Eduardo Ambrosio


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OLOCAUSTO (giorno memoria)

CULTURE E RELIGIONI

27 GENNAIO: IL GIORNO DELLA MEMORIA (L'OLOCAUSTO)


Il 27 gennaio 1945, il mondo scopriva il luogo del male assoluto: Auschwitz.

Già da alcuni giorni i soldati dell'Armata rossa si udivano in lontananza, quando una mattina si ebbe il segnale di qualcosa di straordinario: non si sentì suonare il fischietto dell'appello, i nazisti erano andati via. I pochi prigionieri rimasti, fantasmi emersi dall'inferno - vecchi e malati, con piedi e mani congelati, alcuni bambini - dovettero aspettare altri otto giorni per vedere i primi liberatori. Li ricordano poi come arcangeli: grandi, potenti. E attoniti, giravano ammutoliti tra i pochi vivi che sembravano morti e cadaveri ghiacciati dall'inverno rigidissimo. Era il 27 gennaio del 1945, quando Auschwitz fu conquistato e le porte del male assoluto, il luogo del delitto, si aprirono finalmente alla vista di una coscienza civile che non riusciva a credere a quel che vedeva. Alexander Woronzow, giovane operatore dell'Armata rossa, riprese quel che poté.
Qui, a partire dal primo maggio del 1940, aveva regnato il terrore impersonato da Rudolf Franz Ferdinand Hoess, di cui dire che avesse potere di vita e di morte suona inadeguato. Questi, figlio di un commerciante di Baden-Baden, aveva un passato tempestoso: educato religiosamente, pellegrino a Lourdes, iscritto al partito nazionalsocialista dal '22, nel '23 fu arrestato per pestaggio mortale e, in carcere, mostrò segni di follia:"Intellettualmente normale, presenta apatia schizoide e insensibilità caratteristica di una psicosi dichiarata". Liberato nel '28 divenne SS, dal '34 nella formazione Totenkopf (testa di morto). Fece carriera nella gestione dei campi di concentramento e nel '40 fu destinato ad Auschwitz (Oswieczim in polacco), nella regione contesa dell'Alta Slesia, ormai conquistata dal Terzo Reich.
Il luogo fu scelto perché isolato e poco abitato, vi si incrociavano quattro linee ferroviarie e rappresentava una risposta alle lamentele delle SS locali riguardo al problema crescente dei prigionieri polacchi.
Il campo inizia a funzionare il 14 giugno 1940. Lo Hoess, dopo l'arresto, raccontò che nel 1941 era stato chiamato a Berlino da Himmler per ricevere il segnale di un nuovo corso: occorreva risolvere la questione ebraica una volta per tutte e il compito era affidato anche a lui. L'ordine doveva essere tenuto segreto," i giudei vanno sterminati durante la guerra, senza eccezioni". Hoess perfezionò il delitto di massa usando, come per gli insetti, un potente insetticida lo Zyclon, un primo esperimento fu, nell'autunno del '41, l'uccisione di 850 persone (ammalati e soldati russi) che, chiusi in locali sotterranei a Birkenau (detto Auschwitz II), furono trattati con dosi sempre più massicce di Zyclon (ne occorreva una quantità di 5/7 kg per 1500 uomini). Da allora questo fu il luogo del macello, si costruirono stanza stagne e si allargò l'esperimento: secondo Hoess in questo periodo i morti furono 70 mila, cremati all'aria aperta.
Lo sterminio di massa degli ebrei comincia nel '42, quando ad Auschwitz I e II, si e aggiunto Monowitz (Auschwitz III) e una quarantina di sottocampi di piccole dimensioni. E si sono aggiunte le fabbriche degli industriali tedeschi giunti qui a produrre grazie agli "schiavi" ebrei il cui costo è davvero conveniente (ne muoiono, di fatica, decine ogni giorno). Come la fabbrica di gomma e benzina I.G. Farben, o gli stabilimenti Krupp, o le miniere di carbone della Slesia.
Chi lavora rappresenta secondo stime comunemente accettate il 25-30 per cento di chi è stato portato ai campi. Gli altri, a cominciare dai bambini troppo piccoli per essere impiegati, dopo una selezione sommaria che avviene addirittura nel piazzale dove giungono i treni, vengono avviati alle camere a gas. Vittime che a differenza che a Treblinka non sanno quasi mai che fine andranno a fare, credono che gli toglieranno i pidocchi. Un atto di bontà:vengono fatti entrare a botte e bastonate in camere di 210 metri quadri per duemila persone, dove si vedono pendere docce dal soffitto. Muoiono in un tempo variabile tra i 3 e i 10 minuti. Dopo una mezz'ora entrano i nazisti che recuperano denti d'oro, occhiali, anelli e capelli (delle donne), e provvedono a incenerire i corpi grazie ad una brillante soluzione progettata dall'impresa appaltatrice, la Topf & Figli di Erfurt, che ha messo in rapporto, come una catena di montaggio, le due fasi dell'operazione.
Auschwitz cresce: si prolunga la ferrovia per arrivare vicino ai crematori, si creano nuovi forni (un tutto 46) che riescono, in 24 ore, a "smaltire" 12 mila cadaveri. L'apice è nella primavera del '44 con l'arrivo degli ebrei ungheresi, 15 mila vittime al giorno, con punte di 22 mila. Le ceneri diventano un problema, di cui si il fiume vistola, che riceve ed occulta.
Quanti furono i morti di Auschwitz? In realtà non è possibile avere una cifra esatta, soprattutto per l'ultimo, frenetico, periodo.
All'inizio esisteva una funerea contabilità, i morti erano registrati sul Totenbuch, tutti deceduti, a distanza di pochi minuti uno dall'altro, per infarti, polmoniti ed altre malattie imprevedibili. Le cifre degli uccisi variano da uno a quattro milioni la più verosimile è di due. Chi lavorava aveva una vita media di tre mesi, sei al massimo. In teoria poteva contare su 350 grammi di pane al giorno, un litro di zuppa vegetale e 20 grammi di carne quarto volte la settimana. Ma non era neppure così, perché gran parte del cibo veniva rubato dalle SS (3000 circa). È certo che il peso medio degli internati era di 30-40 chili; si dormiva in tre per pagliericcio, al freddo, soggetti a continue bastonature; resiste di più chi capisce la lingua, chi è abituato a climi freddi: tedeschi, slovacchi, polacchi; poi vengono i francesi, ultimi greci e italiani (dei 5951 internati italiani ne sopravvivranno 356). Tutto però è nella capacità di adeguarsi, cadendo in una sorta di passività infantile impermeabile ai dolori. Persino il linguaggio è particolare fressen per mangiare, come per gli animali, le prigioniere sono immondizia, chi è ridotto in fin di vita è mussulmano, chi è ucciso con iniezione di cianuro è schizzato.
Nel blocco 10 ci sono medici come il famigerato Mengele /"il dottor morte", che fanno esperimenti diabolici: sterilizzazioni, castrazioni, ricerche genetiche sui gemelli.
Si segnalavano con simboli come stelle o triangoli colorati le varie categorie: giallo - ebreo, verde - comune, rosso - politico, nero - asociale (gli zingari), viola - testimoni di Geova, rosa - omosessuali.


Primo Levi, sopravvissuto, nel 1980 rivolse il seguente appello al visitatore di Auschwitz:
(da "In onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti" pubblicato in occasione dell'inaugurazione del Memorial Italiano ad Auschwitz).
(…) Alcuni fra noi erano partigiani e combattenti politici:sono stati catturati e deportati negli ultimi mesi di guerra, e sono morti qui, mentre il Terzo Reich vacillava, straziati dal pensiero della liberazione così vicina. La maggior parte fra noi erano ebrei: ebrei provenienti da tutte le città italiane, ed anche ebrei stranieri, polacchi, ungheresi, jugoslavi cechi, tedeschi che nell'Italia fascista, costretta all'antisemitismo dalle leggi razziali (del 1938) di Mussolini, avevano incontrato la benevolenza e la civile ospitalità del popolo italiano. Erano ricchi e poveri, uomini e donne, sani e malati. C'erano bambini fra noi, molti, e c'erano vecchi alle soglie della morte, ma tutti siamo stati caricati come merce sui vagoni, e la nostra sorte, la sorte di chi varcava i cancelli di Auschwitz, è stata la stessa per tutti. Non era mai successo, neppure nei secoli più oscuri, che si sterminassero esseri umani a milioni, come insetti dannosi: che si mandassero a morte i bambini e i moribondi. Noi, figli di cristiani ed ebrei (ma non amiamo queste definizioni) di un paese che è stato civile, e che civile è ritornato dopo la notte del fascismo, qui lo testimoniamo. In questo luogo , dove noi innocenti siamo stati uccisi, si è toccato il fondo della barbarie. Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo (QUI NESSUNO E' ESTRANEO)
Fa' che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento : fa' che l frutto orrendo dell'odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani né mai.

IL NAZISMO (scheda)
Profonda crisi economica, disordini sociali, confuse speranze di rivincita furono le premesse che portarono anche in Germania all'instaurarsi di una dittatura con caratteri ancora più brutali del Fascismo italiano: il Nazismo, di Adolf Hitler, arrivato al potere nel 1933 con un programma che mirava alla ricostituzione di una Grande Germania. Fu un movimento politico e sociale che ebbe come suoi capisaldi dottrinali: il concetto di popolo (o nazione, o Volk) inteso come unità etnico- naturale, il razzismo con il connesso antisemitismo, l'imperialismo (il Grande Reich), l'autoritarismo, il culto della forza. Le idee e la storia del movimento nazista, pur incarnandosi essenzialmente nelle idee e nella biografia del suo capo, Hitler, furono però anche la risultante di tradizioni, dottrine, aspirazioni storiche dei popoli e dei paesi di lingua germanica. Così l'apologia della guerra e della violenza e il culto della forza si ritrovano già, per certi aspetti, in Hegel e in Fichte sul piano teorico e, nella prassi politica, nell'azione di governo di Bismarck. Quanto alla formulazione naturalistica del concetto di Nazione, che poneva il suo legame nella comunanza biologica del sangue e della stirpe, essa aveva il suo antecedente più immediato nell'opera di Georg Von Schonerer. Per quel che concerne infine l'antisemitismo, vecchia tradizione tedesca rafforzata dalla falsificazione dei Protocolli dei savi di Sion, Hitler derivò da Karl Lueger (borgomastro di Vienna prima del 1914) il suo collegamento con i motivi antiliberali, antisocialisti e antinternazionalisti. Con Hitler il concetto di popolo è interpretato in chiave etnico- razzista e non storico- culturale, e cioè come un portato della razza (unità biologica e comunanza di sangue). La superiorità tra le razze (la cui condizione stava nella purezza) era attribuita a quella ariano- nordica, alla quale sarebbero state dovute le conquiste più grandi della civiltà; di contro impura veniva giudicata la razza ebraica, che cercava di contaminare la purezza dei biondi ariani del Nord e che diffondeva ideologie nocive come il marxismo, l'internazionalismo, il liberalismo. Hitler incarnava in sé il potere del popolo, un potere assoluto che respingeva esplicitamente ogni implicazione democratica, dal momento che egli non esercitava un potere appartenente al popolo e a lui delegato, ma era il popolo guidato da lui. Hitler conquistò il potere il 30 gennaio 1933 quando il vecchio presidente Hindenburg lo nominò cancelliere del Reich. Guidava un governo di coalizione con governi alleati ma in pochi anni di governo impose la sua dittatura personale sulla Germania, emarginando gli alleati e debellando le idee di chi, come Hindenburg, pensava di averlo in pugno. Il Fuhrer, ossia il capo, come Hitler si faceva chiamare, dimostrò subito di essere ancora più deciso e violento del grande uomo che governa a Sud delle Alpi. Nel giro di non molti mesi, infatti, eliminò dalla vita politica i Comunisti, che pur avevano ottenuto nelle ultime elezioni 12 milioni di voti contro i 17 milioni del Partito Nazista, quindi abolì tutti gli altri partiti per rivolgersi infine contro gli stessi avversari all'interno del proprio movimento, che il 30 giugno del 1934 (rimasto famoso come "la giornata di sangue") fece uccidere a Monaco e a Berlino. Poco dopo, alla morte del presidente Hindenburg, Hitler diventò il padrone assoluto e indiscusso della Germania.
Quello di Hitler è stato un governo totalitario, in cui l'ideologia era solo una maschera che celava la sete di potere assoluto. Hitler riuscì a nazzificare il paese con un saggio piano di armonia per il popolo tedesco. Infatti egli sapeva bene che quella tedesca era una società divisa in classi e cercò di avvicinarle; basti pensare alla "festa del primo maggio", una rivendicazione del movimento operaio imposta per la prima volta da Hitler; in tale occasione operai, imprenditori, impiegati sfilavano insieme per le strade, celebrando così una sorta di riconciliazione sociale. Questa necessità di "comunità di popolo", molto apprezzata dalla gente, fu ben capita da Hitler. Con lui cambiò anche la figura della donna in modo radicale, ad essa fu dato non solo il compito di educare i figli e di badare al focolare domestico, come predicava l'ideologia nazista, ma le donne erano sempre più presenti anche nelle industrie comprese quelle belliche, tanto da non aver mai registrato un valore di attività femminile così alto come in questo periodo.
Nel suo proposito di guadagnare il popolo tedesco all'ideologia nazionalsocialista, Hitler dedicò una particolare attenzione all'inquadramento della gioventù, realizzato attraverso la Gioventù hitleriana, fondata nel 1926. La dottrina nazionalsocialista investì anche la concezione e l'organizzazione del lavoro; il lavoro, intellettuale o materiale, era infatti considerato come il primo dovere del cittadino, come il modo di partecipare attivamente alla comunione con il popolo, con questo si dichiarava abolita in teoria la differenza tra lavoratore e datore di lavoro; in questa cornice ideologica di stampo cooperativo il Fronte tedesco del lavoro sostituì le vecchie organizzazioni operaie affermando il superamento della lotta di classe. Altri organismi di massa raggruppavano infine le casalinghe, gli agricoltori ecc. Hitler propagandò l'idea dei Tedeschi come razza superiore e ad essa tenne fede per tutta la sua vita; di qui l'esclusione dei non tedeschi dalle pubbliche funzioni, la proibizione dei matrimoni misti, la sterilizzazione dei degenerati e dei malati incurabili e, in un crescendo di aberrazioni irrazionali, le persecuzioni generalizzate contro gli Ebrei. Egli li riteneva la fonte di tutti i mali, una sciagura, una tragedia, l'unico fattore che, come una legge naturale, spiegava il logorio dell'universo, l'esercito nemico che egli aveva la divina missione di distruggere.
Crollato con la sconfitta della seconda guerra mondiale il regime hitleriano (maggio 1945), la scoperta dei campi di concentramento da parte degli alleati rivelò al mondo le dimensioni aberranti dei delitti del nazismo. Il tribunale di Norimberga, incaricato di giudicare i crimini di guerra, nella sua sentenza del primo ottobre 1946 condannò i capi hitleriani, non tutti hanno scontato la pena perché riuscirono a dileguarsi, e dichiarò criminose varie organizzazioni nazionalsocialiste.




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