Eduardo Ambrosio


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LA VALLATA NEL 1844

IL SARNO E POGGIOMARINO



Una lettura del 1844 della Vallata del Sarno e le coeve proposte di soluzione
(sintesi del DISCORSO STORICO-IDRAULICO di Vincenzo degli Uberti )


I CAMBIAMENTI AVVENUTI A PARTIRE DAL 1500 AL 1800 A DANNO DELLE TERRE E DELLE POPOLAZIONI DELLA VALLATA SUPERIORE DEL SARNO A RAGIONE DEGLI OSTACOLI ELEVATI NEL FIUME.

ESPOSIZIONE DELLE DIVERSE PERIZIE ESEGUITE DAL 1630 SINO AL 5 APRILE 1817 PER RIMEDIARE ALLE INONDAZIONI E ALL'INFEZIONE DELL'ARIA.
Nel 1500 il fiume Sarno era in ottime condizioni, però già con l'inizio del 1600 lo troviamo interrotto da vari ostacoli, cresciuti in numero d'anno in anno. Il Sarno ha, infatti, cominciato ad avere problemi nel momento in cui furono costruite delle chiuse. La prima chiusa, fu costruita per trasferire le acque ad uso dei mulini, per sentenza del Consiglio Collaterale del 9 gennaio del 1680 fu demolita. Quanto tempo prima fosse stata costruita s'ignora. Le chiuse costituivano dei veri e propri ostacoli per la navigazione, producevano inondazione, stagnazione, ed infezione d'aria e somiglianti. Per sopprimere il problema degli allagamenti furono scavati dei fossi di modo che l'acqua fosse versata nei fiumi. Avvenne però il contrario con devastazione delle campagne e malattie. Ciò significa che le chiuse danneggiavano il territorio del Sarno, ma passarono ben 73 anni finché qualcuno non si rendesse conto del male che facevano le chiuse.
Si arrivò al 1810, quando una commissione d'ingegneri, per le incessanti querele della Città di Sarno, si riunì. Dopo molte ed aggiustate osservazioni si venne a concludere quella verità che vedono tutti quelli che guardano con i propri occhi e col proprio giudizio, e cioè che dalle chiuse viene il male. Dopo di ciò le cose rimasero come stavano, vale a dire fertilissimi terreni subissati nell'acqua o tra pantani, ed un'industria ed operosa popolazione condannata ad un improbo lavoro, ed a tutte le tristi conseguenze di un'aria malefica.
Venuto il 1815, ecco un'altra visita al Sarno, i risultati furono sempre gli stessi, e cioè che gli allagamenti erano causati dalla chiusa di Scafati, che effetto degli allagamenti era l'infezione dell'aria ecc…., e che la distruzione della chiusa avrebbe restituito fertilità a molti terreni. Ma questo avviso conforme a quanto sin dal 1630 si era opinato e riconosciuto da tutti non solo, ma anche provato non ebbe altro effetto che essere inviato al Consiglio d'Intendenza di Salerno, per cui ne venne fuori un'altra perizia.
Alla fine di tutto, si comandò: se vi fosse modo di sanare i luoghi infetti , e di conservare gli edifici idraulici, si proponesse; in ultimo caso si distruggessero gli ostacoli.


DESCRIZIONE DELLA VALLA TA DEL SARNO E DEL FIUME NELLO STATO OSSERVATO NELL' OTTOBRE DEL 1843
L'importanza del discorso esige, che dopo aver fatto una sommaria descrizione dei luoghi riferendoli alla loro antica condizione, un'accurata descrizione dello stato del fiume nel suo stato attuale (1843).
Recandovi dalla Città alle sorgenti della Foce, la strada che si percorre ci svela subito le continue alterazioni alle quali sono state e sono tuttora soggette quelle terre per le alluvioni montane. Non si vedono che aride e scarne coste di monti insufficienti a ritener le acque. E siccome facilmente franano per la loro fragile natura, perché composti da strati lapillosi calcarei, scendono e si spargono sui terreni.
Sono veramente meravigliose le fonti dette della Foce, le vedi in parte raccolte in una vasca costruita a piè del monte; cui, se presti attente le orecchie, ne ascolti il mormorante gorgoglio nel venir fuori; e più sotto, come dalle viscere del suolo, vi è un getto di acqua vivissima che par che fosse appena uscita. Queste acque sono divise in due: parte derivate, e sono quelle superiori, che per il fosso del Conte si recano a Torre Annunziata. Le rimanenti formano il ramo detto della Foce, il quale dopo avere animato l'edificio d'Ottaviano, viene giù ad unirsi all'altro, detto del Palazzo. Dall'una e dall'altra delle sponde dei due fiumi, s'incontrano lunghissimi fossi colmi d'acque stagnanti, che formano uno stagno con l'acqua dei due ruscelli. Miserevole è la condizione delle terre in mezzo alle quali passa l'altro, detto della Foce. Quando piove lo spettacolo di queste terre è da vedere per comprendersi. Vedete la pioggia che vi percuote, acqua degli stagni che si solleva; i fossi traboccano e si spandono, basta attendere pochi minuti e vedrete formarsi una palude, dove scamparci è fortuna.
Lo stato delle terre e le cose degne di nota osservate lungo i due corsi sono in breve queste. Il pelo ed il fondo dei due corsi è visibilmente e notevolmente alzato a ragione delle materie alluvionali, le quali per l'impedito corso del fiume devono per forza rimanervi accumulate. Il ponte di Striano sul ramo Foce è del tutto affogato, lungo il Corso Palazzo, una vegeta produzione d'erbe fluviali, di nasturzio ceppi selvatici e simili ne ingombra il letto di guisa che è un altro ostacolo al libero efflusso delle acque.
Prima di arrivare all'Affrontala mette nel fiume Palazzo, l'altro detto di S. Marina. Questo influente, che nasce nel cavo della rivolta dei monti di Sarno, nel territorio di Nocera viene nel Sarno percorrendo lentamente le terre adiacenti di cui per natura è l'asse principale di scolo, come esso fa figura di asse secondari a rispetto del recipiente nel quale va a confluire. Il quale, trovatolo in uno stato del tutto contro natura, ed alzato di pelo e di fondo, con la perdita della sua cadente diventava anche flagello dei terreni circostanti; per questo vi vedete fossi stagnanti, e malanni d'ogni sorte come altrove.
Dall'Affrontala, dove i due corsi riuniti costituiscono più specialmente il fiume Sarno, con un maggiore corpo d'acqua, ma alquanto più ristretto si cammina sempre fra rigogliosa messe di erbe fluviali. La condizione delle terre è la stessa finora descritta, fossi infiniti, luoghi stagnanti che in mille guise le frastagliano. Quasi nuda è la superficie del terreno, particolarmente sulla destra: e là dove c'erano foreste, vigneti, ulivi ed ottimi pascoli, non vi è che terreno umido e fangoso, e stagni pestilenziali.
Passando più avanti troviamo la foce del fosso Imperatore, il quale è un canale manufatto, dove si versano acque colatizie. Giunti al ponte di Scafati si osserva sulla sinistra parte dell'antico alveo abbandonato la cui superficie è sottoposta al pelo del fiume alzato dalla chiusa; e questa superficie non è affatto uguale a quella dell'antico fondo, dovendo stare almeno un metro più sotto; inoltre il pelo dell'antico corso doveva scorrere indubbiamente tra alte rive. Fino al 1812 questo era l'unico ostacolo presente sul fiume, ma nel 1813 sono state costruite altre chiuse. Questo fatto, condannevole perché eseguito senza alcun permesso, divenne dannosissimo per il fiume. Contrariamente alla prima parte del fiume, il terreno adiacente il secondo tratto del fiume non presenta quel carattere di grave devastazione della vallata del Sarno, anche se comunque le chiuse impediscono la navigazione del fiume: poiché esso scorre per lunghi tratti tra buone sponde, e anche perché non riceve quei copiosi e torrenziali influenti come nella vallata superiore.
Eccetto rari luoghi l'agricoltura vi è prospera e rigogliosa e la quasi totale mancanza di fossi di scolo indica l'assenza del male che tanto si ha ragione di lamentare nella vallata superiore. Tutto questo perché si riconosca la necessità d'efficaci rimedi, e non di provvedimenti avventati, dispendiosi o peggiori del male.


CONSIDERAZIONI GENERALI SULLE CAUSE CHE PRODUCONO LA STAGNAZIONE DELLE ACQUE E INFEZIONE DELL'ARIA
Descritto ormai lo stato del fiume e delle terre nel 1500, e sommariamente esposto il suo stato nel 1800, con quali espedienti si recherà riparo a tanti danni, conciliando interessi tanto divergenti!
La questione sul Sarno è tutt'altro che difficile ed intricata se si ha la forza di rispettar la logica. Infatti, con la rimozione delle chiuse e di gran parte dei muri, si vede il letto del fiume essersi profondato molto con le piene, gli scoli delle pianure aver recuperato la loro caduta ed il beneficio di queste da tutti gli spassionati esser conosciuto. È importante ricordare che l'indole del fiume Sarno è tale che ha bisogno di scorrere al mare senza alcun ostacolo. Essendo il recipiente comune di tutte le acque fluenti in quelle piane campagne, come si può sostenere di mantenere il suo corso nel suo stato presente?
I traboccamenti cui va soggetto non solo per le chiuse ma per la natura degl'influenti, non possono essere dominati se il fiume non riacquistasse la velocità perduta, e ristabilisca l'antico fondo che rechi liberamente le acque al mare. Ma cosa provoca l'infezione dell'aria?
I ristagni prodotti dall'alzata del pelo del Sarno provocano l'infezione dell'aria. Anche altre sono le ragioni dell'infezione dell'aria, vale a dire, i maceratoi delle canape e del lino, le insalubri esalazioni di quell'erba fluviale e tante altre cause di malattie e dolori.
I malanni prodotti dallo stagnamento delle acque derivanti dalla violenza fatta al fiume, hanno un carattere particolare e distinto. Maceratoi, letami, poca cura delle persone, malsane abitazioni, scarso e pessimo cibo, insomma povertà e vizi ve ne sono dappertutto, senza le chiuse; mentre una costante infezione per l'incessante permanenza di un ostacolo; una devastazione continua di terre, per l'esistenza perpetua della causa che la produce, un semenzaio sempre vivo di morbi per l'inesauribile azione del male…. Tutto questo esiste solo nella vallata del Sarno, o anche altrove, se come qua, vi è una chiusa che barri tutto un fiume e ne faccia un pestifero pantano. Dopo quanto detto si riporta una relazione scritta nel gennaio del 1841 in seguito ad una malattia diffusasi nel comune di S. Marzano.
"Nel mese di gennaio del 1841 il comune di S. Marzano, soggetto all'umidità e alle intemperie, soffrì anche una non lieve inondazione, poiché cresciute le acque del Sarno e fatto turgido il suo letto, non fu più capace di ricevere piogge, le quali si sparsero per tutte le campagne circostanti. La gente povera, sollecitata dal bisogno di procurarsi da mangiare si aprì un passaggio tra le acque, o per riparare ai danni dei loro campi. Dopo ciò si può immaginare qual effetto poteva produrre sopra questa gente, già desolata per un grave infortunio, la necessità di trattenersi in mezzo alle acque…. Era quindi da aspettarsi una malattia popolare….Ma più… alle piogge impetuose successe una temperatura piuttosto dolce, e molti giorni asciutti. Le acque prontamente si abbassarono, e cominciarono a lasciare allo scoperto la melma trasportata ed i vegetali semi corrotti, ed i bei giorni erano turbati dal fetore che emanava dai terreni che s'asciugano…. La mortalità fu assai grave, e si noti che il morbo ha scelto le sue vittime fra la gente disagiata esposta al contatto dell'aria e dell'umidità, ed i primi infermi furono alcuni di quei che nel rigore dell'inverno furono costretti a guardare le acque delle paludi, e quelle versate dal fiume Sarno, o che lavoravano intere giornate, inumiditi dalla nebbia colma delle esalazioni delle acque che andavano asciugando".
E NON È QUESTO LO SPETTACOLO CONTINUO CHE SI OFFRE IN QUELLE TERRE!!!!!!!!!


ESAME E CONFUTAZIONE DEL PROGETTO DI BONIFICAZIONE PER MEZZO DEI CONTROCANALI
Canali, controcanali, lagnuoli, basta indicarli perché in questo caso possano dirsi appropriati!
Dopo aver descritto l'Agro Sarnese e Noverino; dopo aver osservato che il Sarno, comune recipiente di tutti gli scoli, è in una condizione di non poterli smaltire con libertà tutti i canali, controcanali e lagnuoli non sono né rimedi, ma sono le cure peggiori del male. Quanto scompigliate siano le nostre colture montane, quali devastazioni vi si siano recate, non s'ignora. Quei monti, che ora sono nudi, scarni e senza il bello e salutare rivestimento di lussureggianti foreste, ci fa capire che non è gran tempo, a confronto con quei monti ricoperti di robusta e rigogliosa vegetazione. Disboscati i monti, e le piogge che cadendo non trovano più nel terreno la prima consistenza e durezza, facilmente si separano le molecole di terra e sono trascinate nelle pianure inferiori. Ed è questa la ragione dell'interrimento dei letti dei fiumi e dell'alzamento del pelo delle loro acque, e di tanti altri mali che tutt'oggi si deplorano. Ora se questi danni sono la conseguenza necessaria di un tale stato di cose, ponete un fiume barrato spietatamente, fiume che accoglie tutti gli scoli delle campagne, e ditemi se è il caso di canali di scolo, controcanali o lagnuoli?
Quando una campagna coperta d'acqua stagnante si vuole prosciugare, si ricercano le direzioni dell'asse principale di scolo, e poi dei secondari: in questo caso s'intende il valore e l'appropriatezza del rimedio; ma quando il fiume stesso, è asse principale di scolo, quando i suoi influenti fanno da assi secondari, il rimedio consiste nell'adoperarsi che adempiano bene alle loro funzioni, e non a rovinare le campagne con altri tagli ed opponendosi agli scoli naturali.
Ma oltre a questo; s'ignora forse che il Sarno è una vera e propria riserva d'acqua, dove basta cavar pochi palmi sott'acqua per averne in quantità. Dunque, sarà mai possibile che cavandosi a 3 o 4 metri di profondità vicino al fiume, non si veda riempito dalle acque sotterranee, non si veda occupato dalle acque stesse del Sarno!
E dopo questi, tanti e tanti altri sono i motivi per cui canali, controcanali e lagnuoli non sono un beneficio, anzi….!
Quindi, che questo progetto si proponga in campagne deserte o poco popolate o tra terre di pessima qualità, e senza alcun corso naturale. Non c'è dubbio che questo progetto rechi profitto per quelle terre che potranno essere richiamate a nuova vita con le opere di bonificazione; ma dove vi è una popolazione agglomerata, e che ricava sussistenza da queste terre per la loro fertilità, cotali opere sarebbero nuovo elemento di rovina. Se utili altrove, e in taluni casi, non possono esserlo qui, questi famosi controcanali. Certamente i motori idraulici sono i più economici e sicuri; ma se sono causa di perenni inondazioni, di stagnamenti pestiferi, di malattie, e d'infezione dell'aria, non sono da raccomandare, se stiamo tra gente umana e civile.


ESPOSIZIONE DEL PROGETTO CHE SI CREDE SOLO CAPACE DI RIDONARE ALLA VALLATA DEL SARNO LA PERDUTA FERTILITA', DISTRUGGERE L'INFEZIONE DELL'ARIA, E RENDERE NAVIGABILE IL FIUME CON LA CONSERVAZIONE DI TUTTI GLI EDIFICI IDRAULICI
Tutti i dati per la soluzione del problema sono nella livellazione del fiume, e basta osservarla per conoscere la grandezza del male, l'aumento progressivo d'anno in anno, e la necessità indeclinabile del solo rimedio che si può proporre. La livellazione vi rivela la differente condizione dei due tronchi del fiume Sarno, separati dalla parata di Scafati. L'inferire che mette al mare, permanente ed antico alveo del fiume, lo vedete depresso; per lo più tra sponde elevate, ed anche nei luoghi aperti scorre senza danno delle campagne. L'altro invece, minacciose sopra un'immane massa di fabbrica……e poteva essere così costituita l'antica cadente del fiume liberamente fluente! Impossibile!
Il sollevamento del fondo e del pelo del fiume sino alle sorgenti, ha fatto alzare ancora di più il fondo degl'influenti e ed è stato causa, e lo sarà sempre di più, di tutte le devastazioni e di tutte le disastrose alterazioni avvenute in quelle contrade. Il fiume non è più navigabile, e senz'altro sulla navigabilità del fiume non vi è da dubitare, non solo per la testimonianza degli scrittori, ma per i nomi degli stessi luoghi. Infatti, nella città di Sarno vi è un luogo chiamato Porto e poco lontano ve n'è un altro con il medesimo nome.

Il rimedio vero ed efficace e che concilia due condizioni sinora credute in sociabili, e cioè la libertà dello scolo del fiume, e la conservazione degli edifici idraulici, esiste.

1. Il fiume deve esser ristabilito per quanto più si può nell'antica profondità, e però lungo tutto il suo corso si deve eseguire un calcolo sulla misura media della larghezza.

2. Nel luogo Corridore, il fondo è di 14 palmi inferiori al pelo presente, si dovrebbe stabilire uno stramazzo, uno sfioratore ad uso di un canale di derivazione, munito di una porta marinaia, e di due portine laterali.

3. Il canale di derivazione recandosi sulla destra del fiume verso Scafati, come sarà prossimo alle prime case del paese dovrà sboccare nell'alveo, mentre il fiume dovrà essere recato sulla sinistra per fluire nell'antico letto. Il canale giungendo sotto il ponte, e toccando la gran chiusa dovrà arrivarvi con un pelo inferiore al presente.

4. Il ponte presente di Scafati dovrebbe essere distrutto e ricostruito con due archi, uno per il passaggio del canale e l'altro per il ristabilito alveo del fiume; il quale a ragione del profondamento dei due corsi diverrebbe quasi a livello della strada, senza quella sconcia e pericolosa gobba dell'attuale.

5. Ridonata al fiume la libertà delle acque, profondato il suo letto, e però data la facoltà a tutti gli scoli di ridursi agevolmente, e acquisita la perduta caduta degli influenti; sarà rimossa quindi dalla radice la causa dei pestiferi impaludamenti, e della malefica corruzione dell'aria, e gli edifici idraulici saranno stabilmente provveduti dal motore.

Così saranno soddisfatti tutti i bisogni.

Vediamo ora come con un tale canale il problema resta sciolto a riguardo della conservazione degli edifici idraulici. Il canale eseguito sulla riva destra del fiume Sarno, procedendo verso Scafati poco lontano dalle prime case verrà a sboccare nel suo presente alveo, dove per sotto all'arco destro del ponte ricostruito si recherebbe all'esistente partitoio. Mentre il profondato alveo del fiume, che procede all'ingiù sulla sinistra occupando il suo antico letto, passerebbe sotto l'altro arco del nuovo ponte. E raggiunto il partitoio, dove per una bocca regolata s'immetterà la quantità d'acqua necessaria per l'edificio Laville. A ragione della chiusa Salvatore l'edificio Laville lavora ben poco, ma subito dopo demolita acquisterebbe una caduta uguale all'altra. Ma dovrebbe essere fatto qualche cambiamento. L'edificio riceverebbe l'acqua per mezzo di un secondo partitoio e di un altro canale quasi perpendicolarmente al suo prospetto.
Il pelo dell'acqua nella vasca è inferiore a quella del canale di distribuzione che passa parallelamente all'edificio. Chiusa la sua vasca dalla parte del fiume, la chiusa sarebbe demolita interamente. Con queste operazioni l'edificio resterebbe del tutto come si trova. Dopo di questo, il canale recherà il motore al Bottaro, dove non vi è nulla da cambiare. Non tutta l'acqua che arriva serve all'edificio, e ne resta una buona parte per l'irrigazione. Ma qualcuno potrebbe sostenere che in ogni modo si lascia un ostacolo nel fiume, è vero, ma quest'ostacolo rivolge le acque in un canale ugualmente profondo; e nel nuovo regime che acquisterà il fiume il suo ingorgo è così breve che non nuoce per niente. Anche gli altri edifici Joio e Troiano e l'altro al ponte della Persica ad uso di un mulino, e gli altri due Carrese e Piscicelli per macchine irrigatorie. Le chiuse eseguite per questi edifici sono della maniera più grossolana e disacconcia; poiché si barrava il fiume per tutta la larghezza senza pensare ad altro. Il problema delle chiuse può essere risolto in due modi diversi: distruggendole o ricostruendole con date condizioni. La libertà data dalle acque del Sarno, ed il profondamento del suo letto.

VANTAGGI DELLA NAVIGAZIONE FLUVIALE: LA NAVIGAZIONE DEL FIUME È UNA COSEGUENZA DEL PROGETTO ESPOSTO; NON È UN PROGETTO PARTICOLARE
Infine abbiamo il fiume libero da ogni ostacolo; ora, detto ciò, perché il fiume non sarà navigabile?
Per tutta la nostra industria, fondata sui prodotti del suolo, le spese di trasporto compongono la maggior parte del valore, e però la loro diminuzione è un aumento indubitato di ricchezze. Inoltre dato che non solo il Sarno è navigabile, ma anche tutti i suoi influenti, la navigazione fluviale offrirebbe immensi vantaggi, perché darebbe comodità ai coloni e ai proprietari di recare direttamente le derrate , senza essere soggetti al pesante monopolio di pochi accaparratori di altri paesi, e specialmente del trasporto dei carboni e del legname.Rimane una sola domanda: il Sarno si potrà navigare?
Se si riguarda al futuro regime del Sarno quando sarà liberato da tutti gli ostacoli, essa, come lo è stato sempre, sarà navigabile ancora una volta. Vicino la strada di ferro, a destra del ponte vi è una piccola valle, dove si potrebbe formare un porto, comodo della navigazione fluviale. Ed il progetto non è complicato, basta poco.

MODO DI ESEGUIRE I LAVORI, E CENNO DELLE SPESE
Per quanto riguarda le spese bisognerà:
1. Costruzione del nuovo stramazzo;
2. Scavamento del canale di derivazione;
3. Spurgo dei fiumi;
4. Ristabilimento della parte abbandonata, dall'antico alveo vicino Scafati in continuazione dall'esistente;
5. Ricostruzione del ponte Scafati con due archi, uno per dare via al canale di derivazione, e l'altro al fiume;
6. Piccolo tratto di canale per dare il motore all'edificio Salvatore, mediante il nuovo partitoio e demolizione di questa chiusa;
7. Demolizione o modificazione delle altre tre chiuse;
8. Lavori di conseguenza per la realizzazione di quanto detto.
Tutti questi lavori sono della più facile esecuzione. Si dovrebbe nello stesso tempo intraprendere la costruzione dello stramazzo, l'apertura del canale o ricostruzione del ponte. Fatto ciò, si recherebbe il fiume nell'antico alveo, e passare sotto la nuova luce, e si abbasserebbe il tratto lasciato con la pendenza prestabilita in proseguimento del canale di derivazione per recarsi ai due partitoi ed al Bottaro. Quindi, si effettuerebbe la derivazione chiudendo stabilmente l'adito inferiore con il quale si è fatto passare il fiume nel vecchio alveo. Tuttavia, rimanendo quasi asciutta questa parte del fiume dallo stramazzo all'ingiù, il suo scavamento è l'operazione più facile del mondo. A questo punto si renderebbe il fiume assai agevole.

PROGETTO 1
1. Il fiume ridotto alla giusta profondità e scorrendo senza alcun ostacolo, provocherebbe il prosciugamento dei fossi che diventerebbero coltivabili;
2. Gli influenti, abbassato il fiume, acquisteranno una maggiore caduta e subito si vedrebbero muniti di sponde: laterali, anche le più lontane terre godrebbero il beneficio della cresciuta velocità e profondità;
3. Essendo il fiume libero e spurgato, il suo mantenimento annuale è facile e sicuro. Le sponde naturali offrono una sicurezza che non si potrà mai ottenere con le opere manofatte.
4. Con il corso libero del fiume, l'altezza non sarà mai maggiore di 3 o 4 palmi: dissipato il terrore delle inondazioni, l'aria diventerà la migliore possibile.
5. Si conservano tutti gli edifici idraulici, con espedienti sicuri e permanenti, senza ulteriori danni delle terre, le quali risanate aumenteranno di valore: e tutto ciò con una spesa minima.
6. Il ristabilimento della navigazione del fiume è un acquisto prezioso, un grandissimo beneficio per quelle contrade, un monumento di gloria dell'attuale sovrano.

PROGETTO 2
1. Conservandosi la chiusa Scafati rimane il fiume nel suo stato presente, ed il prosciugamento dei fossi, di esito incerto, sarà di grave dispendio con danno dei terreni vicini;
2. Gli influenti seguiranno a spianarsi a fior di terra sul Sarno; i fossi laterali stagneranno e le inondazioni seguiranno a fare scempio delle terre vicine e a devastare quelle contrade;
3. Chiuso il fiume, i depositi si accumuleranno d'anno in anno e le opere dei canali, degli argini, dei sifoni, la loro grave e scrupolosa manutenzione ne sono la dimostrazione, che non offrono nessuna garanzia contro gli svariati incidenti che causano le acque in piena;
4. Conservandosi il fiume nel presente stato di profondità, nonostante i canali e gli argini la terre rimarranno sempre esposte alle inondazioni; gli influenti non rimarranno in stato più propizio, e l'aria non riceverà alcun miglioramento:
5. Gli edifici si conservano in parte con espedienti temporanei; poiché la loro durata è legata alla riuscita e alla difficile conservazione delle opere: e in verità se il Sarno si fa strada nei fossi stessi, o si rompe una botte, ecc…gli edifici perderanno il motore, le terre decadranno di valore; tutto ciò con una spesa massima;
6. La navigazione sarà perduta e per sempre con grave e generale discapito materiale e morale.
Fatte le differenze tra i due progetti, è chiaro quale tra i due sia il più conveniente ed il più sicuro ed il più utile.




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