Eduardo Ambrosio


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ATTUALITA' DI ARISTOTELE

SAGGISTICA E POLITICA

ATTUALITA' DI ARISTOTELE

Peculiarità del pensiero di Aristotele è l'umanistica necessità logica, che condiziona e regola non poco l'oggettività: così nella visione deterministica polivoca dell'Universo, non vi sono eventi o enti privi di causa, e la vera conoscenza è sempre conoscenza delle cause; o nella visione cosmologica, la Terra è necessariamente al centro dell'universo e gli altri corpi celesti girano intorno ad essa con un moto rigorosamente circolare, perfetto.

Anche senza strumenti per verificare la teoria, Aristotele ritiene che sia possibile determinare tutte le leggi che governano l'universo attraverso il puro pensiero e, quindi, supera la verifica tramite l'osservazione: da ciò la necessità logica quale esigenza del pensiero. Altro aspetto di questa visione è visibile nella Poetica, alla quale A. attribuisce la capacità di costruire, imitando il mondo vero, un mondo puramente possibile, a sé stante, autonomo, dove imitare significa rappresentare, narrare attraverso caratteri, emozioni, azioni ordinate dall'intervento umano allo scopo educativo (catartico).
Tutto il sapere avrà un carattere enciclopedico, cioè dotato di un ordine (logico) predefinito da scienze teoriche alle quali si affiancano quelle pratiche e quelle poetiche, per cui è proprio la sintesi tra oggettività è umano a costruire un sapere unitario.
Nel XVII secolo, dopo la crisi degli universali medioevali, la cultura occidentale con Galilei punta sull'oggetto, la logica diventa scientifica, da un concetto statico quantitativo si passa a quello dinamico (metodo sperimentale), di conseguenza l'elemento umano si va appannando, ciò sempre più in antitesi con la cultura orientale dove predomina (integralismi, fondamentalismi). L'uomo occidentale, sempre più razionale, finisce per perdere personalità, diventa un animale razionale che non riesce a controllare il prodotto della sua stessa conoscenza (internet, millenium bag) e confonde il mezzo con il fine.
Il sapere non è più unitario, ma diviso secondo il criterio della specializzazione: compartimenti autonomi in cui si tende alla pura oggettività (la cultura americana fortemente specializzata si accorge che i suoi esperti mancano di qualsiasi educazione umanistica sono impersonali, automi).
Tuttavia la visione più olistica sembra attirare di nuovo il pensiero occidentale, prova di ciò è il ricorso sempre più frequente alle medicine alternative (omeopatia, agopuntura, le proposte del prof. Di Bella) o all'occultismo espressione evidente del bisogno irrazionale occidentale.
Entrambe le visioni producono sia eccessi che elementi positivi, ora, in considerazione della insopprimibile diversificazione dell'uomo, è necessario integrare le due culture, ciò è possibile applicando la grande intuizione aristotelica del GIUSTO MEZZO.
Il razionalismo occidentale ha mirato esclusivamente alla conoscenza dell'oggetto raggiungendo alti livelli specialistici, ma ha necessariamente perso l'uomo (diventato con Cartesio una macchina con tante parti); ciò nonostante il tentativo di culture storicistiche come il Romanticismo che, pur di umanizzare il sapere, hanno prodotto non pochi inquinamenti nella conoscenza.
La forte necessità di umano è una esigenza primaria della realtà, essa è la sola che può definire i valori, i punti di riferimento a cui l'uomo non può rinunciare. Da qui l'attualità di Aristotele, in quanto l'uomo deve PIEGARE la conoscenza alla sua necessità per poterla utilizzare e governare, anche se il rigore oggettivo, alle volte, segue una strada diversa.
Come Aristotele piegò al metodo logico l'intera conoscenza (nella scala biologica pone, per logica, alla sommità solo l'uomo, la donna al secondo posto) a costo anche di sacrificare la scienza e non essere completamente chiaro nella visione del divino, così l'uomo oggi deve rimettersi in cammino mediando nella giusta proporzione la necessità scientifica con quella etica.
La scienza non può, come purtroppo accade, oggettivare tutto, anche la vita (clonazione, manipolazione genetica), ma deve porsi un limite etico che rappresenti l'ATTRACCO umano (la più grande nave senza un attracco è sempre in balìa delle onde), alimentando addirittura dei tabù (una sorta di dogma), ad esempio, i tabù della guerra, dell'incesto, ecc.: non si fa e basta. La scienza non è pura scoperta tecnologica ma, sull'esempio della natura, anche etica: unica possibilità di orientamento verso il bene.
L'intuizione aristotelica dell'unicità del SINOLO rappresenta un sicuro paravento contro l'incombente massificazione: è vero che la pasta materiale di cui tutto si compone è la stessa (anche la fisica moderna ha confermato che gli atomi si differenziano nei vari elementi solo quantitativamente), ma ogni realtà, grazie alla forma specificatrice, è un ente unico: specialmente quella umana dove l'individuo è l'elemento fondamentale ormai universalmente ritenuto sacro e inviolabile (principio per cui è impossibile anche alla giustizia condannare a morte).
L'attualità di Aristotele è determinata propria dalla concezione etica , sviluppo teoretico del pensiero in cui l'oggetto si piega al soggetto tramite la ricerca delle cause PRIMA e di conseguenza FINALE; concezione che deve guidare tutte le scelte umane sia individuali che collettive, per evitare che la tecnica divenga un giocattolo incontrollabile volto all'autodistruzione.


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