Eduardo Ambrosio


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IL REGNO DEL SUD e la RESISTENZA

STORIA > NOVECENTO > LA II GUERRA MONDIALE


IL REGNO DEL SUD E LA RESISTENZA

Dopo la liberazione di Napoli l'interesse alleato si ridimensiona fortemente, il governo del Mediterraneo (il Comando alleato si trasferisce da Algeri a Napoli dove arrivano capi politici, giornalisti, ecc.) ed il controllo di SUEZ garantivano i rifornimenti per cui si concentrano gli sforzi sul fronte giapponese e russo dove si registrano notevoli successi, inoltre, lo sbarco in Italia rap-presentò la prova generale per quello in Normandia (2° fronte). La Resistenza italiana avrebbe provveduto ad impegnare i tedeschi e ridurre la loro presenza in Francia.

Da precisare che, dopo l'8 settembre '43, l'Italia si ritrova divisa in tre stati (le tre Italie):
-
il Sud ove continua lo stato- macchina con la vecchia classe dirigente e gli Alleati;
- il Centro con i partigiani ;
- il Nord con Salò.


La riunificazione si realizzerà il 25 aprile '45 con la liberazione di Milano.

Il
MODERATISMO, prima solo al Sud poi in tutta Italia, era già attivo nel '44 prima del governo Parri ('45).

Parte
il ciclo della Resistenza con i fatti di Porta S. Paolo a Roma e gli avvenimenti di Cefalonia (isola greca abbracciata a Itaca) luogo dell'eccidio da parte dei tedeschi in violazione di tutte le leggi della guerra e dell'umanità, in 10 giorni di combattimenti furono bombardati e massacrati 7000 soldati, i cadaveri buttati a mare per nascondere le tracce, altri 3000 furono fucilati (c'era quasi una gara per andare prima degli altri davanti al plotone di esecuzione) o naufragarono, tra il 23 e il 28 settembre, in tre navi cariche di prigionieri dirette ai lager nazisti e affondate in mare (solo con le ricerche degli anni Cinquanta si sono individuate e riportate in patria alcune salme).

Il 1 marzo 2001 il presidente della Repubblica Italiana Carlo Azelio Ciampi ha commemorato sul posto l'avvenimento. Alcuni passi del suo discorso:
"A voi, alla fin e del lungo travaglio causato dal colpevole abbandono (del Governo Badoglio), furono poste tre alternative: combattere coi tedeschi, cedere le armi, tenerle e combattere. Vi fu chiesto (con un inedito referendum), in circostanze del tutto eccezionali in cui mai un'unità dovrebbe trovarsi, di pronunciarvi e con orgoglioso passo avanti faceste la vostra scelta: unanime, concorde, plebiscitario: combattere. - Noi ricordiamo oggi la tragedia e la gloria della Divisione Aqui (12.000 uomini con due reggimenti di fanteria, uno di artiglieria e tre compagnie del Genio). Il cuore è gonfio di pena per la sorte di quelli che ci furono compagni della giovinezza; di orgoglio per la loro condotta. - la loro scelta consapevole fu il primo atto della Resistenza di un'Italia libera del Fascismo. - Decideste così, consapevolmente, il vostro destino. Dimostraste che la Patria non era morta. Anzi con la vostra decisione, ne riaffermaste l'esistenza. Su queste fondamenta risorse l'Italia" -

Seguono le
Quattro Giornate (28 settembre - 1 ottobre) e la strage di Caiazzo (CE) del 10 e 11 ottobre '43.

Insomma dopo Napoli si conobbe il senso della lotta partigiana.

Il
Congresso dei partiti antifascisti di Bari (gennaio '44 - in precedenza, dicembre '43, vietato a Napoli dal Comando alleato) porta alla svolta di Salerno (marzo aprile '44), propiziata anche dal mutato atteggiamento di Togliatti verso il re (prima di chiusura: 3.3.44, unica soluzione un nuovo governo Sforza; poi, dopo l'incontro con Stalin del 4.3.44: più morbido), con l'ingresso di antifascisti nel governo e, appena liberata Roma, dimissioni del re e di Badoglio sostituito con il socialista Bonomi che, sostenuto dai sei partiti antifascisti, formò un governo di Unità Nazionale (ministri: il liberale Benedetto Croce, il democristiano Alcide De Gasperi, il comunista Palmiro Togliatti, l'indipendente Sforza), il tutto significò un chiaro segnale democratico e antifascista.
Gli anglo - americani favorirono le forze moderate al governo, preoccupati da una possibile crescita dell'influenza sovietica in Italia.
Il 27 marzo '44, a Ravello, il
re fu costretto da Mc Millard a dichiarare, appena liberata Roma, la LUOGOTENENZA formalizzata il 25.6.44.


LA POLITICA DEL REGNO DEL SUD

Nel Regno del Sud ci fu un
concentramento forzato di forze politiche, i poteri forti (economici, istituzionali: i prefetti sono ex fascisti, ecc.) si saldano prima che altrove, la vita politica si svolge tra due moderatismi (forte produzione di POLITICANTI).
L'occupazione alleata (100.000 americani) con
Poletti abolisce la legge fascista, ripristina quella del '15 e produce, per la sopravvivenza, una immoralità (42.000 prostitute) e un'illegalità (contrabbando) diffuse; si cerca di restare fuori dal contrasto con la chiusura iniziale al CLN (si nega il congresso dei partiti antifascisti a Napoli nel dicembre '43); solo in una seconda fase inizia il dialogo con i partiti ed il CLN quali rappresentanti delle forze operaie e produttive, prologo dell'imminente democrazia di massa, i risultati sono scarsi per le poche risorse ed aiuti (si può pensare a Napoli come laboratorio della politica americana nei territori occupati).
Nel Sud la Resistenza è solo antitedesca, la Monarchia e le istituzioni vanno difese perché‚ appaiono, diversamente che al Nord, antitedesche e protettrici; convinzione suffragata successivamente dal REFERENDUM istituzionale e mantenuta in vita dal successivo LAURISMO (responsabile dell'appannamento della memoria delle "quattro giornate").
Sicuramente i
valori resistenziali giungono forti a Napoli solo con i partiti di sinistra nella lotta repubblicana anche se la lettura della Resistenza non può avere una visione esclusivamente partiticentrica (i capi della Resistenza vengono tutti dall'Aventino, processo da rivalutare in quanto estremo tentativo di resistenza politica visto che li movimento operaio era stato già distrutto con il delitto Matteotti)



LA RESISTENZA NEL SUD (storiografia)

Un ragazzo napoletano di 17 anni, a pochi minuti dall'esecuzione capitale da parte dei tedeschi, scrisse: "E' PIU' FACILE MORIRE PER UN'IDEA CHE VIVERE PER REALIZZARLA".

La Resistenza, quale fondante dello stato repubblicano e nesso forte dell'identità collettiva dello stato ita-liano, è definita
milanocentrica e permangono forti le difficoltà per delineare una Resistenza del Sud, a causa del breve tempo in cui si è palesata (25 luglio '43 - 28,29,30 settembre e 1 ottobre '43); inoltre, la si ritiene non del tutto veritiera (le 4 giornate rappresentano solo una sommossa d'istinto) o necessaria (gli Alleati erano in vista di Napoli).

Per una corretta analisi è necessario verificare anche se ci furono, nel Sud,
tendenze antifasciste e repubblicane nel periodo fascista, attraverso il dibattito storiografico. Le valutazioni si orienteranno sulla opposizione, la crucialità, la rilevanza e la peculiarità di Napoli, e considereranno se il vento democratico del Sud smosse le masse, fondendo il sociale con il politico, e si contrappose al vento del Nord.

Indubbiamente la difficoltà delle comunicazioni costringe le notizie alla sola lingua parlata, molto diversa tra nord e sud,
ma Napoli insorge mentre Roma viene liberata.

Geograficamente il Mezzogiorno si diversificherà, per la durata: brevissima in Sicilia (entro il 3 settembre '43), veloce in Calabria (entro il 10 settembre '43) e a Napoli (entro il 1 ottobre '43), lunga in Abruzzo (nel '44).

Per lo storico
CHABOD, le 4 giornate rappresentano un evento esemplare ed eccezionale, proprio perché nel "Regno del Sud" non si conobbe la lotta partigiana né i CLN.

Per lo storico
Roberto BATTAGLIA, si devono legare gli episodi della Resistenza, la peculiarità del Sud si caratterizza da una limitata reazione per la brevità dello stato di guerra, ma è forte l'INERIRE nel corpo sociale della rivoluzione vista la spontaneità e la resistenza passiva: infatti si registra una esplosione di collera secolare prima con le LOTTE CONTADINE in provincia (vedi ad esempio opuscolo su Terzigno) e poi con le 4 giornate in città. Solo nel Sud l'urto elementare tra l'efficientissimo apparato militare nazista ed il popolo senza alcuna organizzazione predeterminata ma in grado di scegliere d'ISTINTO subito la STRADA GIUSTA (filoalleati e non filotedeschi) da nessuno indicata e senza disorientamenti altrove registrati.

Per Giampaolo Pansa, infatti, contrariamente alla vulgata resistenziale, nel Nord non ci fu alcuna insurrezione delle città contro nazisti e fascisti, sia perché l'avanzata di aprile '45 degli Alleati si rivelò molto più rapida del previsto, sia perché le città settentrionali si ritrovarono liberate dal momento che, nelle ore finali della guerra, tedeschi e fascisti se ne andarono o, se si preferisce, scapparono: i tedeschi nel tentativo di arrivare in Austria e di lì in Germania, con un ripiegamento spesso disordinato e accompagnato da stragi di civili; i fascisti per raggiungere il fantomatico ridotto armato dalla Valtellina, ma soprattutto per disperdersi e non essere catturati dai partigiani. (…). A riprova di ciò è l'assenza quasi totale di morti in queste città, anche se si sono raccontate molte bugie come la leggenda dei 320 morti (articolo di Gravagnuolo apparso sull'Unità del 30 ottobre 2005, recensito come Sconosciuto 1945) da parte dei cecchini fascisti a Torino (in città non vi è alcuna lapide o monumento per tali numerosissime vittime).

Il testimone Pasquale SCHIANO, nel '65, parla della presenza a Napoli di intellettuali antifascisti e di un Fronte Napoletano di Liberazione, di tradimento di politici (politicantismo) che smorzò la spinta resistenziale; le Quattro Giornate furono un momento dell'intero processo antifascista come il compiersi di un processo lungamente incubato e non pura occasionalità, tanto che Mussolini affermava che Napoli era la meno fascista delle città italiane e Hitler ordinò di distruggerla.

RENDA e PAVONE nel loro "Movimento contadino" ('80) affermano che le spontanee lotte contadine del '43 sono una scelta strategica non armata che supportò il Nord, per le antitesi alle iniziative moderate dello stato monarchico. Si realizza una certa saldatura tra città e cam-pagna; nel Regno del Sud il ceto dirigente, per il ruolo cruciale sul piano interno ed internazionale, si allena alla politica interna ed internazionale.
PAVONE ('92): Le QUATTRO GIORNATE un MOTO TELLURICO poco analizzato dagli storici na-zionali, è utile ricercare i nessi e le equivalenze fra i partigiani del Nord ed il movimento contadino, la mobilitazione popolare e repubblicane del Sud. La gente comune (zona grigia) è fortemente convinta del cambiamento, sostenuta dalla stessa Chiesa.

Per CORTESI ('75) il napoletano è un laboratorio e il processo è unico con tante specificità.
Non si deve ovviamente commettere l'errore di dividere sociale e politico, a causa della man-canza della struttura e organizzazione politica, ma considerarli tutt'uno. Nell'azione rivoltosa sono presenti tutti (docenti, studenti, operai, disoccupati, ecc.) e in tutti i luoghi (il signorile Vomero e il proletario Ponticelli), non è esclusiva la figura dello scugnizzo che va ridimensionata. La sconfitta in guerra è un grosso colpo all'identità nazionale per la classe media in quanto si perdono referenti e protezioni, anche l'ingresso nel fascismo a Napoli fu di tipo opportunistico, non certo politico.

Il fascismo per reati minori e dei fascisti stessi condannava con la semplice denuncia (anche nel privato) al CONFINO perché meno duro ma molto adatto in quanto enucleava anche il mi-nimo dissenso (bastava citare abbasso il re o il duce) e nello stesso tempo evitava i processi dove necessariamente doveva svolgersi un dibattimento pubblico sul fascismo.


LOTTA PARTIGIANA (C. PAVONE) : tre guerre: patriottica, di classe, antifascista.

PIAZZALE LORETO: nel '44 impiccagione di partigiani dai tedeschi, nel '45 esposizione dei corpi di Mussolini e della Setacci
REPUBBLICA DELL'OSSOLA, 9.9.44 - 14.10.44: un mese di libertà

SUPPORTO PARTIGIANO: ZONA GRIGIA

Nel dopoguerra il MSI (Movimento, Sociale Italiano) è un ritorno per i nostalgici di Salò che i giovani interpretavano: Mussolini Sei Immortale


Il laboratorio Napoli finirà per condizionare fortemente gli eventi.

Per una lettura scientifica: ricercare i collegamenti incrociati Nord- Sud: LA RESISTENZA FU UNITARIA? (possibile una conferma attraverso un'analisi geografica della sua evoluzione).

SAREBBE OPPORTUNO PROPORRE UN PERCORSO DAL TITOLO: "NAPOLI RIVOLUZIONARIA 1799: Repubblica partenopea - 1861/5: Il Brigantaggio - 1943: Le Quattro Giornate" con un prosie-guo nella attuale sfida che la Città, ferita a morte ed a rischio di toccare il punto di non ritorno, per una "rinascita" deve affrontare per l'emergenza delinquenziale e camorristica i "padroni" del malaffare.

Nel settembre 2006, ad esempio, in occasione della celebrazione delle Quattro Giornate, al motto:"
Le quattro giornate di Napoli contro la camorra. Un invito alla resistenza che non puoi rifiutare." Si sono tenuti convegni in quattro città simbolo: Casal di Principe, Afragola, Ottaviano, Marano.
Studenti e cittadini tutti, come i partigiani del '43, con un estremo sforzo devono organizzare, questa volta, la resistenza al sanguinario nemico della legalità e del vivere nel pieno rispetto delle regole.
Lo sforzo consiste nel superare il colorito contrabbando, tollerato da tutti e spesso utilizzato dalle stesse forza dell'ordine; la politica, per fare la propria parte, non deve solo non avere rapporti con la camorra; lotta all'occupazione commerciale camorristica (bar, circoli, mercato carni, ecc.); non reprimere, ma prevenire; utilizzazione sociale immediata dei beni confiscati, altrimenti l'immagine è di sconfitta e di abbandono; distinzione tra ordine camorristico, più semplice e quindi più sconfiggibile, da quello mafioso.




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