la guarda come un oggetto e si sforza di conoscerla (ATTIVITA' TEORETICA): ma al di sopra di questa attività c'è quella MORALE, in cui lo spirito considerando ancora la natura come estranea, la domina (dominio dei sensi); oltre questa c'è anche l' ATTIVITA' ESTETICA, che per lo S., è la più alta manifestazione dello spirito. Qui non c'è più estraneità e opposizione tra spirito e natura (SINTESI).

Infatti l'arte è creatrice, come creatrice è la natura, con la differenza che la natura è inconsapevole, mentre l'artista è consapevole.
In questa attività si ha dunque di nuovo l'identità fra spirito e natura, ma in forma più elevata perché consapevole.
All'attività artistica si ricollega la conoscenza filosofica, la quale penetra nel segreto della realtà e scopre l'identità di natura e spirito grazie ad una
INTUIZIONE GENIALE.

La filosofia è dunque il risultato non di una conoscenza MEDIATA (ragionamento discorsivo) ma di una intuizione IMMEDIATA simile a quella dell'artista (concezione criticata da Hegel).
In conclusione S. insiste sulla valutazione dell'oggetto, e quindi della natura, da lui concepita finalisticamente:
essa è l'intelligenza che diviene, e per suo tramite l'Assoluto tende allo spirito.

Lo S. si occupa anche di
pedagogia, ma soltanto a riguardo della cultura universitaria. Si insegnano molte scienze particolari, ma questa molteplicità deve essere abbracciata in unità.
Il vero sapere è organico, unitario e questa unità si ha nella filosofia, della quale le diverse scienze devono considerarsi come parti.

L'Università deve soprattutto insegnare a pensare, a giudicare e non deve avere scopo utilitario, ma deve far progredire le scienze suscitando l'attività autonoma dei discenti.

Opere: Sistema dell'idealismo trascendentale - Idea di una filosofia della natura - Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà


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