Eduardo Ambrosio


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Razionalismo: Cartesio

UNIVERSITA' > LEZIONI SVOLTE IN ANNI PRECEDENTI > FILOSOFIA

RAZIONALISMO: CARTESIO

Con il razionalismo la filosofia registra una svolta decisiva in quanto dalla ricerca ontologica (la ragione ultima delle cose), passa ad un'impostazione critica e gnoseologica (conoscenza umana) cioè alla definizione del metodo (che sarà sintetico analitico in antitesi a quello deduttivo degli scolastici) .

Cartesio (1596-1630), padre della filosofia moderna, afferma che la potenza del ben giudicare (o meglio conoscere) e di distinguere il vero dal falso.

Da qui l'indispensabilità del
metodo e delle sue quattro regole:
1. Giudicare solo che è evidente e che no può dare adito ad alcun dubbio
(intuizione);
2. Scomporre qualunque giudizio nelle sue parti più semplici ed evidenti
(analisi);
3. Partire in ordine dai giudizi più semplici e salire per gradi a quelli più complessi
(sintesi) ;
4. Enumerare i giudizi rigorosamente e completamente per essere sicuri di non omettere nulla
(enumerazione).

Io posso dubitare di tutto il
non-io (la natura o fisica compreso il mio corpo) infatti quando sogno sono sempre rappresentazioni come la realtà, per cui non sono in grado di distinguere tra vero e falso.

Cartesio, anche grande matematico -
suoi sono gli assi cartesiani: due linee ad incrocio una chiamata delle ascisse e l'altra delle ordinate, che permettono di costruire diagrammi, da cui si ottiene una chiara definizione delle conoscenze in esame (andamento economico, dei terremoti, della borsa, ecc.) - era crucciato da un problema matematico che non riusciva a risolvere, con sua somma meraviglia ebbe l'intuizione risolutiva in sogno.

Da questa esperienza concluse che per iniziare un processo conoscitivo si deve avere la certezza delle cose, ora io posso dubitare di tutto tranne che
esisto - il famoso "cogito ergo sum" (penso dunque sono) - per cui sono sicuro di una "res cogitans" (cosa che pensa - il mio pensiero), che dubitando è imperfetta; ora l'imperfetto contempla il perfetto altrimenti sarebbe esso stesso perfetto, quindi ad una res cogitans perfetta (Dio).

Davanti alla res cogitans si presenta la fisica (non-io) o res extensa che per Dio è tutta la natura, il quale, in quanto perfetto, ci garantisce la sua esistenza.

Il corpo è come una complessa macchina (anche la natura è un grande meccanismo) con tubicini che, grazie alla
ghiandola pineale, trasformano i comandi dei pensieri in movimenti (un po' come un telecomando che trasforma l'energia meccanica del dito sul tasto in impulso elettrico).

Non tutte le
idee hanno origine dalle cose o dalla fantasia; idee come perfetto, infinito, eterno e simili sono ritenersi idee innate.

Da qui l
'innatismo del razionalismo.


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