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STORIA > NOVECENTO > LA GUERRA FREDDA
L'EVOLUZIONE DEL PENSIERO STRATEGICO
LE DUE SCUOLE SULLA "BOMBA"
Gli armamenti nucleari, uscendo dagli schemi convenzionali, hanno condizionato in modo sempre crescente le strategie di difesa e di offesa. Gli attori in gioco perseguono soprattutto la strategia del "secondo colpo" o di replica per un effetto paralizzante, anche se resta poca la credibilità sulla reale possibilità della guerra nucleare, comunque il bisogno di rendere efficace la deterrenza impone una ricerca sempre più sofisticata.
Sull'utilizzo della bomba atomica possono essere distinte due scuole di pensiero:
- per la prima, la WAR AVOIDANCE, le armi nucleari non sono "armi" e hanno pura funzione "dissuasiva", la guerra nucleare è un unico e incontrollabile evento per cui le armi nucleari hanno solo valore strategico (ultima estrema risorsa); target: obiettivi controvalore (città, grandi concentrazioni urbane, aree industriali, ecc.); infine sono deterrence by punishment (deterrenza per punizione) quindi concetto dissuasivo, se fallisce la dissuasione si passa alla massive retaliation (rappresaglia massiccia) o Mutual Assured Destruction (MAD);
- per la seconda, la STRATEGIA DELLA VITTORIA, le armi nucleari sono vere "armi" e possono essere usate in caso di crisi, la guerra nucleare può gestita e l'escalation può essere controllata per cui le armi nucleari possono acquisire un valore tattico (intra-war deterrence); target: obiettivi controforza (basi militari, installazioni, difese strategiche, ecc.); infine deterrence by denial (deterrenza per impedimento) quindi concetto operativo per cui una risposta flessibile (passaggio dal convenzionale al nucleare) con opzioni nucleari limitate (armi tattiche miniaturizzate.
IL "DOPOGUERRA" FREDDA
Con la caduta del Muro di Berlino (1989), l'Europa sicuramente varca le soglie di equilibrio precedentemente determinate: quella del 1919 stabilita a Versailles e quella della cortina di ferro stabilita a Yalta.
La Germania da fronte antisovietico e linea di confine orientale dell'Europa, con l'unificazione, diventa nuovo centro aggregante dell'Est e soprattutto della Russia (a ovest vi è lo storico sbarramento francese), di conseguenza non è più definibile il confine orientale dell'Europa.
La Russia mette in discussione, anzi dismette tutte le conquiste prima zariste e poi sovietiche-staliniane: il tentativo del C.S.I. ( Comunità degli Stati Indipendenti) resta molto blando e stenta a decollare.
In questi anni, poi, finisce l'effetto livellatore del sistema stellare.
Infine, dopo l'unificazione, la Germania diventa centro anche dei paesi dell'Est e di conseguenza va in crisi il progetto occidentale di unificazione europea.
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